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Green pass, quello che c’è da sapere sulla certificazione verde

mercoledì 19 Maggio 2021

Arriva il Green pass, la c.d. certificazione verde, introdotto dal decreto anti-Covid del 22 aprile 2021, operativa dal 15 giugno. Ma come funziona?

E’ una sorta di passe partout, fondamentale per i cittadini qualora intendano spostarsi, in entrata e in uscita, tra le regioni in zona arancione e rossa, ma anche per visitare gli anziani nelle case di riposo, per partecipare a feste e banchetti di nozze o comunque a tutte quelle manifestazioni conviviali, ma anche per presenziare ai grandi concerti con capienza maggiore di quella attualmente consentita, esattamente fino a un massimo di mille spettatori in impianti all’aperto e fino a 500 al chiuso, e probabilmente anche per entrare in discoteca.

Il green pass è importante perché certifica e dimostra di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo. La durata del green pass per i vaccinati è stata portata da 6 mesi a 9 mesi “a far data dal completamento del ciclo vaccinale”. 

Il rilascio del certificato, totalmente a titolo gratuito, avviene contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino, “con validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale”. A pagamento è solo il tampone e si ricorda che il tampone molecolare è il più rapido nella diagnosi del Covid. Il costo varia tra i 60 e i 100 euro a seconda delle strutture e delle regioni. Il prezzo medio per fare un test rapido antigenico (eseguibile anche in farmacia) è di 30-40 euro.

La durata della certificazione verde in caso di guarigione resta di sei mesi a far data dall’avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test.

Il green pass servirà anche per i minori, per i quali, al momento, non è prevista l’inoculazione del vaccino. Tuttavia, dovranno sottoporsi al tampone, esclusi i bambini di età inferiore ai due anni.

Ma servirà anche per spostarsi tra Paesi membri dell’Unione Europea, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, perciò si potrà tornare a viaggiare in tutta Italia dall’estero con un “pass verde nazionale”, in attesa che entri in vigore il green pass europeo previsto per giugno, sapendo che andrà mostrato un semplice QR Code.

E’ il Certificato EU Covid-19 che dovrebbe essere disponibile entro giugno sia in versione digitale sia in versione fisica. L’emissione seguirà un iter simile a quello del green pass italiano, ma i dettagli verranno presentati solo nelle prossime settimane. E’ certo, però, che quando si arriverà nel Paese di destinazione, sarà necessario esibire il lasciapassare insieme a un documento di identità per essere ammessi.

Di fatto le certificazioni verdi sono documenti che già i vacanzieri devono utilizzare in veste di turisti tra regioni in fascia arancione e rossa Ma, per evitare fughe in avanti e deviare dalle direttive che l’Europa deve ancora concordare, il governo ha deciso di non accelerare.

Indipendentemente dalla vaccinazione fatta o dalla guarigione dal Coronavirus, al momento per entrare in Italia serve sempre e comunque un tampone negativo, 48 ore prima della partenza. Previsti 10 giorni di quarantena all’arrivo se si proviene dai Paesi extra Ue (dal 16 maggio è stata abolita per chi proviene dai paesi Ue e dell’area Schengen, oltre che dalla Gran Bretagna e da Israele).

Ma cosa dicono i garanti della privacy? La tutela dei dati sensibili dei cittadini non può essere trascurata, infatti il governo Draghi non ha coinvolto il Garante preposto nella stesura del decreto-legge istitutivo del green pass, rispetto alle modalità di trattamento formali ed esecutive sulla corretta gestione e protezione della riservatezza.

 

 

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