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Guerra del pesce Sicilia-Tunisia: road map per la gestione del “mammellone”

martedì 2 Gennaio 2018
Nella foto il presidente del distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo insieme a delegazione Tunisia

Il Distretto della Pesca e Crescita Blu, attraverso il suo braccio scientifico, l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, e nell’ambito del Coordinamento Filiera Ittica Mazara, è impegnato a rafforzare la cooperazione transfrontaliera e limitare il contenzioso in atto tra Italia e Tunisia a causa dei continui sequestri di pescherecci siciliani nel cosiddetto “Mammellone” (un’ampia zona, a sud di Lampedusa e a est delle coste della Tunisia e delle Isole Kerkennah, riconosciuta da circa 50 anni, ed istituita bilateralmente nel 1979, da Tunisia e Italia come area protetta di pesca). Lo rende noto il presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo, sottolineando che “negli ultimi mesi si è assistito ad un rinnovato, quanto pericoloso, ricorso alle armi da parte delle Autorità Militari che controllano la zona”.

Nella foto il presidente del distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo insieme a delegazione Tunisia

Una delegazione del Distretto della Pesca e Crescita Blu ha incontrato a Tunisi vari esponenti delle alte Istituzioni tunisine, il primo ministro Youssef Chahed ed il ministro dell’Agricoltura Samir Taieb. “In seguito ad una interlocuzione con il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ed il suo staff, anche a nome del Coordinamento Filiera Ittica Mazara – fanno sapere dal Distretto -, è stata rimarcata la necessità di una revisione delle regole e della delimitazione del Mammellone. D’altra parte le mutate condizioni batimetriche dell’areale di mare in questione ed i risultati scientifici raggiunti, impongono infatti una semplificazione attraverso una nuova delimitazione dell’area protetta e soprattutto di nuove regole gestionali, nel rispetto dell’ambiente e per la rigenerazione delle risorse marine secondo i principi della Blue Economy, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione marittima fra i due Paesi e con i partner del Mediterraneo centrale ad ogni livello. Ciò è indispensabile a prevenire incidenti che rischiano di inficiare il difficile, complesso, cammino che l’Europa, l’Italia, la Sicilia e la Tunisia hanno intrapreso sinergicamente su molti fronti”.

Il Coordinamento Filiera Ittica Mazara si è pure riunito presso gli Uffici della Capitaneria di Porto di Mazara per acquisire dati ed informazioni tecniche relative alle note criticità in acque internazionali ove insiste il cosiddetto “Mammellone“. Incontro preparatorio per i temi da trattare nella sessione internazionale dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo.

Sul tema il presidente del Distretto, Giovanni Tumbiolo, ha riferito nei mesi scorsi al presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, che è intervenuto presso le massime Autorità politiche della Tunisia “per avviare una migliore interlocuzione sul piano della cooperazione transfrontaliera e marittima”.

La sessione internazionale dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, coordinato da Giuseppe Pernice, ha affrontato la materia in una prospettiva multilaterale. Infatti ai lavori hanno partecipato, oltre ai componenti dell’Osservatorio, i rappresentanti del Ministero degli Esteri e della Regione Siciliana, il viceministro della Pesca della Repubblica di Malta, Clint Camilleri, il sottosegretario di Stato della Tunisia, Abdallah Rabhi, il sottosegretario di Stato e Fishering Autority dell’Egitto Hoda Hosni Mohammed. “Da tutti – sottolineano dal Distretto – è stata invocata la rotta obbligata della cooperazione scientifica e tecnico produttiva fra le sponde nord e sud del Mediterraneo attraverso l’elaborazione di piani di gestione e di progetti condivisi nell’ambito della ‘Blue Economic Zone'”.

“La buona volontà e la concreta possibilità che si possa arrivare ad una precisa ridefinizione geografica e di gestione del Mammellone e degli areali di pesca del Mediterraneo centrale – si legge in una nota – è stata confermata dalla successiva missione presso il Distretto siciliano da parte delle più alte Istituzioni della pesca tunisina: il sottosegretario Abdallah Rabhi e il direttore generale Rida’ Mrabet, i quali hanno visitato la sala operativa della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, dove hanno potuto verificare l’attività di controllo svolta dalla Marina italiana e l’alto livello di qualificazione e professionalità in ordine alla tutela e salvaguardia degli operatori marittimi di tutto il bacino mediterraneo. La delegazione tunisina ha avuto un costruttivo momento di confronto sull’importanza della gestione comune degli areali di pesca e delle risorse del mare secondo i principi della blue economy”.

Il Sottosegretario Tunisino alla Pesca ha proposto “l’istituzione di una commissione mista interdisciplinare composta da esperti dei due Paesi al fine di trovare soluzioni tecniche con beneficio reciproco”.

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