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“I Florio, regnanti senza corona”, il nuovo libro di Prestigiacomo

sabato 1 Luglio 2017

Esce per Nuova Ipsa Editore il nuovo libro del giornalista e scrittore palermitano Vincenzo Prestigiacomo “I Florio, regnanti senza corona” che sarà presentato con l’inaugrazione, in concomitanza, della mostra degli oggetti inediti appartenuti alla Famiglia Florio.

L’appuntamento è per venerdì 7 luglio 2017 alle 10 al Salone Quattro Pizzi della Tonnara all’Arenella.

Si potranno ammirare per la prima volta oltre 250 cimeli inediti appartenuti alla Casa dei noti imprenditori.

Tra gli oggetti in mostra la toelette con specchiera appartenuta a Franca Florio, così come il portasigarette in argento Fabergé, un baule Louis Vuitton acquistato dal Vincenzo Florio I nel 1867 a Parigi, il barometro dello Yacht Aegusa. L’imbarcazione fu costruita in Scozia per un costo di 300.000 dollari dai cantieri Scotts di Greenock, nel 1896.  Nel 1899 Ignazio Florio junior decise di venderlo per 400.000 dollari a Sir Thomas Lipton il quale, dopo significative modifiche e adattamenti, lo ribattezzo “Erin”, e lo usò come nave di appoggio al suo Yacht da regata “Shamrock”, durante le regate di Coppa America.

Ed ancora la collezione completa di “Rapiditas”, fotografie legate alla Targa Florio, all’Aviazione del 1910 a Palermo, foto inedite della Famiglia, delle zolfare e delle tonnare, dipinti realizzati da Vincenzo Florio che vanno dal 1920 agli anni Cinquanta. Corrispondenza privata della famiglia.

 

SCHEDA DEL LIBRO

“I Florio-Regnanti senza corona” è la storia appassionante e drammatica della famiglia che ha modificato il corso della storia della Sicilia. Il noto giornalista palermitano Vincenzo Prestigiacomo ripropone una nuova e più accurata versione della storia dei Florio. Anni di ricerche negli archivi privati e nel mondo del collezionismo hanno portato alla luce una grande mole di fotografie e documenti inediti che smentiscono molte leggende legate alla famiglia originaria di Bagnara Calabra. Pagine che hanno consentito di creare un nuovo percorso sulla storia siciliana dei Florio a partire dal 1786, da quando a Napoli si incontrano il bagnaroto Paolo Florio e il palermitano Giovanni Custos.

Il testo racconta della ricchezza e del dissesto, di nascite, malattie, lutti, vizi, sontuosi ricevimenti con re e regine, imperatori e imperatrici, zar e zarine tutte storie documentate e scrupolosamente verificate. C’è il mondo dell’alta finanza con i Rothschild, i Morgan, i Lipton. Insomma, tutto lo splendore e il declino della famiglia Florio, che raggiunge l’apice della potenza con Vincenzo I e la consolida con Ignazio senior. Fino agli ultimi eredi, Ignazio junior e Vincenzo III, che fanno calare il sipario sulla drammatica storia dei Florio. Nel quadro della narrazione si descrive anche la vita e gli avvenimenti di una Palermo che non esiste più. In primo piano Donna Franca, toccata dal successo ma anche da tanto dolore. È una delle “dame di Corte” più influenti d’Italia fino all’avvento del fascismo. Donna di forte temperamento, giustifica persino i tradimenti del marito. La scomparsa di tre figli in poco più di un anno conduce alla depressione di Donna Franca e al pessimismo schopenhaueriano di Ignazio: “Dio mi perdoni, comincio a dubitare della giustizia, di tutto”.

Il fratello minore, Vincenzo III, irrequieto sin dalla nascita, fu un pioniere della comunicazione e un vulcano di idee. Ricco, colto, moderno: qualità che fanno di questo gentleman un indimenticabile eroe del Novecento. Nel silenzio dell’Olivuzza, fra l’altro, il giovane Florio matura l’idea di allestire una grande competizione automobilistica tra festoni di ulivi e ginestre nelle tortuose strade delle Madonie. La chiama “Targa Florio”. Il 6 maggio 1906 le vetture scattano rombanti e fumanti. La corsa diventa subito una leggenda.

Il reportage storico della famiglia è completato e arricchito dalla figura discreta di Lucie Hanry, la seconda moglie di Vincenzo III. Donna affascinante dai modi gentili, amante dei salotti e delle buone maniere. Modella francese contesa da pittori famosi come Federico Beltràn Masses, Vincenzo la conosce nel 1912, in una libreria all’ombra della Tour Eiffel. Lei è colta, brillante, sportiva. Tra i due è subito colpo di fulmine.

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