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I nostri consigli per una Pasquetta in Sicilia. Ecco dove andare

venerdì 30 Marzo 2018

La vostra Patti Holmes, dopo il sacro, si dedica al profano e vi accompagna verso una Pasquetta a tutto tondo, fatta di sagre, mare, isole, borghi, città e chi più ne ha più ne metta. Siete pronti a tuffarvi in questo tourbillon di proposte?

A spasso per sagre

A San Gregorio di Catania, a Pasquetta ci sono vari eventi: si festeggia il patrono San Gregorio Magno; giunge alla 15° edizione la tradizionale Sagra Le Delizie di Sicilia, che si svolge dal 31 marzo all’8 aprile, nata allo scopo di rivalutare le tradizioni, i prodotti della nostra terra e riscoprire gli antichi sapori; la Fera o luni, la tradizionale Fiera del Lunedì dell’Angelo con la presenza di allevatori siciliani che ogni anno si ritrovano, spettacoli per i più piccoli e degustazione di mortadella, tipica del luogo.

A Forza D’Agrò (ME), la tradizionale Festa dell’Alloro e la Processione dei Sacri Oli. I Forzesi, per lo più i giovani, si riuniscono in gruppi, e realizzano degli stendardi d’alloro con foglie disposte su un telaio di canna o di legno, in onore della SS. Trinità. Dopo la premiazione delle opere migliori, tutti gli stendardi d’alloro, la confraternita, indigeni e turisti, accompagnati dalla banda musicale, partendo dalla Chiesa della Triade e percorrendo in corteo la lunga Via SS. Annunziata, giungono nella piccola Piazza Sant’Antonio, proprio alla fine del paese, per ricevere la benedizione, da parte dell’Arciprete forzese, del tradizionale ramoscello d’alloro, che ognuno tiene sollevato tra le mani. I confrati, in segno di ospitalità, distribuiscono a tutti i fedeli presenti le “collure“, tipici dolci siciliani preparati nel periodo pasquale, così come Abramo nel deserto ai tre angeli che vennero a fargli visita.

In gita fra natura e archeologia

Pasquetta in Giardino, nel Giardino di Kolymbethra, una passeggiata, con le guide FAI, tra i sentieri che si dipanano tra ulivi secolari, palme e agrumeti. Durante il tour scoprirete, grazie ad uno speleologo, le antiche fonti di Akragas e un acquedotto dei Feaci. Per pranzo potete prenotare un cestino da picnic oppure portarvi la colazione da casa e gustarla in una piccola area attrezzata tra aranceti. Essendo ad Agrigento non potete non fare un salto nella Valle dei Templi, sospesa tra città e mare, adagiata tra mandorli e ulivi.

Altro itinerario è il Parco Archeologico di Selinunte (TP), l’area più grande d’Europa: mito, leggenda, storia, cultura, un vero scrigno di tesori; la Villa del Casale di Piazza Armerina (EN), risalente alla fine del IV sec. d.C., appartenuta a una potente famiglia romana, è una magnifica dimora rurale, il cui fascino è dovuto soprattutto agli incantevoli mosaici, considerati i più belli e meglio conservati nel loro genere; l’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale che si trova nell’antica cava di pietra detta latomia del Paradiso, sotto il Teatro Greco di Siracusa; il Teatro Greco di Taormina, realizzato in un punto panoramico meraviglioso, da cui si ammirano la mole dell’Etna e il Mar Ionio. Su alcuni gradini è inciso il nome di Filistide, la moglie di Ierone II, il tiranno di Siracusa che molto probabilmente nel III secolo a.C. lo fece costruire; il sito archeologico di Morgantina, nel cuore della Sicilia, in provincia di Enna, definita, non a torto, la Pompei sicula, è il testimone diretto di una storia che affonda le sue radici dal neolitico sino all’Età del rame e del bronzo; Segesta, una delle principali città degli Elimi, un popolo di cultura e tradizione peninsulare che, secondo la tradizione antica, proveniva da Troia.

Un itinerario che vi lascerà senza fiato

Un Trekking e cammino tematico che vi lascerà senza parole è quello nel territorio agrigentino, che offre boschi e corsi d’acqua, santuari, masserie e un Teatro, tempio di incantamento, costruito da uno scultore, filosofo, alchimista, pastore e incantatore di belle anime. Intanto, per chi fosse interessato, zaino in spalla, macchina fotografica, e via verso una giornata di contemplazione della natura, delle alture del meraviglioso parco dei Monti Sicani e del fiume Sosio. Un viaggio che avrà le esperte guide ambientali della cooperativa “La Quercia Grande”, tra cui Giuseppe Adamo, che in queste zone fanno turismo rurale, che mira anche a valorizzare le aree interne della Sicilia, attraverso proposte di enogastronomia e visite al centro storico di Santo Stefano Quisquina, paesino e, soprattutto, comunità accogliente che vi coccolerà, facendovi sentire a casa.

Dimenticate i cellulari, anche perché una tappa sarà nell’antico Eremo di Santa Rosalia, proprio sopra Santo Stefano Quisquina, che, grazie all’impegno della cooperativa e di Giuseppe Adamo, organizza mostre, spettacoli musicali, eventi e, in primis, la visita alla Chiesa e alla grotta dove si rifugiò la giovane Rosalia Sinibaldi, la Santuzza. Interessante e da fare, informatevi sulle date, è il Cammino di Santa Rosalia, Itinerarium Rosaliae, che vi farà conoscere una sicilia che non c’è più.

Ma Santo Stefano Quisquina custodisce anche l’azienda Rocca Reina, un’eccellenza siciliana, che Lorenzo, il proprietario, ha trasformato in uno spazio sacro che è laboratorio d’arte e di produzioni biologiche, Museo custode delle sue opere, Teatro ispirato, con vista mozzafiato sui Monti Sicani. Il Teatro Andromeda, tempio a cielo aperto, rimanda alla costellazione omonima a cui la nostra galassia potrebbe giungere tra 40 milioni di anni, verità scientifica così lontana che solo in questo luogo di malìa potrebbe compiersi. Costruito su un’altura al confine con uno strapiombo, ha la cavea circondata da un possente muro a secco e 108 posti a sedere che, visti dall’alto, pur mostrando la forma di stella a otto punte, sembrano distribuiti a caso, ma in realtà sono sistemati in modo tale da ricalcare i punti della costellazione.

A “mollo” nelle riserve naturali

Potevamo dimenticare un bel bagno a mare e la prima abbronzatura in una della tante aree e riserve naturali? Qualche nome? L’imbarazzo della scelta, col rischio di dimenticarne qualcuna: la Riserva dello Zingaro, vicino San Vito Lo Capo; l’Oasi naturale di Vendicari, sulla costa a sud di Noto; Torresalsa e la Scala dei Turchi, in provincia di Agrigento; Cavagrande del Cassibile, tra Avola, Noto e Siracusa; i laghetti di Pantalica, creati dal fiume Anapo, sempre nel siracusano; la Riserva Naturale di Capo Gallo, con il promontorio roccioso omonimo che si specchia nel mare di Palermo, separando i golfi di Mondello e Sferracavallo; Riserva Naturale Saline Di Trapani E Paceco e, perché no, escursione in barca alle Egadi, a soli 25 minuti in traghetto da Trapani.

Tra i suoi altopiani e rilievi

L’altopiano dell’Argimusco, tra i monti Nebrodi e i Peloritani, che costituisce l’unico esempio di sito megalitico in Sicilia, definita da molti come la “Stonehenge siciliana”; il Parco dell’Etna, con la visita alla cima del vulcano; il Parco dei Nebrodi, la più grande area protetta della Sicilia; il Parco Regionale delle Madonie, inserito negli European Geopark.

Passeggiando in città

Perché non scegliere di visitare chiese, palazzi, monumenti e camminare per i centro storici delle città, quasi sicuramente svuotati? Anche qua il difficile sarà scegliere: da Ragusa e dintorni, tra Modica, Scicli, Donnalucata, Noto e Avola, a Siracusa, con il suo centro storico sull’isola di Ortigia; da Palermo, capitale della cultura 2018, e il suo itinerario arabo-normanno, in cui non viene citato lo stile bizantino che è quello della splendida Santa Maria dell’Ammiraglio, più nota come la Martorana, a Trapani, città del sale e della vela; da Enna, col suo paesaggio quasi nordico in inverno a causa della fitta nebbia e il suo castello di Lombardia, a Catania, Kατάvη, ricca di eredità culturali di epoca greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola che troverete nei suoi bei monumenti; da Agrigento e la casa natale di Luigi Pirandello, nota come Caos: “Io dunque son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco, denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti”, a Caltanissetta, considerata per lunghi anni la capitale dello zolfo siciliano e al centro di un distretto minerario delimitato dai fiumi Platani e Imera meridionale (altrimenti detto Salso), che si estende anche alle province di Enna e Agrigento; Messina, considerata l’ingresso principale della Sicilia, oggi come nell’antichità.

Alla scoperta dei borghi

Il borgo di Castelmola, una suggestiva terrazza con vista sulla vicina Taormina e sulla costa calabra, che non potete lasciare senza aver gustato il tipico vino alla mandorla che il suo inventore, fondatore dell’Antico Caffé San Giorgio, era solito offrire in segno di benvenuto agli ospiti,

Montalbano Elicona, a una settantina di chilometri da Messina, in cui re Federico II d’Aragona aveva la propria residenza estiva. Non perdetevi una passeggiata tra i graziosi vicoli, le chiese, e una visita alla Riserva Orientata di Malabotta.

San Marco d’Alunzio (ME), l’antica Aluntium, in cui la sera, quando le luci si accendono su quel che resta del Castello Normanno, si respira un’atmosfera di magia; Aci Trezza (CT), con i suoi Faraglioni dei Ciclopi, pittoreschi scogli basaltici lanciati, secondo la leggenda, da Polifemo contro Ulisse, durante la fuga, e in cui non viene in mente Giovanni Verga che vi ambientò “I Malvoglia”.

Castiglione di Sicilia (CT), con “U Cannizzu”, una torre in arenaria con il sottostante camminamento, che fu la prima roccaforte ad essere espugnata da Federico III quando sottrasse il feudo a Ruggero di Lauria.

Sutera, a una quarantina di chilometri da Caltanissetta, rannicchiato ai piedi del Monte San Paolino, una mastodontica roccia monolitica con, in vetta, l’omonimo santuario, con il suo grazioso centro urbano di impianto medievale.

Sperlinga (EN), che i Greci chiamavano “spelonca”, è caratterizzato da grotte scavate nell’arenarie da un antichissimo Castello Rupestre che vale la pena visitare.

Marzamemi (SR), borgo marinaro tra Pachino e Noto, in cui il tempo sembra essersi fermato ed è perfetto come punto di partenza per gli itinerari alla scoperta della vicina Riserva di Vendicari.

Scicli (RG) che, con il suo centro storico inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, assomiglia a un presepe barocco. Non dimenticate Palazzo Beneventano, considerato uno dei più bei palazzi barocchi della Sicilia.

Sambuca di Sicilia (AG), a circa 90 chilometri da Agrigento e incastonato nella Valle del Belìce, regala un affascinante affaccio su boschi e colline. La presenza di strati risalenti a epoche diverse sono rimasti impressi sulle facciate barocche dei palazzi e delle chiese, tra i resti dell’antico Castello, tra le Torri di Pandolfina, fuori dal centro storico, e nel Fortino arabo di Mazzallakkar, a ridosso del Lago Arancio.

Erice (TP), che Gabriele D’Annunzio esaltava come “la vetta annunciatrice della Sicilia bella”, in cui vi sembrerà quasi di volare. Raggiungetelo al tramonto e concedetevi una foto dal suggestivo Castello di Venere, prima di assaggiare i tipici bocconcini  o i mostaccioli in una delle tante pasticcerie del borgo.

Gangi (PA), con le sue antiche chiese, vecchi campanili, palazzi signorili e un gomitolo di viuzze che si fanno spazio tra case che si sfiorano, è una tappa da non perdere nell’itinerario alla scoperta dei borghi più belli.

Cefalù (PA), il cui nucleo medievale è un piccolo gioiello. Dedicate una visita al Mandralisca, importante museo che, accanto a dipinti quattrocenteschi, ospita il famoso Ritratto d’ignoto marinaio di Antonello da Messina.

E con la classica e godereccia “arrustuta”, vi auguriamo buona Pasquetta.

 

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