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I paradossi di Palermo, premiata per le piste ciclabili… Semi inesistenti | LE FOTO

lunedì 11 Novembre 2019
Via Messina Marine

 

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Il “Piano della mobilità dolce“, piano della rete degli itinerari ciclabili, della città di Palermo è stato premiato qualche giorno fa a Rimini, in occasione di Ecomondo, col Premio Sviluppo Sostenibile 2019.

Nella motivazione si sottolinea l’impegno della città di Palermo per la pianificazione di “itinerari di interconnessione dei percorsi ciclabili esistenti e la definizione di nuovi itinerari in ambito urbano e verso le borgate marinare“.

Il tema delle piste ciclabili a Palermo è sempre più d’attualità, visto che sta diventando ogni giorno più urgente la necessità di trovare alternative sostenibili per risolvere il problema della mobilità urbana. La morfologia del territorio, senza dislivelli di rilievo ed il clima mite per quasi tutto l’anno, fanno di Palermo la città ideale per l’utilizzo della bicicletta. I ciclisti sono in costante aumento, insieme alla sensibilità sui temi ambientali, mentre lo stesso non possiamo dire sull’utilizzo delle piste ciclabili cittadine.

E’ probabile che nessuno abbia mai fatto accertamenti concreti sulla reale possibilità di utilizzo delle piste ciclabili che, come risulta dai documenti del Comune, coprono percorsi per ben 48 chilometri. Peccato però che la situazione delle piste ciclabili di Palermo non sia poi così idilliaca, come invece sembrerebbe dal premio ricevuto e dalle dichiarazioni auto-celebrative dell’Amministrazione Orlando.

Vengono quasi del tutto snobbate, come asseriscono tanti cittadini che usano costantemente la bicicletta per i loro spostamenti, oppure sono utilizzate nonostante le innumerevoli criticità che presentano?

Quello che emerge dalle osservazioni più frequenti è la mancanza di sicurezza. Il ciclista vive sulla propria pelle e con un forte impatto le difficoltà incontrate, circolando su un mezzo che non offre alcuna protezione al conducente. Emblematica è la pista ciclabile  “via Venere/viale dell’Olimpo”, lunga 3 km, separata dalla carreggiata da fascia di stalli di sosta e/o segnaletica orizzontale, con presenza anche di cordolatura in gomma in alcuni tratti, come si legge su una relazione redatta dal Comune nel 2015.

Proprio la presenza di cordolatura rappresenta per i ciclisti un pericolo, come pure la presenza lungo il percorso di buche, tombini sotto quotati, caditoie con fessure disposte lungo il senso di marcia.

E poi le radici degli alberi delle corsie con il fusto pieno di pericolosi aculei che hanno distrutto i marciapiedi e si sono insinuate pure sulla sede della pista ciclabile, dove si accumulano anche i fiori carnosi, che diventano viscidi in caso di pioggia, insieme alla spazzatura. Inoltre il ciclista deve scansare le auto in sosta sulla pista, i venditori ambulanti, i cassonetti disposti lungo il percorso.

Il fatto curioso è che queste criticità lamentate dagli utenti sono messe nero su bianco elencate sulla relazione dell’aprile 2015 elaborata dell’Ufficio del Piano Tecnico del Traffico del Comune. Anche per le altre piste ciclabili si trovano elencate analoghe criticità, ma ad oggi non risultano eliminate.

Anzi, i percorsi ciclabili sono sempre più con dissesti del manto stradale e sempre più evidenti mancanze di manutenzione. I ciclisti non si sentono affatto sicuri e per questo le snobbano, come quella di via Dante, progettata in modo poco accorto, visto che la sosta delle auto a ridosso della pista è ammessa parallelamente al senso di marcia e non a spina di pesce, come fatto in altre città, con il conseguente pericolo per il ciclista di andare a sbattere contro uno sportello aperto.

E poi le piste ricavate sui marciapiedi in gran parte dissestati, come quella di via Ammiraglio Rizzo, o quella disegnata al centro del marciapiede di via Libertà, non sul bordo che costeggia la strada, con il rischio di creare incidenti con i pedoni che si spostano da un lato all’altro.

Anche la pista ciclabile di via Messina Marine presenta analoghe criticità, con la presenza anche di grandi impianti pubblicitari che ostacolano il percorso, come  evidenziato nella citata relazione fin dal 2015. Cinque anni non sono stati sufficienti per porvi rimedio e si pensa a nuove piste, a nuovi progetti, sempre improntati a criteri di sicurezza insufficienti.

Ben vengano le piste ciclabili – afferma il presidente dell’associazione comitati civici Palermo, Giovanni Moncada (lui stesso è un ciclista da sempre e la bicicletta è il suo abituale mezzo di locomozione) –  ma a Palermo non si può parlare di vere e proprie piste ciclabili. Per chi le sperimenta quotidianamente, e non le ammira sui rendering, le criticità sono evidenti. I nostri tecnici comunali dovrebbero percorrerle personalmente per poter verificare sulla propria pelle le criticità e risolverle. E poi osservare le altre città e studiare come dovrebbero essere realizzate a regola d’arte senza causare problemi agli utenti“.

SCARICA IN BASSO IL DOCUMENTO

Relazione ufficio del piano tecnico del traffico del Comune di Palermo

 

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