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I Reali d’Olanda in visita a Ballarò per studiare il modello d’integrazione di Moltivolti

martedì 20 Giugno 2017

Da quattro giorni a Moltivolti non si fa altro che pulire e sistemare, appendere nuovi quadri alle pareti e comprare nuove piante, tutti gli operatori sono trafelatissimi ed emozionati e corrono su e giù per il locale. I reali d’Olanda hanno scelto tra le varie tappe della loro visita a Palermo, dopo Milano e Roma e avere incontrato il presidente della repubblica Sergio Mattarella e Papa Bergoglio, proprio di conoscere l’impresa sociale di Ballarò. I reali hanno scelto Moltivolti perché è un luogo simbolo di integrazione non convenzionale e hanno chiesto di parlare con dei ragazzi migranti che lavorano nel locale per conoscere le loro storie e anche, soprattutto, per conoscere il “modello Moltivolti“.

L'interno di Moltivolti (foto di Andrea Infurna)
L’interno di Moltivolti (foto di Andrea Infurna)

Questo infatti è uno spazio speciale che si trova in via Puglia vicino Santa Chiara, “Il modello che abbiamo creato di accoglienza nei confronti dei migranti – spiega Claudio Arestivo, uno dei fondatori di Moltivolti – non è basato sull’emergenza ma sulla valorizzazione delle risorse per gestire, il giorno dopo gli sbarchi, la quotidianità. Per noi i migranti non sono un problema ma una risorsa e proviamo a stare insieme giorno dopo giorno per superare pregiudizi e stereotipi. Stiamo studiando questo modello perché ci piacerebbe che si replicasse in altre zone della città e, perché no, anche dell’Italia e dell’Europa.

Il modello di Moltivolti è basato sull’integrazione, è un’impresa sociale che vede all’interno dello stesso spazio un coworking, un ristorante e un bar, dove lavorato autoctoni, stranieri e migranti in un melting pot assolutamente di successo“. È aperto da tre anni ed è un luogo che ha dimostrato la sua necessità di esserci e tra l’altro si trova nel cuore del mercato di Ballarò e dell’Albergheria, il quartiere più multietnico della città che è diventato ultimamente un laboratorio di società moderna dove si fa rete tra le associazioni, i residenti e l’amministrazione riuscendo anche a dare vita a progetti di civismo partecipato come Sos Ballarò.

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