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Il barocco di Acireale pronto ad entrare nel sito Unesco della Val di Noto

sabato 20 Febbraio 2021

Il barocco di Acireale potrebbe presto entrare nel dossier Unesco delle città tardo barocche della Val di Noto. La Città di Acireale è stata infatti inserita nel dossier che potrebbe consentire di valorizzare ulteriormente uno dei capolavori artistici della località etnea.

L’iter necessiterà di tempo ma intanto è stato firmato il contratto di fattibilità con Civita Sicilia. Il tutto è avvenuto nelle scorse ore alla presenza del sindaco Stefano Alì, del presidente del Consiglio, Sonia Abbotto, della deputata acese Angela Foti e dell’amministratore delegato di Civita Sicilia, Renata Sansone. Tutti hanno prima partecipato a un tavolo tecnico con Paolo Cipollini, responsabile del settore promozione e innovazione del territorio di Civita che ha illustrato gli aspetti operativi dello studio.

“Oggi avviamo un percorso complesso e affascinante – ha affermato Cipollini – avremo una prima fase per identificare i beni che per ciascuno dei nuovi Comuni possono contribuire alla richiesta dell’allargamento del sito Unesco e una seconda per avviare il percorso di preparazione del dossier di candidatura vero e proprio”.

Nei prossimi mesi i cinque comuni che hanno già chiesto inserimento nel sito esistente – oltre ad Acireale anche Grammichele, Ispica, Mazzarino e Vizzini – saranno coinvolti in attività tecniche e di mappatura e ricognizione sullo stato dei luoghi, a cui seguirà una fase di valutazione che nel 2023 porterà alla presentazione della candidatura che dovrà poi superare la concorrenza di altri 40 competitori.

L’iniziativa potrà rappresentare, quindi, un’ulteriore opportunità di crescita culturale, sociale ed economica del Val di Noto, attraverso la condivisione e la piena sinergia strategica tra i vari comuni e i relativi enti protagonisti sul territorio. Un percorso che diventa ancor più significativo ed importante adesso, in una fase nella quale si prepara la ripartenza ed il rilancio dell’economia locale per affrontare la crisi determinata dall’emergenza sanitaria.

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