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Il bivio politico di De Luca tra dimissioni “a tempo” e la corsa al “dopo-Musumeci”

venerdì 28 Settembre 2018
Cateno De Luca

“Dimissioni irrevocabili? No, non sono irrevocabili, sennò lo avrei scritto”. Così Cateno De Luca, a distanza di poche ore dalla lettera di dimissioni ha già riaperto la partita sulla sindacatura di Messina. “Dimettersi o non dimettersi” è il dilemma shakespeariano, prossimo all’atto finale, con il quale il primo cittadino di Messina sta tenendo sulle spine la Città dello Stretto da qualche giorno, poi stamattina è esplosa “la bomba politica” con la diffusione tramite i canali social della lettera in cui comunica che sarà in carica sino al 7 ottobre e poi lascerà Palazzo Zanca.

Dunque, dal giorno 8 del mese entrante Messina rimarrà senza sindaco e si dovrà preparare a nuove elezioni? Possibile, ma non così probabile come può sembrare. In molti sono infatti convinti che il gesto plateale di De Luca potrebbe rivelarsi alla fine una forte provocazione politica per mettere spalle al muro quelle frange che hanno già fatto capire di non voler sottostare alla linea politica del sindaco. E il messaggio, tra gli altri, pare evidentemente rivolto al Consiglio comunale, tra i cui banchi De Luca non gode di grandi simpatie e non ha nemmeno un consigliere che lo rappresenta ed organo con il quale “Scateno” ha già ingaggiato un primo braccio di ferro spigoloso di inizio legislatura. Ecco perchè la scelta drastica di preannunciare le dimissioni potrebbe strategicamente consentire a De Luca di portare altri messinesi dalla sua parte, ampliando cioè quel bacino di consenso che oltre ai suoi sostenitori vede sulla linea di confine anche altri cittadini sinora rimasti in sospeso tra la tentazione di dare fiducia al neosindaco e il timore che il clamore della rivoluzione possa esaurire la propria spinta propulsiva di questi 100 giorni iniziali.

De Luca non ha intenzione di fermarsi, di solito non lascia e anzi raddoppia. Punta a legittimare il suo ruolo alla guida della città (senza dimenticare che riveste anche il ruolo di massimo responsabile dell’ex Provincia regionale) e le dimissioni sono un bivio che può andare ben oltre il destino della sindacatura di Messina. Restare in sella a Messina con le condizioni idonee a poter governare una città al disastro, potrebbe mettere De Luca nelle condizioni di giocarsi la partita più importanti alla quale ambisce e che ha già messo nel mirino non troppo tacitamente. De Luca vuole fare cinque anni convincenti a Messina per poi candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana, la strada è tracciata. Inizialmente De Luca immaginava di potersi proiettare nella sfida a Palermo a conclusione di due mandati da sindaco, ma si è convinto a cambiare il percorso e ad anticipare i tempi per il grande salto. La presidenza della Regione sembra un traguardo quasi impossibile, a detta almeno di tanti, una sfida troppo grande con la quale De Luca si è pure già scottato nel 2012 ma è anche vero che erano altri tempi e quell’avventura ha consentito all’attuale sindaco di Messina di riprendere la rotta e macinare consensi e affermazioni: prima vincendo le Amministrative a Santa Teresa di Riva, poi l’elezione a deputato regionale e infine la scalata trionfale alla sindacatura di Messina in rimonta su Bramanti che veniva accreditato da tutti di un successo quasi scontato.

Una intera legislatura convincente o le dimissioni immediate sono il bivio politico di De Luca, “la madre di tutte le partite politiche”. Già spunta anche il “piano B” se le dimissioni verranno confermate e c’è chi vede De Luca candidato alle Europee del 2019. In un tempo in cui in Sicilia soffia forte il vento del populismo, De Luca è uno di quei volti politici che più di altri può attrarre tanti consensi, e questo lo si è percepito anche negli ambienti del centrodestra siciliano. Non a caso nella Giunta regionale c’è chi ha aperto un dialogo con il sindaco di Messina, a partire dall’assessore regionale Marco Falcone, che ha sostenuto sin da subito la battaglia sullo sbaraccamento ed il risanamento avviata da De Luca e ha seguito in prima persona l’iter poi firmato dal presidente della Regione, Nello Musumeci.

Soluzioni come quella di un posto in lista alle Europee non sembrano attrarre troppo De Luca. Messina oggi è la chiave politica per provare a conquistare tra qualche tempo Palermo. Il sindaco dimissionario deciderà da qui a pochi giorni le mosse finali. Domenica è in agenda il comizio di commiato in piazza Municipio. Chissà che quel commiato non diventi il paradigma di una ripartenza. Alla fine, De Luca potrebbe ritirare le dimissioni per rilanciare la sua sfida a Messina, finestra politica dalla quale può spuntare all’orizzonte Palazzo d’Orleans 2022.

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