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Il cameraman siciliano trovato morto a Madrid: nuovi sospetti sulla moglie

martedì 18 Settembre 2018
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Mario Biondo e la madre Santina

Non si ferma la battaglia della famiglia di Mario Biondo per dimostrare che il cameraman palermitano trovato impiccato nella sua abitazione a Madrid, il 30 maggio del 2013 non si è suicidato e che dietro la sua tragica fine c’è invece un delitto e una messinscena. Sulla vicenda la Procura generale di Palermo sta cercando di arrivare alla verità e le indagini stanno svelando molteplici elementi che sembrano aver sgretolato la pista del suicidio.

La madre di Mario torna all’attacco della showgirl spagnola Raquel Sanchez Silva ed evidenzia le incongruenze nella versione dei fatti data dalla vedova sulla morte del marito, avvenuta in circostanze misteriose ed inquietanti a soli 11 mesi di distanza dalle nozze celebrate il 22 giugno 2012 a Taormina.

“Nella dichiarazione di Raquel Sanchez Silva alla Polizia spagnola del 30 Maggio 2013- scrive Santina Biondo – si legge che ‘Mario a volte era abbastanza depresso’ e che ‘in un’occasione le aveva confessato che aveva pensato di suicidarsi’ “. Poi una dichiarazione spontanea (è andata cioè senza essere convocata) del 5 giugno 2013: “La vita con Mario era meravigliosa, e con molti progetti in comune”. La donna aggiunse che “per questo, anche se non può assicurarlo, sente che la morte di Mario può essere dovuta ad un incidente e che non fu intenzionale”. Raquel disse pure che “suo marito era una persona molto vitale, che non conosceva il rischio e che normalmente viveva al limite, e che Mario non fece mai commento alcuno sulla possibilità di suicidarsi“.

“Allora – afferma Santina Biondo – il 30 maggio dichiarava che mio figlio era depresso e che le aveva confessato di volersi suicidare, poi dopo 6 giorni ha deciso di capovolgere totalmente la tua versione e ha dichiarato che mio figlio era una persona vitale e che non le aveva mai manifestato l’intenzione di suicidarsi. Dichiari che mio figlio non conosceva il rischio e che normalmente viveva al limite. Ti ricordo che mio figlio non ha mai praticato sport estremi, per anni ha avuto una moto e mai ha avuto un incidente. Perché queste illazioni su Mario?”.

La famiglia di Mario Biondo non ha dubbi su come sarebbero andate le cose quella notte del 30 maggio 2013 e rimarca: “Anche le foto del ritrovamento del corpo di Mario, che la Procura di Palermo ha ottenuto dopo 2 anni e mezzo perché il giudice spagnolo ne negava l’esistenza, confermano con la chiarezza la verità e gridano giustizia”. Si fa sempre più aspra la battaglia giudiziaria finalizzata a far luce sulla reale fine di Biondo, sposatosi il 22 giugno 2012 a Taormina con Raquel Sanchez Silva e trovato poi morto undici mesi dopo in circostanze a dir poco misteriose. La famiglie di Mario, confortata dagli sviluppi delle nuove indagini e di un giallo che si è riaperto e che inizia ad intravedere la svolta, non ha dubbi nel ritenere che il ragazzo sia stato ucciso e che sia quindi avvenuta un’azione criminale di depistaggio sulla scena del crimine.

Raquel Sanchez Silva

Anche secondo la criminologa Roberta Bruzzone non si tratta di un suicidio. Per il consulente tecnico della famiglia di Biondo si sarebbe trattato di una messinscena. “Sono troppi gli elementi che non tornano. Dopo 5 anni di depistaggi da parte di una serie di soggetti coinvolti nell’inchiesta, siamo vicini alla verità. I magistrati italiani sono riusciti a ottenere copia delle foto scattate dalla scientifica al momento del rinvenimento del corpo. Si tratta delle foto che, per ben due anni, inspiegabilmente non erano state messe a disposizione della famiglia”. “Quelle foto – ha aggiunto Bruzzone – confermano che il posizionamento del corpo è incompatibile con un suicidio“. Per il team difensivo della famiglia Biondo il medico legale avrebbe alterato la documentazione e sarebbero falsi anche i risultati dell’autopsia”.

Restano anche ulteriori aspetti del giallo mai chiariti, come quello sugli accessi al computer di Mario Biondo nelle ore della sua morte, come pure la richiesta di cambio della password dell’account Apple del Macbook di Mario Biondo quando Raquel è con la famiglia di lui all’istituto anatomico forense spagnolo. Inoltre, la cameriera di casa, Vilma Graciela, non riesce a collocare con certezza nel tempo la telefonata della Sanchez che la sollecita ad andare nell’appartamento di calle Magdalena per scoprire cosa sia accaduto al marito. E un dubbio, non di poco conto, riguarda proprio Raquel Sanchez Silva, in quale luogo si trovava la notte della morte di Mario e al momento del ritrovamento del cadavere, e sui suoi effettivi rapporti con il marito nel periodo che ha portato poi alla sua drammatica fine. Raquel aveva dichiarato di essere partita in auto già il 29 maggio per Plasençia per accompagnare uno zio, il giorno dopo, in ospedale per essere sottoposto a un intervento chirurgico. Lo stesso zio che, però, la smentisce e afferma di averla incontrata solo la mattina del giorno dopo, il 30, chiarendo di essersi sottoposto a una visita, non a un’operazione.

“Siamo certi che le tante, troppe, bugie che hanno caratterizzato questa storia – ha aggiunto Santina Biondo verranno presto a galla. Vogliamo giustizia e verità per Mario“.

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