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Il Carnevale di Misterbianco, avvolto dal fascino di antiche tradizioni [Il programma]

mercoledì 20 Febbraio 2019

Carnevale guarisce ogni male“, partendo da questo meraviglioso augurio, vi raccontiamo il Carnevale di Misterbianco che, avvolto dal fascino di antiche tradizioni, ha vissuto un lungo e laborioso cammino prima di approdare ai “Costumi più belli di Sicilia“. Prima di tuffarci nella festa più pazza e colorata dell’anno, dove quasi tutto è permesso, qualche pillola sulla cittadina che è la nostra protagonista.

Pillole di storia

Il suo nome deriverebbe da “Monasterium Album“, un convento che sorgeva in contrada Campanarazzu e i cui monaci indossavano probabilmente un saio bianco, che venne distrutto, assieme all’antico borgo, dall’eruzione dell’Etna dell’11 marzo 1669. Poche cose furono risparmiate dalla devastante furia della lava: una casetta con due cisterne, un piccolo querceto, il campanile della Chiesa Madre ( “‘U Campanarazzu’“), alcuni muri della imponente chiesa di S. Nicolò e la chiesetta rurale della Madonna degli Ammalati a cui i Misterbianchesi sono molto devoti e culmina con la festa campestre di settembre, che ha il suo momento più gioioso e suggestivo nella tradizionale “Cantata o’ chianu”, un inno alla Madonna degli Ammalati.

Durante l’esodo per sfuggire al fuoco dell’Etna, i Misterbianchesi si fermarono ai piedi di un robusto ulivo e vi appesero la pesante campana di “18 Cantara” dell’antica Chiesa Matrice affinché con i suoi rintocchi chiamasse a raccolta quanti, atterriti e disorientati per quella immane catastrofe, vagavano sperduti per le campagne. A quel poderoso ulivo fu dato l’appellativo “‘Aliva ‘Mpittata” (ulivo pettorito, robusto).

Nel 1965 è stata posta una lapide vicino all’ulivo per ricordare quel drammatico evento. Al momento della ricostruzione si cercò in tutti i modi di ricreare, il più fedelmente possibile, l’antico paese e, all’incrocio delle prime due strade tracciate nel nuovo sito (oggi via G. Bruno e via G. Matteotti), realizzarono i “Quattro Canti”, cioè la prima piazza, su cui si affacciarono i quattro palazzi appartenenti alle quattro famiglie più importanti del paese. La prima chiesa del nuovo Comune, quella che oggi è intitolata a S. Nicolò, venne costruita molto similmente all’antica Chiesa Madre.

Con la riedificazione della nuova Misterbianco, più a sud rispetto all’antico abitato, venne iniziata la ricostruzione della Matrice i cui lavori iniziarono subito dopo il 1670, ma procedettero a rilento per la scarsezza di fondi. Nel 1888 si ricominciò a parlare della facciata che fu ultimata nel 1905 e realizzata in stile romanico utilizzando pietra di Priolo.

Carnevale di Misterbianco

Il Carnevale di Misterbianco

Il Carnevale di Misterbianco è fatto di storia. Il primitivo modello di questa “festa paesana” nasce negli anni quaranta da una antica tradizione legata alle “Maschere”, una sorta di commedia dell’arte siciliana che impegnava improvvisate compagnie locali in recite di vere e proprie “farse” singolari e grottesche. “‘A Maschara” veniva rappresentata nei quartieri più antichi e popolari del paese e sin dal suo debutto, la domenica di carnevale, era accolta da migliaia di misterbianchesi che, dopo il tradizionale pranzo a base di salsiccia e “maccaruni a setti puttusa” (maccheroni con sette buchi), si riversavano nelle strade per non perdere il tanto atteso spettacolo.

Nella “Mascara” si intrecciavano noti personaggi locali che, nel rispetto di un canovaccio rigorosamente scritto in vernacolo, come veri “istrioni” affascinavano il pubblico con trovate, doppi sensi e dicerie. Questi talentuosi “poeti dialettali”, negli anni del dopoguerra, ripresero con maggiore vigore la rappresentazione della “Mascara”, aggiungendo alla satira di costume i mutamenti sociali, culturali ed economici conseguenti ai misfatti dei recenti eventi bellici. In tempi segnati dalla povertà, l’unica oasi di divertimento restava il carnevale e fu, in quel particolare periodo, che nacquero “I tambureddi”, locali da ballo al chiuso realizzati all’interno delle modeste case di allora, dove giovani e meno giovani, rigorosamente mascherati, sin dalle prime ore del pomeriggio, si immergevano nel vortice gioioso della festa accompagnati dalle musiche di tamburini e fischietti o dal suono di un grammofono a tromba. Negli anni cinquanta a questo modello di ritrovo si aggiunsero “I fistini”, locali notturni approntati per l’occasione in quasi tutti i quartieri del paese, dove la musica, la danza e l’allegria la facevano da padrona per l’intera notte.

Questi frequentatissimi veglioni erano preceduti dal “ballo in piazza”, luogo che, fino agli anni settanta, rimarrà protagonista assoluta del carnevale di Misterbianco, un palcoscenico senza confini pronto ad accogliere, in un goliardico festino sotto le stelle, indigeni e forestieri. Ogni sera, i giovanotti del paese, come esposti in vetrina, aspettavano ai bordi della piazzetta, che le ragazze, chiuse dentro un “dominò” di raso nero, con cappuccio, maschera e veletta, venissero ad invitarli a ballare . Indossando questo tipico costume che le rendeva assolutamente irriconoscibili, in questo speciale periodo dell’anno, le donne potevano condurre il gioco e prendere qualunque iniziativa. Di solito “le babbalute”, così venivano chiamate quelle donne incappucciate, sfruttavano quell’occasione per giocare con l’arte della seduzione, per liberarsi da ogni forma di inibizione e per rivendicare la libertà spesso mortificata.

Carnevale di Misterbianco

In quel carnevale d’altri tempi si aspettava il “giovedì delle comari”, antecedente al giovedì grasso, quando sempre le donne, protagoniste assolute, andavano in giro a farsi visita per spettegolare e mangiare assieme, ma soprattutto per sognare nuovi amori, consolidare vecchie amicizie e crearne di nuove. Un fascino particolare, all’epoca, assumeva il martedì grasso, quando i personaggi storici di quel carnevale, i tanti paesani che avevano innato il senso dell’improvvisazione, si scatenavano nella “cuppiata”, il lancio di uova, cannoli e panzerotti. Una vera battaglia che iniziava nelle prime ore del pomeriggio e si concludeva all’imbrunire, mietendo vittime soprattutto fra gli ignari forestieri e imbrattando i muri.

Altrettanto suggestivo e di grande fascinazione era il rogo purificatore, prima delle ceneri, del “Re Carnevale”, un pupo di pezza, realizzato con fieno e paglia, vestito con vecchi stracci e agghindato a festa con collane di salsicce, che era facile vedere sul tetto, nel cortile o sul cancello delle case. Quella fiammata, che sprigionava il fantoccio, era una sorta di liberazione dagli eccessi alimentari e amorosi commessi durante questo periodo. Ma quella era l’epoca anche dei “Callà..uss!”, quando i giovani, nella settimana grassa, avvicinandosi furtivamente alle spalle dei passanti ne sporcavano i vestiti con gessetti farinosi e dell’A’ ntinna, albero della cuccagna, un palo unto di grasso e sapone sulla cui cima pendevano appetitosi premi: prosciutti, salsicce e altri generi alimentari. Per scalarlo i concorrenti si organizzavano a squadre, si disponevano a piramide e, aiutandosi con cenere e farina, cercavano di attenuare la scivolosità dell’antenna per aggiudicarsi la ghiotta vincita.

Con la fine degli anni settanta molte di queste “consuetudini grasse” scomparvero e iniziò ad emergere e l’odierna strutturazione del carnevale. In quegli anni qualche sparuto gruppo cominciò a organizzare le “maschere spontanee” e a farle sfilare per le strade del centro storico di Misterbianco. Nacquero i primi rudimentali carri e i prototipi dei primi costumi. Gli anni ottanta segnarono la svolta storica e, grazie all’intuizione geniale dei soci del CUP (Circolo Universitari e Professionisti), fecero la loro apparizione per le vie del paese i primi fantasiosi costumi che, in breve tempo rimpiazzarono i “veglioni”, il “ballo in piazza” e l’uso dei luccicanti dominò.

Carnevale di Misterbianco

Il 1981 può essere definito l’anno zero del carnevale misterbianchese. Pionieri della storica sfilata furono un gruppo di amici che facevano capo a Turi Campanazza e Tanino Squadrito, i primi “capi popolo” della cittadina. Percorrendo un tratto della via Garibaldi, gli sfidanti presentarono rispettivamente l’OLD WEST e INTERNATIONAL CIRCAZZO. Il risultato fu entusiasmante e i partecipanti, avendo vissuto i preparativi e la sfilata come un momento di svago e divertimento, auspicarono una ripetizione dell’iniziativa, rendendosi disponibili affinché l’idea non rimanesse isolata e venisse ripetuta annualmente. La promessa fu mantenuta. Da allora le mura cariche di fascino del centro storico hanno fatto da cornice a carovane di sfilate di carri scenografici e costumi. A Misterbianco si trova il Museo dei “Costumi più belli di Sicilia, che ha sede presso lo “Stabilimento Monaco”, antico opificio industriale distrutto da un incendio nel 1922 e completamente ristrutturato nei primi anni duemila. Da ieri passiamo all’oggi e penetriamo nel programma del Carnevale di Misterbianco 2019.

[La Sfilata, in programma per domenica 24, è stata rinviata a giovedì 28 febbraio].

 

PROGRAMMA

Venerdì 22 febbraio

Alle 9:30 – Campo Sportivo “V. Mazzola”

Triangolare A 11

Un coriandolo per la solidarietà, a cura della Consulta Comunale per lo Sport, con la partecipazione straordinaria della All Stars Sicilia

Domenica 24 febbraio

Dalle ore 16:30 – Circuito cittadino

Sfilate de “I Costumi più belli di Sicilia” e dei carri scenografici

Giovedì 28 febbraio

Alle 10 – Centro Città

“A Spasso con Re… Burlone ”
sfilata a tema degli alunni delle scuole misterbianchesi in compagnia delle mascotte dei Cartoon, animatori e giocolieri

Alle 18:30 – Centro Città

Parata di Carnevale, con artisti di strada, mascotte dei cartoon, e i SAMBAZITA

Venerdì 1 marzo

Alle 19 – Capannoni Carnevale-Movicar

“Una Pentola di… Coriandoli”
Confronto tra i Cuochi delle Associazioni di Carnevale: degustazioni di piatti tipici, salsicce e chiacchiere, accompagnati da vino e musica

Assegnazione Trofeo “CULI..NARIA 2019”

Sabato 2 marzo

Alle 9:30 – Giro turistico della città

Visite guidate ai Musei cittadini (navette gratuite per visitatori e turisti)

Stand gastronomici in Piazza Mazzini

Alle 19:30 – Via G. Bruno – Via G. Matteotti

Defilè di “Costumi in passerella”, conduce Ruggero Sardo e con Cecilia Rodriguez per madrina della serata

Diretta su Video Mediterraneo canale 11 ore 20:30

Domenica 3 marzo

Alle 10:30 – Piazza Mazzini

“Divertilandia” Parco dei divertimenti, artisti del gruppo “Coriandolata”, Stand gastronomici

Alle 13 – Piazza Pertini

Camper Party – Carnaval

premio alla creatività

Alle 15 – Piazza Mazzini

Speciale annullo filatelico (versioni precedenti)

annullo postale commemorativo “I Costumi più Belli di Sicilia” 2019

Dalle 16:30 – Circuito cittadino

Sfilate de “I Costumi più belli di Sicilia” e dei carri scenografici

Viva Misterbianco e il suo meraviglioso Carnevale.

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