Condividi

Coronavirus: il governo detta regole e multa, ma per le imprese che ha fatto?

lunedì 19 Ottobre 2020

Mettete la mascherina, lavatevi le mani , mantenete un metro di distanza, non uscite da casa se non per motivi inderogabili.

Tutte raccomandazioni giuste e, sottolineo, da rispettare.

scaglioneMi sembra di sentire mio padre e mia madre.

Stai attento ad attraversare la strada, non fare tardi la sera, lavati i denti, fai i compiti, e così via.

Sapete dove sta la differenza tra i governi (nazionale, regionale, comunale) ed i miei genitori?

I miei genitori hanno sempre fatto di tutto per non farmi mancare niente, come dovrebbe fare ogni buon genitore.

I miei genitori hanno dedicato la loro vita alla famiglia, per fare crescere e studiare i figli, anche a costo di privazioni e rinunce.

Nell’era Coronavirus, il governo e tutti questi politici e politicanti, a parte fare raccomandazioni e multe, cosa hanno fatto per i piccoli commercianti, le mini imprese, i professionisti e gli artigiani?

Di cosa si sono privati per questi loro figli?

Di quali meritorie azioni possono fregiarsi tanto da meritarsi il nostro rispetto e gratitudine?

Il governo e la politica dicono che si sono ritrovati una pandemia sconosciuta e nessuno poteva prevedere nulla.

Ma dicono vero ?

Il 31 gennaio di quest’anno veniva dichiarato lo stato di emergenza Covid-19. Parliamo di circa nove mesi fa, cioè 270 giorni.

Sia chiaro di Coronavirus ne parlavano le cronache internazionali ben prima, già da mesi, ma i nostri governanti ne avevano notizia?

Il loro servizio di informazioni, la loro intelligence già da dopo l’estate del 2019 non gli raccontava nulla?

Giornali e televisioni ne parlavano, e loro che facevano? Una verifica, oppure preferivano guardare il Grande fratello ?

Quindi non ci scassino i cabbasisi. Perché non hanno programmato nessun piano di emergenza?

E comunque dopo l’acclarata pandemia, già da maggio medici e scienziati di tutto il mondo parlavano di una seconda ondata tra ottobre e novembre.

E ci risiamo, avevano sei mesi per un progetto di emergenza, inoltre avevano, anzi è più corretto dire “avevamo” la triste esperienza della prima ondata sulle spalle.

Ed invece cosa ci ritroviamo a fine ottobre, cioè dopo nove mesi ?

I banchi monoposto con le rotelle ?

Un nuovo lockdown?

Gli ospedali pieni ed il personale medico e paramedico nuovamente stressato da turni incredibili ed una precaria organizzazione?

Cosa hanno dato alle imprese, a quei piccoli commercianti ed artigiani, ai professionisti ed alle partite iva, che vedono svanire il loro lavoro?

A dimenticavo, qualcosa hanno ricevuto, prestiti!

Cavolo, li hanno fatti indebitare ulteriormente!

Si perché è bene precisare che prima di questa pandemia, i portatori sani di partita iva non andavano certo in giro in Rolls Royce e le vacanze in Polinesia, no miei cari governanti, la crisi già c’era, ed eravate voi che ci invitavate a stringere la cinghia, anche se poi già ci indebitavamo per pagare tasse, gabelle, domande, collaudi, ricorsi , pre-autorizzazioni a cui seguivano le autorizzazioni per finire con  le certificazioni: cioè tutta questa, per citare il grande Eduardo, “a schifezza, ra schifezza, raaa schifezza” della burocrazia!!!

Quindi qualche debituccio ed un po’ di tasse da pagare già le avevamo prima e adesso, grazie al vostro buon cuore, abbiamo altri debiti.

Sapendo della seconda ondata avevate sei mesi per dare un computer ed un collegamento a tutti gli studenti, invece dei banchi monoposto con le rotelle. Certo l’insegnamento in classe è meglio, ma molti studenti sono già a casa, e temo che li andranno tanti altri.
Mi taccio su ospedali, tamponi e ventilatori solo perché se di qualcuno ho rispetto, quelli sono i medici, gli infermieri, gli Oss. Ma le code ed i turni per i tamponi li vedete tutti. C’è un’Italia che sulla sanità naviga a vista, e sicuramente “non mi è dolce navigar in questo mare”.

Chiudo sull’economia.

Più che altro perché, e sicuramente non è una triste battuta, continuando così ci faranno chiudere.

Ma è così difficile capire che non servono altri prestiti ed i tremila o cinquemila euro a fondo perduto per non farci chiudere tutti?

È così difficile capire che la nostra economia si basa sui consumi ?

È così difficile capire che l’ultimo pensiero che oggi ha una famiglia è quello di comprare una camicia, un paio di scarpe, un divano, il frigorifero nuovo, l’automobile e tra poco i pasticcini della domenica?

È così difficile capire che si pensa solo a licenziare ed abolire le “collaborazioni” piuttosto che ad assumere?

E come pensate che tutta questa gente potrà fare la spesa al supermercato se qualcuno che governa non  trova una soluzione per far ripartire i consumi?

Attenzione non cadiamo nel tranello della guerra tra disperati.

È vero che per i dipendenti pubblici ed i pensionati lo stipendio arriva comunque ogni fine mese, ma è bene ricordare che in un terreno arido e secco non cresce né sopravvive nessun seme.

Cosa diversa per coloro che con la tasca piena o lo stipendio sicuro si permettono di dare lezioni. Abbiamo cortesemente, almeno la decenza del silenzio e della comprensione.

Ho iniziato questo mio sfogo ricordando le raccomandazioni dei miei genitori.

Mia mamma e mio papà si guadagnavano il rispetto perché provvedevano ai bisogni familiari più che potevano ed erano, loro, il nostro riferimento quando avevamo un problema. Ne ho presi ceffoni, benedetti ceffoni, se non rispettavo le regole o combinavo qualche cretinata. Ma avevano sempre una parola di conforto ed una soluzione per ogni problema, specialmente quando avevano mesi per rifletterci con giusta saggezza.

Chi ci governa ha il diritto di pretendere il rispetto delle regole, ha il dovere di farle rispettare e deve dimostrare di sapere gestire l’emergenza ormai non più improvvisa e sconosciuta.

Oggi io sento tanto la mancanza dei miei genitori e della loro saggezza, di chi oggi ci governa sono certo che difficilmente tra alcuni anni  patirò l’assenza.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia, Savarino: “La comunicazione ‘social’ non va contaminata, serve una legge” CLICCA PER IL VIDEO

La puntata di oggi si occupa dei principali temi della politica siciliana: dall’acqua pubblica alla necessità di riconsiderare una efficace riforma di settore nei rifiuti. Savarino si sofferma inoltre sull’episodio della scorsa settimana ad Agrigento in cui sono comparse scritte offensive e intimidatori  sui muri della sede dei meloniani

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.