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Il magistrato Mario Conte scrive a Malagò. Le immagini degli insulti ai giocatori rosanero (VIDEO)

lunedì 18 Giugno 2018

Caro Presidente Malagò,
ho riflettuto molto prima di scriverle questa lettera pubblica, che spero leggerà, ma poi alla fine ho deciso di farlo, perché credo che il suo post su Twitter meriti una certa attenzione e, soprattutto, una qualche risposta, da profondo amante del mondo dello sport, quale sono, da quando sono nato.
Perché vede, caro Presidente, lei oggi ha inneggiato alla Promozione del Frosinone, società per la quale, le confesso, fino a ieri nutrivo un po’ di sana simpatia, come per tutte quelle squadre di provincia che con grandi sacrifici riescono ad entrare nel calcio di élite, come una sorta di modello da seguire.
Ed io spero che lei, in assoluta buona fede e pieno di impegni, non abbia visto la partita di ieri con il Palermo che ha sancito la promozione in serie A della Sua società modello.

Perché chiunque ieri sera ha visto la partita, e mi creda sono stati in tanti, tifosi e non, non può non aver capito che quella è stata la dimostrazione più evidente di cosa NON debba essere lo Sport, così come lo intendiamo noi, forse illusi, amanti di questa nobile disciplina.

Perché cominciare a simulare dal 4’ minuto, giocare duro fin da subito e soprattutto cercare di condizionare l’arbitro (riuscendoci purtroppo…) per tutta la gara non è Sport ma tutt’altro.

Per non parlare dell’ignobile farsa finale del tempo di recupero, in cui tutti, giocatori, raccattapalle e pubblico, hanno avuto come compito quello di impedire di giocare, lanciando palloni in campo ed arrivando addirittura ad impedire che l’arbitro fischiasse regolarmente la fine.
Se può, La prego, di rivederla.
Stavamo tutti cercando di leccarci le ferite, perché sa, caro Presidente, noi a Palermo nel mondo dello sport ne abbiamo fin troppe, quando è arrivato il suo post, quasi di beffa, che non possiamo proprio accettare, non tanto noi anziani, che ormai abbiamo fatto il callo, ma soprattutto giovani, quelli che lo Sport vero non l’hanno purtroppo mai visto sul serio.
Perché non ci può dire che quello che abbiamo visto ieri è un modello di società sportiva.
Quello che abbiamo “ammirato” ieri e’ uno spot perfetto su quello che dobbiamo insegnare ai nostri giovani a non fare, se vogliono praticare lo Sport con la S maiuscola.
Quindi, caro Presidente, la prossima volta che vuole celebrare qualcosa o qualcuno, la prego di documentarsi per bene.
Perché Lei dovrebbe essere la figura di vertice dello Sport in Italia e lo Sport, in qualsiasi parte del mondo, dovrebbe essere una cosa pulita.
E ieri, mi creda, lo spettacolo che abbiamo visto non lo è stato, in nessun modo possibile ed immaginabile.
Lo Sport dovrebbe essere il modo migliore per combattere la criminalità, togliendo i ragazzi dalle strade e mettendoli nelle palestre, dove non si vince con la violenza ma con il sudore e la fatica.
Ieri è stata solo la dimostrazione di come si possa vincere facendo i furbi ed eludendo palesemente le regole.
Per il futuro si ricordi di questo, per favore, perché Lei ha una grande responsabilità in questo Paese.
Soprattutto verso coloro che ancora credono che lo Sport possa aiutare i giovani ed il nostro futuro.
Cordialmente, Mario Conte

A seguire le immagini della tifosa rosanero Mara Saviano che documenta il clima di intimidazione subito dalla squadra che proprio con metodi mafiosi veniva insultata e cercando di creare stato di ansia e paura per il clima creato ad arte ed in maniera ridicola questi mafiosi di Frosinone proprio loro che stavano dimostrando e come dimostrano le immagini di esserlo davano del mafioso ai nostri giocatori.

Mi chiedo esiste solo la violenza fisica da eliminare oppure anche questa “verbale” e forse …  più questa non è vera aggressione e vera mafia ? non è così che si educano i giovani all’onestà, alla correttezza ed il rispetto per gli altri ha perfettamente ragione il giudice Conte .

Agli organi federali adesso intervenire non per congratularsi con il Frosinone ma per radiarlo visto tutto quel che è successo per dare un segnale forte a che episodi come questi non si ripetano più e non accreditare che con la violenza ed il non rispetto delle regole si può ottenere tutto.

 

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