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Il New York Times incorona la Sicilia meta di viaggio per il 2020

giovedì 23 Gennaio 2020

Il New York Times ha incoronato la Sicilia come una delle mete di viaggio per il 2020, inserendola nella classifica “52 Places to go”. Quest’anno uno dei “contibrutor”, Adam Harney Graham, con poca fatica, visto che la nostra isola è adagiata e cullata dal Mediterraneo, ricca di storia, arte, tradizioni e buona cucina, terra baciata dagli dèi, l’ha scelta e lo ringraziamo perché, pur meritando, questo successo non era scontato.

Come motivazioni della sua vittoria, è settima tra 52 posti in cui andare nel mondo e tra le 3 mete in tutta Italia, si potrebbero addurre: 1) il suo essere culla di civiltà e crocevia di tantissimi popoli che l’hanno dominata e amata, lasciando tracce disseminate in ogni suo lembo; 2) il suo Vulcano, l’Etna, una divinità borbottante e, a volte, agente, custode di tantissime affascinanti leggende; 3) il suo mare, una meravigliosa tavolozza di colori, che va dal blu intenso al verde smeraldo; 4) il suo entroterra, un’isola nell’isola, tutto da scoprire; 5) la sua luminosità, quasi sfacciata, che si contrappone alla sua mistericità, riservata; 6) la sua cucina, varia, ricca di gusto e felici contaminazioni, la più buona al mondo; 7) il suo essere un quadro in divenire che fa da ponte tra Oriente e Occidente.

Ed ecco, invece, la inaspettata chiave di lettura data Graham che, invece, l’ha portato a sceglierla grazie a una  nuova ondata di turismo verde e a gruppi no-profit che hanno iniziato a proporre progetti per “viaggi sostenibili”. Tra questi, EtnAmbiente che, nel 2019, ha lanciato una “app” per supportare locali e turisti nel fotografare e denunciare fenomeni di inquinamento. “Iniziative – come afferma Graham – che in un solo anno, hanno portato alla creazione di una potente rete impegnata a ridurre la plastica e preservare paesaggi e habitat davvero unici”. Insomma, una consapevolezza della ricchezza e della bellezza che, fino a pochi anni, consideravamo “altra” da noi e, oggi, ci spinge a guardarla con occhi diversi, come bene che ci appartiene e in quanto tale va custodito gelosamente.

Il New York Times tra i nostri fiori all’occhiello cita: lazienda vinicola Tascante, sulle pendici dell’Etna, della famiglia Tasca d’Almerita che ci piace definire, con un azzardato parallelismo, “mecenate di terre”, avendo compreso che, proprio come per gli artisti che hanno ciascuno un talento da far emergere, così anche “i suoli e i climi diversi  che attraversano tutta l’isola”, devono essere curati e seguiti con accortezze differenti; la Food Heritage Association di Anna Tasca Lanza che, spostandosi a Contrada Regaleali, a pochi minuti da Vallelunga Pratameno, l’antica Vallislonge, adagiata nella provincia nissena, ha dato vita a un’iniziativa no profit dedicata alla raccolta, promozione e scambio della cultura alimentare siciliana, offrendo residenze, a studiosi, ricercatori indipendenti, creativi, e una scuola di cucina che vuole celebrare i prodotti tipici del territorio.

Adam Harney Graham continua con “I Treni storici e turistici”, Historic Trains of Taste, messi sui binari dalla Fondazione FS Italiane e dalla Regione Siciliana, che in partnership con l’Associazione TRENO DOC e Slow Food Sicilia, accompagnano il viaggiatore alla scoperta dell’isola nel nome di una nuova filosofia di turismo “lento”, un mix vincente fatto di degustazioni e visite guidate mentre, guardando dai finestrini, come in un film, scorrono secoli di storia. Altro giro, altra corsa, questa volta in auto elettrica, tra cibo e arte, del tour operator Uncovr Travel. Una bella realtà citata è quella dell’Hotel Zash, una Country Boutique Hotel, a Riposto, con una stella Michelin nel 2020, che, nel cuore di un agrumeto, permette agli ospiti di essere abbracciati e inebriati dagli odori di una natura rigogliosa  e raggiunti da misteriosi e istintivi suoni, zash, splash, cucù, crag, ciuf, druum, pluff, con cui la Madre Terra vuole manifestarsi, facendosi presenza.

Concludiamo con Palermo, chiamata Zyz, fiore o splendente, dai Fenici e Panormo, tutto porto, dai Greci, in cui la sensibilità green sembra coinvolgere Villa Igiea – Rocco Forte Hotels, plastic free, con infradito di paglia e acqua inscatolata, e NH Hotel che si rinnova in chiave ecosostenibile.

Chiudiamo con un aforisma della poetessa Anne Carson: “L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso”. Cosa che accadrà seguendo gli itinerari scelti dal New York Times e i moltissimi altri che IlSicilia.it vi propone quotidianamente per farvi scoprire un’isola che è un giardino segreto disseminato da indizi che aspettano, solo, di rivelarsi.

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