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Imprese in zona arancione, Anc Sicilia chiede misure urgenti di sostegno

venerdì 6 Novembre 2020

“Tanti negozi sono di nuovo chiusi ma per nessuno sono previsti rinvii delle scadenze fiscali, sospensione dei tributi né sostegno ai consulenti alle prese con le difficoltà create dall’emergenza coronavirus. Tra dpcm e aree a diverse fasce di colore, legislatore e apparati governativi tornano a dimostrare poca attenzione per il tessuto produttivo del paese”. Lo affermano i commercialisti siciliani, che, unendosi alle richieste dei colleghi lombardi e di tutta Italia, chiedono misure urgenti di intervento a favore di esercenti e contribuenti tartassati dalla zona arancione, così come nella zona rossa. Chi ha chiuso non può pagare le tasse come e quando le attività che invece sono rimaste aperte.

“Serve anzitutto una sospensione dei tributi per le imprese costrette a chiudere, ancora alle prese con le difficoltà create dal primo lockdown e oggi con le enormi perdite dovute alle nuove limitazioni, i contributi e i ristori – promessi e in molti casi ancora non arrivati, da soli non bastano”, chiede Francesco Vito coordinatore di ANC Sicilia.

Il responsabile siciliano dell’associazione che rappresenta i commercialisti si unisce poi alla richiesta dei professionisti di tutta Italia nel sollecitare tutele specifiche ai professionisti rimasti bloccati a causa del coronavirus. “La complessità delle procedure non consente ai consulenti delle imprese di lavorare efficacemente in smart working, serve quasi sempre la concreta presenza in studio – spiega Vito – mentre in tanti sono rimasti impediti dalle limitazioni previste in caso di contagio coronavirus. In questi casi bisogna consentire loro di avere un rinvio delle scadenze, per non penalizzare i clienti dei professionisti in quarantena. In questo senso basterebbero dei provvedimenti ad personam da rendere operativi attraverso accorgimenti tecnologici, per esempio, o altri interventi specificamente strutturati”.

Per il coordinatore dei commercialisti siciliani, da mesi impegnati in un confronto serrato col Governo a tutela delle categorie produttive “tutelare i commercialisti in difficoltà significa tutelare le aziende. Mentre nelle previsioni messe in campo per le zone arancioni non sono stati previsti strumenti utili a sostenere concretamente né gli uni né gli altri”.

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