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Inaugurato ad Avola il Fapab research center: dedicato allo studio dei resti umani antichi e moderni

domenica 10 Marzo 2019

Un centro internazionale dedicato allo studio dei resti scheletrici, antichi e moderni. Il primo del genere, nel Sud Italia, dalla doppia natura, ossia di iniziativa privata ma con in fase di sviluppo anche un ramo pubblico.

E’ il Fapab research center, Centro per l’antropologia forense, la paleopatologia e la bioarcheologia. Sorge ad Avola, nel Siracusano, in uno storico palazzo che si affaccia su piazza Umberto I, con la direzione del professore Francesco Maria Galassi, medico e paleopatologo di fama internazionale della Flinders University, in Australia, e la vicedirezione affidata a Elena Varotto, bioarcheologa e antropologa forense dell’Università di Catania, già autrice di importanti studi in Sicilia.

Il Centro – che può contare sulla convenzione con la Casa di cura Santa Lucia di Siracusa per effettuare diagnostica radiologica e già su circa 15 collaboratori del territorio e internazionali – si dedicherà all’antropologia forense, che si occupa dell’identificazione di individui scomparsi e sconosciuti, alla bioarcheologia, lo studio dei resti biologici in contesto archeologico, alla paleopatologia, ossia lo studio delle malattie nel passato e, in parte, anche alla storia della medicina.

Queste discipline permetteranno di comprendere ad esempio la composizione sociale, lo stile di vita e lo stato di salute delle antiche popolazioni. Tra le numerose competenze del Fapab research center ci sarà anche lo studio delle mummie e l’analisi multidisciplinare delle fonti storico-archivistiche e iconografiche, queste ultime oggetto dell’analisi paleopatografica di cui Galassi è uno dei massimi esperti e il cui approfondimento gli è valsa, nel 2017,  l’inclusione nella lista della rivista americana Forbes dei 30 scienziati under 30 più influenti in Europa.

Le attività del Centro richiedono un lavoro interdisciplinare che coinvolge numerose figure professionali, dall’archeologo al criminologo, dall’anatomista allo storico dell’arte, dal medico al filologo. La struttura si sta inoltre convenzionando con numerosi istituti e università italiani e stranieri, in primis la Flinders University.

Il Centro avolese sarà operativo con le sue ricerche su tutto il territorio nazionale. Sono infatti diversi i progetti già commissionati al Fapab. «Tra questi – anticipa il direttore Galassi – lo studio scientifico delle mummie di Caloveto, in Calabria, e quello dell’ipogeo di Santa Luciella ai Librai a Napoli». Chiaro e ambizioso il progetto, sintetizzato dal direttore del Fapab: «Partire da una solida e ambiziosa base nella provincia di Siracusa per assumere una dimensione sempre più internazionale».

«Tra i vari obiettivi del Centro – chiarisce Varotto – c’è anche la didattica e la formazione di giovani talenti». E una nobile mission: «Studiare la morte per comprendere sempre meglio la vita» conclude il vicedirettore del Fapab.

«Dopo aver prestato servizio in alcuni tra i più prestigiosi atenei esteri, sentivo la necessità di una grande sfida scientifica e culturale nel mio Paese» chiosa il professore Galassi che aggiunge: «In questa fase non bisogna fare proclami o promesse tranne quella di lavorare duramente, dando il massimo. Solo così si potranno raggiungere risultati importanti e un giorno colmare il gap con le grandi istituzioni anglo-germaniche».

Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Avola, Luca Cannata, che si è detto «entusiasta e orgoglioso per quello che rappresenta un ulteriore momento di crescita per la città. Il Centro di ricerca, collocato ad Avola – ha aggiunto il primo cittadino – rappresenterà infatti uno straordinario punto di riferimento internazionale per quanti vogliono approcciarsi a questi studi medici e scientifici che partono dal passato per migliorare il presente e, di conseguenza, aiutare la ricerca».

Il sindaco di Avola, dopo aver portato i saluti della deputata regionale Rossana Cannata, a Palermo per improrogabili impegni istituzionali, ha quindi rivelato: «La scelta di investire ad Avola da parte di due professionisti influenti a livello internazionale come Galassi e Varotto e la presenza, oggi, di tanti esperti del settore è per me motivo di vanto e di gioia, ma anche l’occasione per anticipare che presto avvieremo una serie di collaborazioni nel campo culturale a partire dalla realizzazione di un museo del territorio».

Maria Musumeci, direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici, museo archeologico regionale Paolo Orsi, ha portato i saluti di Sebastiano Tusa, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, e ha commentato: «La città di Avola, con l’iniziativa di oggi, costituisce un punto fermo nel campo delle ricerche e delle innovazioni tecniche nella nostra Sicilia orientale. Si tratta di studi che rappresentano un importantissimo supporto alla ricerca archeologica e, in particolar modo, alle deposizioni nelle necropoli tanto che, come Polo regionale, abbiamo già pensato a collaborazioni che necessitano poi di essere codificate. Al di là dell’aspetto scientifico – ha concluso Musumeci – mi preme inoltre sottolineare quello umano, il coraggio cioè di due giovani, come Galassi e Varotto, che hanno e avrebbero molte opportunità di lavoro anche all’estero ma che hanno scelto questo luogo della Sicilia. E’ infatti ad Avola che vogliono scrivere non solo il futuro ma anche quello di tanti giovani che qui potranno trovare una scuola all’avanguardia dove formarsi e crescere».

Tra i tanti partecipanti all’inaugurazione anche Giovanni Taormina, studioso ed esperto d’arte, nonché coordinatore del GruppoArte16, giunto da Palermo per portare i saluti del Gruppo che riconosce l’alto valore scientifico dell’iniziativa e con cui il Fapab instaura una preziosa collaborazione finalizzata alla ricerca multidisciplinare.

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