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Incendi, i villeggianti fuggono in barca e intanto a Palermo i magistrati indagano sulla Regione

mercoledì 12 Luglio 2017

La Sicilia brucia e in quasi tutte le province dell’Isola l’emergenza incendi ha assunto proporzioni preoccupanti. Complice anche il grande caldo di questi giorni, da Messina a Catania, dalla provincia di Palermo al Trapanese, i roghi praticamente non si contano. Ore di paura nel villaggio turistico di Calampiso, a pochi chilometri dalla riserva naturale dello Zingaro, in provincia di Trapani, dove a causa delle fiamme quasi ottocento turisti e ospiti della struttura sono stati costretti a fuggire via mare: imbarcati in fretta e furia a bordo di motovedette della Guardia costiera, di pescherecci e di altre imbarcazioni messe a disposizione dai proprietari di natanti solitamente adibiti ai tour turistici.

Che la situazione a Calampiso fosse grave lo si era capito quando a chiedere aiuto era stato il sindaco del vicino comune di San Vito Lo Capo, Matteo Rizzo, che aveva pubblicato su Facebook un drammatico appello, chiedendo a chiunque fosse in possesso di imbarcazioni di raggiungere il vicino porticciolo per partecipare all’evacuazione degli ospiti del villaggio turistico lambito dal fuoco: «È urgentissimo», aveva scritto il primo cittadino sul suo profilo, ma fortunatamente, l’evacuazione dei turisti è riuscita e a fine pomeriggio l’incendio è stato circoscritto.

Intanto, però, la magistratura vuole vederci chiaro, non soltanto per capire il ruolo quasi certo dei piromani, ma anche per comprendere come le istituzioni si siano trovate impreparate a fronteggiare i roghi, che, occorre ricordarlo, ogni anno in Sicilia tornano con una puntualità quasi perfetta. Impossibile non prevedere, tanto che la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta, per verificare «eventuali inadempienze della Regione siciliana nel sistema della prevenzione». Dunque, non proprio un atto dovuto.

Focolai, intanto, si sono registrati anche nel Palermitano: qui il fuoco ha colpito la località di Giacalone ed è stato necessario l’intervento di un canadair. Situazione drammatica anche a Messina, dove le colline che circondano la città hanno bruciato per il quarto giorno consecutivo. Qui, gli abitanti si sono organizzati alla meno peggio e ieri le fiamme non hanno risparmiato i rioni di Sperone e salice. Anche nella città dello Stretto la procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per capire chi ci sia dietro i roghi.

E sempre ieri, Vigili del fuoco e personale della protezione civile sono stati impegnati in altri incendi nel Trapanese: nella montagna che sovrasta Castellammare del Golfo i roghi hanno divorato molti ettari di macchia mediterranea e sono arrivate a lambire diverse villette. Paura e incendi anche a Catania, dove per alcune ore è stata chiusa la Tangenziale Ovest tra l’innesto con l’autostrada Catania-Siracusa e quello con la statale 114 “Orientale Sicula”.

Fiamme anche in provincia di Siracusa e nel Ragusano, dove sono state colpite vaste aree di macchia mediterranea e qualche bosco.

Insieme ai roghi, intanto, in queste ore divampa anche la polemica politica: i senatori e i deputati del Movimento 5 Stelle accusano la Regione siciliana di “mancata programmazione” e di non avere impiegato sufficienti risorse da destinare alle campagne antincendio: «Si riscontra», sottolineano, «una drammatica carenza di mezzi aerei che, sembrerebbe, sia in parte dovuta anche al numero di elicotteri venuti meno quest’anno a seguito dello smantellamento del Corpo forestale nazionale, causato dalla riforma Madia». Fino allo scorso anno, infatti, la Regione disponeva di elicotteri in proprio grazie a una convenzione con il Corpo forestale dello Stato. La Regione siciliana poi avrebbe fatto richiesta di quattro elicotteri, ma la Protezione Civile non avrebbe ancora deciso se concedere quei mezzi.

 

FOTO ANSA – riproduzione vietata

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