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“La casa dei siciliani” in Europa: l’avvocatura lancia una sfida senza frontiere

domenica 27 Settembre 2020
l'avv. Antonino Centorrino e l'avv. Giuseppe Di Stefano

“L’avvocato in Europa – Nuove frontiere da esplorare”, è il titolo e tema di una convention dell’avvocatura siciliana che si è data appuntamento nelle giornate di venerdì e sabato scorso a Taormina, al Palacongressi per fare il punto sul momento attuale e sulle prospettive concernenti la professione forense in un contesto che vede operativi in Sicilia ben 24 mila professionisti.

La due giorni di Taormina ha visto a confronto i più noti e stimati professionisti dell’avvocatura siciliana, che hanno deciso di darsi appuntamento nella capitale del turismo siciliano per lanciare una vera e propria sfida senza frontiere, con un progetto dedito a rilanciare un settore che riveste un ruolo strategico nella società e intende affrontare al passo con i tempi anche le sfide dell’era Covid.

L’evento è stato organizzato dall’Unione degli Ordini Forensi di Sicilia, con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Messina. Ad introdurre i lavori sono stati l’avv. Giuseppe Di Stefano (presidente Unione Ordine Fori Siciliani), il sindaco Mario Bolognari e l’avv. Domenico Santoro (presidente Consiglio Ordine Avvocati). Sono intervenuti gli europarlamentari Caterina Chinnici, Francesca Donato, Raffaele Stancanelli, Annalisi Tardino. Numerosi gli addetti ai lavori che hanno partecipato al convegno, tra i quali anche l’ex assessore regionale, l’avv. Aurora Notarianni e l’avv. Antonino Centorrino.

“L’Unione – ha evidenziato l’avv. Centorrino – ha un grande progetto nel rappresentare i 16 ordini di Sicilia e i 24 mila avvocati siciliani. Il Covid non ha migliorato la condizione professionale dei colleghi e quindi l’Unione dell’Ordine dei Fori Siciliani ha avvertito la necessità di andare alla ricerca di nuove frontiere ed opportunità di lavoro per i colleghi, specie se appartenenti alle fasce più deboli, tra cui molti giovani. Si riparte da questa convention di Taormina, a cui hanno preso parte gli europarlamentari di Sicilia, che hanno tracciato linee programmatiche e offerto collaborazione. Vogliamo stimolare formazione e specializzazione sia nelle sedi istituzionali locali, sia presso le sedi istituzionali europee. Così abbiamo lanciato l’idea di una Casa dei Siciliani, presso il parlamento europeo, di cui l’avvocatura può farsi interprete e protagonista.

L’avvocatura siciliana, in quanto a competenze e risorse professionali, è tra quelle più all’avanguardia in Europa”. Con i presidenti e i delegati degli ordini di Sicilia sono state dibattute le tematiche forensi e le misure da adottare in questa fase Covid, che condiziona e talvolta paralizza l’attività sociale e giudiziaria. Servono “regole comuni a tutti i distretti giudiziari di Sicilia e di regole minime, uniformi per tutto il territorio, da condividere con la magistratura dell’isola”.

E per questo “è stato redatto e votato un documento operativo “per consentire al cittadino la fruizione dei propri diritti e all’avvocato, in quanto lavoratore, la possibilità di esercitare la professione e sostentarsi senza chiedere elargizioni di favore allo Stato”.

“Con questo meeting – spiega l’avv. Di Stefano – abbiamo posto, a tutti gli effetti, il primo mattone per la costruzione della Casa dei Siciliani in Europa. Spesso gli avvocati stessi hanno avuto diffidenza verso l’Europa ma in Europa ci sono opportunità e strumenti di cui non possiamo non tenere conto ed è lì che si possono costruire nuove regole e diritti. In tal senso, gli avvocati siciliani, possono svolgere un ruolo attivo ed importanti, e dare il loro contributo sotto il profilo legislativo che giurisdizionale”.

“L’Europa – aggiunge l’avv. Di Stefano – riconosce delle provvidenze alle attività produttive ma anche noi siamo un tessuto produttivo importante nella società. Oggi ci sono 4,6 avvocati ogni mille abitanti in Sicilia, la media nazionale e di 4. Il reddito medio degli avvocati siciliani è di 22 mila 500 euro. L’Europa non può dimenticarsi dei professionisti: noi siamo tessuto produttivo vivo”.

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