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La madre di Mario Biondo segnalata a Facebook: “Che ingiustizia, è stato chi l’ha ucciso?”

mercoledì 18 Dicembre 2019

Un’altra amara beffa per la famiglia di Mario Biondo, che da sei anni lotta con grande dignità per accertare la verità sulla tragica fine del cameraman palermitano, trovato morto in circostanze misteriose il 30 maggio 2013 nell’appartamento della moglie Raquel Sanchez Silva in Spagna, a Calle de La Magdalena. Stavolta la mamma di Mario, la signora Santina è stata segnalata da qualcuno Facebook, che ha accolto questa segnalazione nei suoi confronti.

La madre di Mario, com’è noto, non ha mai creduto alla tesi del suicidio e, al contrario, si è battuta sin da subito, insieme al marito Pippo, e con i figli Andrea ed Emanuela, per dimostrare che si sia trattato di un delitto con successiva messa in scena e relativi depistaggi per occultare gli accadimenti della notte del 30 maggio 2013. Una battaglia senza tregua e senza esclusione di colpi, con una famiglia che non si è fermata nemmeno davanti all’esito della terza autopsia che di recente ha riaffermato la pista del suicidio. Una vicenda caratterizzata, in ogni momento, dall’incrollabile volontà dei Biondo di individuare “gli assassini di Mario”, e con la promessa che “pagheranno” il conto con la giustizia.

“Qualcuno – spiega la signora Santina – ha segnalato un mio commento a Facebook. Forse è stata la scritta “pagheranno”? Sicuramente qualcuno/a che ha sulla coscienza l’omicidio di mio figlio”. “La pseudo persona che mi ha segnalato a Facebook, ha comunicato che sto attraversando un momento difficile e mi consiglia a chi rivolgermi se sto pensando al suicidio o a comportamenti autolesionisti. Il Tutor di Facebook che ha accolto questa segnalazione non ha capito proprio nulla. Sarà un deficiente? I miei post sono esclusivamente mirati affinché mio figlio, che è stato ucciso, possa avere giustizia. Sono talmente arrabbiata che spero ogni giorno che gli assassini di miglio figlio “paghino”?. “E’ assurdo. Facebook dovrebbe scusarsi per questa enorme ingiustizia”.

Un episodio, insomma, increscioso che suscita ulteriori inquietanti dubbi e fa riflettere perché appare singolare che qualcuno si sia “preoccupato” di segnalare la signora Santina su Facebook, per edulcorare i suoi comportamenti o magari per frenare l’ostinato desiderio di giustizia di questa donna. C’è da chiedersi in particolare se questa segnalazione a Facebook sia arrivata dall’Italia o se, invece, sia stata fatta al social network da un Paese estero.

il post di Facebook a Santina Biondo

La famiglia Biondo sin qui è stata spesso fatta oggetto anche di attacchi da parte di profili (fake?) che in modo reiterato, con toni alquanto sui generis, hanno mostrato astio e quasi un certo risentimento verso di loro. Profili che, talvolta, si sono persino adoperati per invitare la stampa a spegnere i riflettori delle cronache da questo caso, mettendo in dubbio l’integrità morale di questa famiglia, tuttavia senza dare riscontri oggettivi a tal riguardo. Profili, commenti (e a questo punto anche segnalazioni) dietro alle quali sarebbe interessante capire quale reale identità si nasconde e se si tratta di commentatori estranei a tutti questi fatti oppure no. Aspetti forse marginali a questa storia, oppure no, sui quali l’auspicio, ovviamente, è che le autorità preposte facciano tutti i relativi accertamenti del caso. Un giallo nel giallo in una vicenda che potrebbe presto arrivare alla richiesta di archiviazione delle indagini da parte dei magistrati della Procura generale di Palermo, per effetto degli esiti della seconda esumazione del corpo di Biondo.

La famiglia Biondo si dice pronta anche ad opporsi con i propri legali a questa eventualità e non si rassegna. Per adesso, insomma, non è stato dimostrato l’omicidio di Mario Biondo e allo stesso tempo non è stato dimostrato nemmeno il suicidio. Rimane una lunga serie di inquietanti misteri privi di riscontri e risposte.   

“Quando è la vita – evidenzia, intanto, la mamma di Mario Biondo – ti trovi costretta ad accettare anche se il dolore ti distrugge. Quando avviene per mani assassine , oltre all’immenso dolore, un odio incommensurabile e devi lottare perché la giustizia punisca coloro che sono la causa della perdita del tuo adorato figlio. Io non mi arrendo, voglio complici e assassini in galera”.

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