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“La mafia è più forte dello Stato”. Il sondaggio sugli studenti siciliani

mercoledì 15 Marzo 2017
musumeci

Uno studio sul fenomeno mafioso tra i giovani siciliani. E’ questo il cuore della ricerca presentata stamane dalla Commissione regionale Antimafia presieduta da Nello Musumeci a Palazzo dei Normanni. “I giovani non credono che lo Stato sia più efficiente, più dinamico, più forte e deciso della mafia. E questo è il dato che più mi ha allarmato”. Un’indagine sulla percezione del fenomeno mafioso e del concetto di legalità che ha coinvolto circa 166 studenti della scuola media. Lo studio, condotto sul campione di preadolescenti di quattro comuni siciliani (Barcellona Pozzo di Gotto, Capizzi, Palagonia, Paternò), è stato diviso in due fasce d’età, una relativa alla scuola media inferiore e un’altra sulla popolazione studentesca universitaria, i cui risultati saranno diffusi la prossima settimana.

L’indagine in questa prima fase ha coinvolto 166 studenti tra i 15 e i 17 anni ed in totale stato diviso in due fasce d’età, una relativa alla scuola media inferiore e un’altra sulla popolazione studentesca universitaria, i cui risultati saranno diffusi la prossima settimana. “I giovani non credono che lo Stato sia più efficiente, dinamico, deciso e forte della mafia. E questo è il dato che più mi ha allarmato“. Né i ragazzi interpellati nè i professori – spiega – erano a conoscenza che a condurre l’indagine è stata la commissione antimafia, per non condizionare i risultati della rilevazione”. “Secondo il campione analizzato – dice Orazio Licciardello, del dipartimento di scienze della formazione dell’Università di Catania, che ha curato la ricerca il pizzo è considerato un comportamento più grave del furto in un negozio, ma se si guarda alla risoluzione delle controversie quotidiane la mafia è considerata più rapida, efficiente, decisa e forte dello Stato, nei confronti del quale i ragazzi hanno un atteggiamento misto a neutralità e indifferenza. Scarsa importanza, poi, viene attribuita al pagamento delle tasse”.

Musumeci ha specificato che l’indagine è stata condotta, a titolo gratuito, salvo un rimborso spese per tre esperte che hanno collaborato alla fase successiva dell’indagine sul campione di 18-22 anni, “perché la politica è sobrietà”, ha commentato.”I risultati saranno presentati ai parlamentari, al governo, a presidente dell’assemblea, ai Comuni, alle scuole”, ha aggiunto Musumeci. Lo studio è stato redatto da Orazio Licciardello, psicologo sociale della facoltà di Scienze della Formazione di Catania, che ha condotto l’indagine a titolo gratuito. “Ritengo un onore collaborare con le istituzioni – ha sottolineato Licciardello -. È uno studio che mira a capire i fenomeni sociali. È emerso che non ci sono differenze sostanziali tra gli alunni dei quattro Comuni. Tra gli aspetti positivi c’è il livello molto alto dei ragazzi, l’esigenza di comprendere le informazioni e di proteggere la loro interpretazione. Il pizzo è considerato più grave rispetto ad altri fenomeni, come il furto. I ragazzi ritengono che sia molto grave stampare soldi falsi. Ai giovani lo Stato non suscita aspetti né positivi, né negativi. Per loro la famiglia è l’unico punto di riferimento, mentre lo Stato nel loro immaginario ha un ruolo marginale”.

“La commissione Antimafia prevede anche un’attività propositiva – ha aggiunto Musumeci -. Questo studio sarà trasmesso al presidente dell’Assemblea regionale, ai comuni interessati, al governo regionale e alle istituzioni scolastiche, che rappresentano gli interlocutori privilegiati per approntare i rimedi. Suona un campanello d’allarme da parte dei giovanissimi in una regione in cui l’evasione scolastica ha raggiunto percentuali da primato a livello nazionale. I ragazzi non sapevano che l’indagine venisse condotta dalla commissione parlamentare Antimafia, per evitare di condizionarli. Hanno parlato con assoluta libertà. Adesso dobbiamo capire cosa possiamo fare per convincere i ragazzi che lo Stato è più forte della mafia“.

 

 
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