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“La mia Siria a Palermo”, in mostra gli scatti del reportage di Tiziana Gulotta

domenica 10 Novembre 2019

La guerra scoppiata in Siria nel 2011 ha generato migliaia di morti tra i civili e provocato la fuga oltreconfine di intere famiglie che sono state costrette a vivere nei campi profughi in Libano, Giordania e Turchia. Alcune di queste famiglie sono riuscite per fortuna ad arrivare in Europa.Così è accaduto alla famiglia protagonista del reportage fotografico “La mia Siria a Palermo” della giornalista Tiziana Gulotta, con un’esposizione degli scatti inaugurata sabato 9 novembre presso l’Opificio delle idee in via Danisinni 38.

Bushra e Naem, genitori di quattro bambini, sono scappati da un piccolo villaggio nella provincia di Hasakah, nella Siria Nord orientale, uno dei territori  devastati  dall’Isis ezona colpita di recente dall’offensiva militare turca. In Siria, Naem faceva il ristoratore e la sua vita scorreva tra il lavoro e la famiglia fino a quando la tragica realtà della guerra li ha costretti a scappare nel vicino Libano, in uno dei più affollati campi profughi dove scarseggiano i mezzi per fronteggiare un’emergenza che ormai è diventata la norma. La storia di Bushra e Naem, è simile a quella di migliaia di connazionali che hanno perso tutto, casa, affetti, lavoro e sono fuggiti dalla loro terra in cerca di un posto sicuro. Nel 2016, la coppia e i quattro figli sono arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari, un progetto pilota della comunità di Sant’Egidio. Dopo una prima esperienza a Polizzi Generosa, la famigliola si è trasferita a Palermo in cerca di nuove e migliori opportunità.

Quindici scatti a colori (formato 30×45) narrano la vita normale ritrovata in città anche se a migliaia di chilometri dalla casa di origine. Per diversi mesi, l’autrice delle foto ha seguito la famiglia siriana in vari momenti della  vita quotidiana. Le immagini  ritraggono i rifugiati siriani a lavoro in una pizzeria della città ed anche nei momenti di relax a Mondello oppure in piscina, all’interno delle pareti domestiche o al mercato Ballarò per fare la spesa, durante le funzioni pasquali in città e così via.

Le foto si aggiungono alle trenta foto del  repertorio vintage dal titolo  “Syria 99 reportage vintage kodak film”già presentata nel 2016, nell’ambito del progetto ‘Per non dimenticare la Siria’,realizzate dalla giornalista ‘on the road’, durante il suo soggiorno di studio in Siria tra il 1994 e il 1999, sotto il regime di Hafez Hassad, prima dell’Isis e di Al Qaeda. La guerra in Siria è in apparenza terminata ma numerose sono le cause irrisolte. Il ritorno a casa si fa per molti profughi siriani sempre più lontano. L’unica soluzione possibile sembra quella di rimboccarsi le manichee cominciare una nuova vita a partire da zero in Europa.

La location della mostra: Opificio delle idee – via Danisinni 38

Un open space che ha l’aria di un loft industriale e che ha aperto per la prima volta al pubblico. Un ex deposito, nel quartiere Danisinni, che era in stato di abbandono ma che è stato portato in salvo e sarà utilizzato per ospitare eventi culturali. Il Danisinni è un rione di origine araba rimasto per decenni invisibile ma che da qualche anno ha intrapreso un percorso di riqualificazione grazie all’operosità di artisti, di un gruppo di volontari e frate Mauro Billetta alla guida della parrocchia di Sant’Agnese, impegnati nella lotta per il riscatto del quartiere.

Tra i tasselli di questa rinascita oltre all’Opificio delle idee vi sono la fattoria didattica, l’orto sociale, il circo, il teatro, il museo e la biblioteca ed anche la street art che con il coordinamento dell’Accademia delle Belle Arti, sta creando una mostra cielo aperto trasformando i prospetti delle case in suggestivi murales. Artisti locali e internazionali hanno trovato ispirazione per esprimersi proprio tra i vicoli di questo quartiere.

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