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La Pasta con i Tenerumi: una luccumarìa della tradizione | LA RICETTA

lunedì 1 Giugno 2020
Pasta con i tenerumi

Il vento d’estate, che comincia a respirarsi, fa venire in mente delle luccumarìe, come la “Pasta con i tenerumi“, che vedrà la femmina “regina autorevole” e il maschio, tutto un pititto, suo “suddito servizievole“. Questo tripudio di sapori, infatti, è cedimento dei sensi e il coniuge, in cui la debolezza sarà mischiata a forza e tenerezza, al solo sentirne il profumo, osservando la propria donna ai fornelli, magnifica Afrodisia, grato per questa coccola culinaria, dirà sì a qualsiasi richiesta. Non ci credete? Provare per credere.

La pasta con i tenerumi, pur essendo una pietanza estiva, è una minestra molto apprezzata che, facendo dimenticare il caldo e il sudore, fa parte del cosiddetto “cibo del conforto“ perché ci consente di compiere un meraviglioso viaggio all’indietro, fino alle nostre radici, catapultandoci nella nostra tradizione contadina, in quella “cucina di sopravvivenza” che, nei periodi di povertà, faceva tesoro di ogni parte commestibile della pianta. Pensate al nome, Tenerumi che, richiamando la tenerezza, indica proprio le foglie più tenere della “zucchina lunga” o “zucca serpente di Sicilia”, così chiamata perché nella coltivazione libera sul terreno si ricurva, prendendo la tipica forma di un serpentello. Conosciuta anche come cucuzza longa, cucozza, cucuzzella, zucca verde, lagenaria da pergola, zucchina d’acqua, ha una polpa molto tenera e porosa ed è preferibile mangiarla quando è ancora giovane (40 cm. di lunghezza circa) perché, crescendo, rischia di diventare fibrosa e riempirsi, al suo interno, di semi.

Un particolare importante è che per il suo apporto calorico molto basso, contenendo acqua fino al 90%, è perfetta per una remise en forme “post Covid-19. Una curiosità fa risalire le prime tracce di questa specie  a ritrovamenti datati oltre 7000 anni a.C., tanto che pare sia stata la prima specie di zucca conosciuta al mondo, coltivata dai Fenici, usata in India e in Africa per la realizzazione di strumenti musicali. Adesso, però, andiamo alla ricetta che segue gli insegnamenti delle nostre nonne, maestre, anzi cattedratiche in cucina.

Per 4 persone:

  • 300 g di spaghetti spezzettati (la quantità dipende dal vostro essere buone forchette)
  • 4 mazzetti di tenerumi (di cui si mettono solo le cime)
  • picchi pacchi (aglio, olio, pomodori pelati)
  • sale q.b
  • abbondante  olio Evo

Procedimento:

  1. Pulite i tenerumi e usate la parte più tenera; spezzettateli e sbollentateli in acqua salata.
  2. Scolateli al dente e conservatene l’acqua di cottura.
  3. In una casseruola, in abbondante olio, fate imbiondire l’aglio, aggiungete il pomodoro pelato, salatelo e, a metà cottura, incorporate i tenerumi, che farete insaporire per 10 minuti circa.
  4. Cuocete gli spaghetti spezzettati nell’acqua di cottura dei tenerumi e, a fine cottura, versateli, non colati del tutto, nella casseruola. Fateli riposare qualche minuto e aggiungete olio a crudo e pepe a piacere.

Buon profumo d’estate, che si avvicina a grandi passi, con la “pasta con i tenerumi”.

 

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