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“La politica è una cosa, il risparmio un’altra cosa”. Miccichè attacca la “demagogia dei tagli”

giovedì 21 Dicembre 2017

“La politica è una cosa, il risparmio è un’altra cosa”.

Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè incontra i giornalisti per gli auguri di Natale e fa il focus su una serie di argomenti del Palazzo.

Sui tagli Miccichè, ringraziando Padre Cosimo Scordato che gli ha scritto una lettera in cui, tra le altre cose, gli chiede di non aumentare i costi del funzionamento della macchina amministrativa dell’Ars, ha dunque ribadito che i tagli non si possono riproporre: ”C’è una legge che lo dice”.

“Io non voglio aumentare tutti, ma il Segretario generale non può guadagnare quanto un assistente parlamentare. È un errore immaginato da Marx che il capitalismo ha ribaltato. È attraverso il merito che si può guadagnare di più. Il 31 dicembre scade per legge il termine per il taglio degli stipendi che è stato fatto. È stato consentito in via eccezionale che i tagli si facessero come una tantum”

E poi ha proseguito: “Vorrei che le cose fossero scritte per quello che sono, la buona volontà ci sarà da parte di questa presidenza, ma non ci dobbiamo prendere in giro. Il mio compito è gestire l’Aula e l’amministrazione dell’Assemblea. Oggi ci sono tanti giovani, bravissimi, che non hanno più un maestro, che non sanno come si fa. Si sono improvvisamente trovati senza più una guida. Bisogna rafforzare la struttura dell’amministrazione. Non ho intenzione di prendere dirigenti esterni  se posso evitarlo. Sono andati via 15 dirigenti”

Riferendosi al suo predecessore Giovanni Ardizzone, Miccichè ha aggiunto:”Che qualcuno si sia vantato di fare i tagli, lo ringrazio, ma oggi quest’Assemblea deve funzionare in maniera straordinaria”.

“Il 31 dicembre di quest’anno scade il termine di legge per il taglio degli stipendi dei dipendenti dell’Ars, taglio che e’ stato fatto. Oggi – ha aggiunto Micciché – la legge vieta che questi tagli vengano rifatti a partire dall’1 gennaio: c’e’ un parere della Corte Costituzionale che ritiene illegittimo fare quei tagli, che si dovevano fare una tantum”. Micciché  ha quindi sottolineato che “a marzo-aprile vedremo quello che fanno in Senato: se riproporranno questo sistema ci adegueremo”.

E infine ha detto: “Chiedo al governo il rispetto dell’Assemblea e mi pare che fino a ora ci sia stato. Gli assessori sono stati presenti anche quando non era necessario. Il rapporto sarà quello che determinerà il funzionamento complessivo del bene pubblico. Credo che con questo governo si possa ragionare. Non mi ritrovo assessori che mi dicono :”dobbiamo fare una cosa che ci conviene, ma  mi ripetono facciamo quello che serve alla Sicilia”

Miccichè, rispondendo alle domande dei giornalisti ha anche detto che è giusto che i tecnici dell’informazione e la stampa possa entrare in aula a seguire i lavori, impegnandosi per cambiare le attuali regole: “Una cosa è guardare la partita in televisione ascoltando il telecronista, altra cosa è stare allo stadio e osservare con i propri occhi”

Sul voto imminente dell’Aula ha dichiarato: “Ho incontrato il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo: abbiamo chiesto ai dem un nome per il Consiglio di presidenza perché non è possibile che rimangano fuori. La maggioranza voterà per uno dei nostri e per il candidato del Pd”.

 

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