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La Rap fa crack, ecco perchè il sistema della raccolta rifiuti a Palermo è in crisi

giovedì 24 Gennaio 2019

Un’emorragia che stenta a fermarsi, è quella della condizione economica della Rap. L’azienda a capitale pubblico del Comune di Palermo, stando alle parole del presidente Giuseppe Norata, vanta un credito da parte della amministrazione guidata da Leoluca Orlando, superiore ai 40milioni di euro.

Un loop continuo oramai da anni: l’emergenza rifiuti nel capoluogo siciliano e i dati inerenti alla Rap Spa, non sono del tutto confortanti, anzi… sembrano proprio disastrosi. Qualche mese fa (settembre 2018), dagli uffici del comune di Palermo è stata emessa una relazione inerente al primo semestre 2018. Leggendo numeri e cifre, la prima notizia che salta all’occhio è “lo stato di crisi” della società stessa.

Stando ai dati della relazione, infatti, il valore della produzione al 30/06/2018 è pari a circa 62milioni di euro con uno scostamento negativo di 11 milioni, rispetto al dato preventivato (-15,27%). Il costo della produzione è di circa 68 milioni di euro con un “negativo” di quasi 4 milioni di euro, rispetto al dato di budget (-5,40%). Questo scostamento, dice la relazione tecnica “è inferiore rispetto a quello registrato dal valore della produzione, il che denota una forte rigidità della struttura dei costi operativi aziendali che, in mancanza di correlati fattori remunerativi, fornisce un quadro della gestione che, oltre ad essere non economica, rischia di compromettere il mantenimento delle condizioni atte a garantire la continuità aziendale e l’erogazione dei servizi pubblici affidati”. Che detto ‘in soldoni’ vuol dire che si spende e si guadagna davvero poco; e osservando i costi del personale, la situazione dell’azienda, non migliora di certo.

Per la sezione igiene ambientale si registra, infatti, un costo di circa 42 milioni di euro, con un aumento dei costi rispetto al budget pari a (+) quasi 700mila euro.

Per la manutenzione strade, si aggira intorno ai 2milioni e novecentomila euro, con un lieve scostamento negativo (-88.557 euro), “realizzato solo per la mancata attivazione dei progetti obbiettivo”. A questo, nella relazione, si evidenzia come incrementa anche il “lavoro straordinario” per entrambi gli apparati.

Dai dati scaturiti, la relazione sottolinea una perdita esatta di 6.389.819 euro. Circa un milione di euro al mese.

Giuseppe Norata - RapMa il presidente della Rap, Norata, insediatosi ad agosto 2018 nell’azienda comunale, cerca di gettare acqua sul fuoco, dichiarando a ilSicilia.it: “Appena mi sono insediato è chiaro che non avevo la bacchetta magica ma abbiamo adottato dei correttivi gestionali. Già nella mia relazione di fine settembre presentata al comune, abbiamo fatto intravedere una inversione di tendenza, riducendo la perdita mensile: da un milione di euro a 500mila, circa”.

Per il tecnico di area Pd, che ha ricoperto il ruolo di liquidatore dell’Ato 5, il debito da parte dell’amministrazione di Palermo nei confronti dell’azienda “potrebbe essere uno degli anelli deboli che caratterizza il sistema dei rifiuti”. “Quando mancano le risorse finanziarie – continua Norata –  o tardano ad arrivare, è chiaro che il sistema si inceppa. Qualsiasi attività produttiva che ha una crisi di mercato, se blocchi la produzione, eviti l’emoragia. L’unico sistema in cui non puoi toccare la produzione, è proprio sui rifiuti. Noi a fine dicembre vantavamo un credito di 55milioni di euro nei confronti del comune di Palermo. Oggi è di circa 43milioni“.

Rassicurazioni? Forse… Ma per l’ex candidato a sindaco e consigliere comunale Fabrizio Ferrandelli la situazione ‘Rap’ è abbastanza semplice: “I conti dimostrano – dice al nostro giornale – come alla base manchi un piano industriale chiaro e l’inadeguatezza consequenziale del contratto di servizio”.

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