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L’affascinante storia del violino di Termini Imerese

giovedì 22 Aprile 2021

Sette anni fa veniva restituito, dopo 41 anni dal furto, alla fruizione pubblica, a seguito di una importante e complessa azione di recupero messa in campo dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, alla Città di Termini Imerese, il prezioso violino “Matteo Gofriller” (padre della scuola veneziana; nato a Bressanone nel 1659 circa, nel 1685 inizia a lavorare per Martin Kaiser di cui nel 1690 rileva il laboratorio, divenendone il proprietario. Ben presto diventa uno dei maggiori liutai italiani. Il suo lavoro si ispira alla scuola cremonese e nello specifico ai lavori di Antonio Stradivari).

Il violino di proprietà della Città di Termini Imerese è conservato e fruibile presso il Museo Civico di Termini Imerese; è databile al 1710, secondo l’esperto liutaio palermitano Fabio Nicotra, che aggiunge: “Il riccio di scuola veneziana e il piano non sono originali. La vernice tipica di Goffriller la possiamo vedere nel fondo e nelle fasce molto corposa sicuramente a olio con un bellissimo sottofondo giallo-oro tipico della scuola italiana con sopra una vernice rosso-bruno molto intensa. Molto elegante e di esecuzione eccellente è il filetto con punte perfette e armoniose”, risultava tra le opere trafugate fra fine luglio e il 23 agosto 1973 e denunciate alle autorità competenti dal soprintendente Scuderi con nota n. 2984 del 3 settembre 1973.  Il prezioso violino fa parte della ricca e interessante collezione museale. In occasione di iniziative di valorizzazione e promozione culturale delle opere museali, giovani e qualificati musicisti (Aura Fazio, Giovanna Pia Ferrara e Riccardo Obiso) hanno deliziato con le soavi note visitatori, studiosi, studenti e appassionati, perché come scrive Alessandro Baricco: “A volte le parole non bastano. E allora servono i colori, le forme, le note e le emozioni“.

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