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L’Antimafia nazionale avvia un’inchiesta sul sistema Montante

lunedì 21 Ottobre 2019
Montante

Il caso Montante arriva a Roma. L’Antimafia nazionale ha intenzione di accendere i riflettori sul caso giudiziario di Caltanissetta. L’imprenditore nisseno, condannato a 14 anni per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico, è anche indagato a Caltanissetta per riciclaggio. Adesso i pm e gli addetti ai lavori cercano i fondi con i quali probabilmente l’ex big di Confindustria avrebbe pagato mazzette in circostanze tutte da chiarire. A Roma prende il via un’indagine ufficiale e il consiglio di presidenza della commissione ha già fissato le prime due audizioni, entrambe in programma per domani (martedì 22 ottobre ndr). Si apre con l’audizione del giornalista Gianpiero Casagni. Poi seguirà, in serata, Attilio Bolzoni.

I due giornalisti, entrambi parte civile del processo in corso, sono stati i primi ad anticipare il terremoto che ha investito oltre che l’ex presidente di Confindustria anche numerosi soggetti che riguardano la politica, le forze dell’ordine e le istituzioni. Inoltre, i due sono stati entrambi oggetto di dossieraggio da parte di quella “rete” che aveva costruito Montante attraverso sue persone di fiducia.

Il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, vuole capire, in primis, il rimpallo di responsabilità fra Viminale e Palazzo Chigi, sulla mancata costituzione come parte civile al processo Montante. Inoltre cercherà di far luce sulle ombre e frequentazioni che l’ex paladino dell’antimafiaaveva innescato al di là della Sicilia.

Questo è quanto scrive il presidente Morra su Facebook: “La storia di Montante non appartiene solo a lui perché dentro di sé ha un pezzo d’Italia con il sangue marcio, avvelenata dalle convenienze e dai ricatti, un’Italia che si fa sempre sedurre dell’esclusività dei cerchi chiusi, che cede sempre ad impulsi osceni, che per sopravvivere a se stessa non esita ad aggregarsi in forme non percepibili alla vista ma che trasudano umori infetti. Un’Italia asservita alle mafie ‘incensurate’, un’Italia da bonificare convincendola a seguire la logica della verità, delle regole, e non della furbizia e della convenienza individuale”.

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