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Lavoro, i dati parlano chiaro: la Sicilia è sempre più indietro

mercoledì 21 Giugno 2017
corteo-lavoro

Battuta d’arresto per il mercato del lavoro in Sicilia. Nel primo trimestre del 2016 il numero degli occupati era al 39,9% ed e’ aumentato fin al 40,8% del secondo trimestre ma è sceso nel quarto trimestre attestandosi al 39,7%. Sono i dati che emergono dal rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia siciliana per il 2016, presentato a Palermo.

L’occupazione è diminuita mentre è cresciuta nel Mezzogiorno e nel complesso del Paese. Il calo dell’occupazione ha interessato gli uomini che sono stati maggiormente colpiti mentre dal 2014 le donne continuano a fornire un contributo positivo. Si e’ ridotta l’occupazione dei lavoratori autonomi, dopo due anni in positivo. In generale il tasso di occupazione nel 2016 si attesta al 40,1%, con un incremento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. Il numero degli occupati si è ridotto nel settore all’industria in senso stretto, nell’agricoltura e nelle costruzioni. Solo nel settore dei servizi c’e’ stata una crescita.

Il numero dei contratti a tempo indeterminato, che sino alla fine del 2015 avevano beneficiato degli sgravi fiscali, sono diminuiti al 33,9% mentre di contro sono cresciti i rapporti a termine e dell’apprendistato. Oltre un terzo delle nuove assunzioni a tempo indeterminato ha beneficiato dell’esonero contributivo.

Il tasso di disoccupazione invece si aggira al 22,1% nel 2016, in crescita rispetto al 2015 (21,4%). I giovani fra i 15 e i 24 anni sono i piu’ penalizzati (57,2% nel 2016 contro il 55,9% del 2015). Solo per i giovani tra i 25 e i 34 anni (dal 32,3% del 2015 al 31,4% del 2016) e per chi possiede almeno la laurea (dal 12% del 2015 all’11,7% del 2016) c’e’ stata una riduzione. A fronte della lieve riduzione dell’occupazione, le persone in cerca di lavoro sono aumentate e la crescita si e’ concentrata nella seconda meta’ dell’anno. Diminuiscono gli inattivi. Per chi ha perso un lavoro dipendente e’ piu’ difficile rientrare nel mercato del lavoro. Infatti i laureati hanno avuto meno difficolta’ a trovare un nuovo impiego. Solo il 5,2% dei lavoratori che hanno perso un lavoro in regione lo ha ritrovato entro 3 anni in un’altra (11,7% nella media delle regioni italiane). La propensione a muoversi fuori dall’Isola è maggiore per gli uomini, per i giovani e per i piu’ istruiti. I lavoratori che si sono spostati sono stati assunti con contratti a tempo indeterminato e il loro periodo di inoccupazione e’ stato, in media, più lungo rispetto a quello di chi e’ rimasto in Sicilia.

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