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Le Camere di Commercio di Ragusa e Siracusa rimangono autonome. Abortisce la Camera della Sicilia Orientale

venerdì 5 Maggio 2017

Le Camere di commercio di Ragusa e Siracusa, e di conseguenza anche quella di Catania, resteranno distinte e autonome. Lo ha stabilito ieri la Conferenza unificata Stato-Regioni. Una decisione che se da un lato placa gli animi dei ribelli dall’altro, di fatto, fa abortire la Camera di Commercio della Sicilia Orientale, che avrebbe dovuto accorparle tutte e tre in un unico grande ente.

Per il presidente della Regione, Rosario Crocetta, “questo risultato è il frutto del lavoro congiunto che ha fatto la Regione siciliana con il Ministero dello Sviluppo Economico e rivela l’attenzione che la presidenza della Regione ha nei confronti del territorio di Siracusa”. Il governo nazionale, su richiesta del sottosegretario Gentile ha rinviato la ratifica della decisione di una settimana, quando si riunirà nuovamente la Conferenza.

In altre parole tutto rimane così com’è. In questo lembo d’Italia la riforma del sistema camerale, voluta dall’allora governo Renzi, “non s’ha da fare”.
Perchè? Le motivazioni sono molteplici e riguardano gli interessi in gioco, gli equilibri di potere e la rappresentanza territoriale. Da queste sono scaturite accuse, veleni ed inchieste giudiziarie.

La fusione, infatti, avrebbe dato in mano al vertice del nuovo organismo il pieno controllo della Sac che gestisce l’aeroporto internazionale Fontanarossa, il quinto d’Italia per volume di traffico. La società vanta un fatturato di 60 milioni di euro e un patrimonio di 160. Una realtà molto ambita non solo per il suo valore, ma perchè da qui passano tutte le scelte che riguardano l’aeroporto. Oggi le Camere di Catania, Siracusa e Ragusa possiedono ognuna quote di minoranza, che se messe assieme arriverebbero al 52,5%.
La nuova governance che sarebbe venuta fuori dall’accorpamento, inoltre, avrebbe avuto voce in capitolo anche per quanto riguarda il piccolo ma strategico aeroporto di Comiso, gestito dalla società Soaco controllata per i 6/8 dalla stessa Sac.

Ecco perchè ottenere la presidenza della Camera di commercio della Sicilia Orientale sarebbe stato ancora più importante. E qui arriviamo al secondo nodo della questione, ovvero lo scontro tra le due fazioni in campo che si contendono la tolda di comando. La prima capitanata da Confcommercio, guidata da Pietro Agen, la seconda da Confindustria, guidata da Ivan Lo Bello. Alla luce del maggior numero di aziende ed imprese associate Confcommercio aveva ottenuto la maggioranza di seggi nel consiglio camerale. Agen, attuale presidente della Camera di commercio di Catania, sarebbe così passato al vertice del nuovo ente. Ma secondo i vertici di Confindustria gli elenchi degli iscritti depositati da Confcommercio e da altre associazioni a lei riconducibili sarebbero gonfiati, con imprese iscritte a loro insaputa. Da qui l’esposto presentato presso la Procura etnea, che ha spinto i magistrati ad avviare un’inchiesta.

Nel frattempo alcuni componenti del consiglio della Camera di Commercio di Siracusa, presieduta da Ivan Lo Bello, ricorrono al Tar sostenendo che nella procedura di unificazione sarebbero state commesse diverse irregolarità. A rendere il clima ancora più incandescente lo spostamento da Augusta (in provincia di Siracusa) a Catania della sede dell’Autorità portuale della Sicilia Orientale. Una notizia che fa andare su tutte le furie non solo i rappresentanti del tessuto produttivo locale, ma anche quelli politici.

E’ in questo contesto che il presidente Crocetta decide di stoppare tutto e chiedere al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, di valutare la possibilità di escludere Ragusa e Siracusa dalla fusione. Oggi dopo due mesi di attesa il verdetto con il quale le istituzioni, senza entrare nel merito delle questioni, intendono rinunciare a qualsiasi tipo di cambiamento pur di sedare i conflitti. Basterà mantenere lo status quo per risolvere tutti i problemi?

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