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Le Province sull’orlo del baratro. Siracusa la più a rischio

martedì 18 Luglio 2017
Palazzo Comitini

La Sicilia che scappa di mano passa dal malcontento crescente sui territori.

L’immagine in cui tutti sembrano perdere il controllo di qualcosa nel domino della politica o in quello del governo non risparmia nulla dalle nostre parti.

«La legge Delrio è nata malissimo e ha messo in ginocchio le ex Province».

È duro, al di là di ogni ragionevole  margine di sorpresa, il giudizio di Luisa Lantieri, assessore alla Funzione pubblica: «Questi enti sono condannati al dissesto». E aggiunge: «È ovvio che l’Ars  si stia organizzando per ripristinare il voto diretto negli enti intermedi».

Ovvio forse, certo che ciò accada, alla fine, è da vedere.

Nel tutti contro tutti della politica siciliana sarà difficile di questo passo districare un filo logico che dia conto e ragione degli  esiti della legislatura.

È incredibile la confusione che ruota intorno agli enti intermedi di area vasta, falcidiati da sovrapposizioni legislative nazionali e regionali, riforme mancate e soprattutto una premessa inefficace che ha guidato i vari passaggi di questa vicenda.

Domani a Siracusa è previsto un incontro dell’assessore Lantieri con il Prefetto. La capacità di resistere dell’ente siracusano è agli sgoccioli. Si rischiano pignoramenti che potrebbero sfiorare i 100 milioni di euro. Riscossione Sicilia a gennaio scorso ha posto ipoteche sui beni immobili dell’ente per un importo doppio del debito, pari a 2 milioni di euro.

Critico anche Bruno Marziano, assessore regionale e per dieci anni presidente della Provincia di Siracusa : «Una legge fatta per un impulso populistico che ha creato danni incalcolabili».

Insomma, di fronte ai numeri e alla realtà di fatto, che si tratti di recitare il ‘mea culpa’ da parte dell’esecutivo regionale o di riconoscere che il rimedio sia stato peggiore del malanno, cambia poco.

Non perde occasione per ripeterlo anche il capogruppo di FI  all’Ars Falcone«Un disastro che avevamo annunciato quello della pseudo riforma delle Province»

L’ultima volta che si andò a votare per l’elezione degli organi delle Province era il 15 giugno del 2008. Per le Ex Province si sarebbe dovuto votare entro il 26 febbraio 2017, ma la legge 2 del 26 gennaio 2017, votata dall’Ars ha prorogato il commissariamento degli enti sino al 31 dicembre di quest’anno.

Secondo Dario Cartabellotta, commissario del Libero consorzio di Ragusa: «la Delrio partiva dal presupposto dell’abolizione delle province, le cui funzioni invece sono sopravvissute». L’ente ragusano presenta un disavanzo di 13 milioni 558mila euro. La copertura del servizio dei disabili costa 2 milioni e mezzo mentre la Regione ha trasferito un 1milione 316mila euro.

Il contributo alla finanza pubblica da versare allo Stato da parte degli enti nell’ultimo è fissato in  220 milioni di euro.

Al Libero consorzio di Agrigento il disavanzo delle gestione, ammonta a circa 8 milioni e mezzo di euro che aumenterà di quasi 6 milioni di euro (5.800mila euro) per la maggiore quota di contributo alla finanza pubblica chiesto dallo Stato. Sono 600 i dipendenti di cui 130 precari che costano 2 milioni di euro , di cui 1 lo mette la Regione. L’amministrazione dell’ente per regolamento negli ha trasferito alle scuole risorse per le spese di funzionamento il contributo è sceso da 1 milione e 500mila euro a 750mila euro.

A Caltanissetta lo squilibrio  è di 15.208.457,10 a cui aggiungere la sanzione di 6 milioni 193mila euro per il mancato rispetto del pareggio di bilancio.

Enna è il più piccolo dei Liberi consorzi per superficie di territorio, ma non per numero di Comuni (20 contro i 12 di Ragusa).  Le strade rappresentano un serio problema. Servirebbero 12 milioni di euro. Il bilancio è stato chiuso in pareggio. Il prelievo forzoso è di 10 milioni di euro. I dipendenti sono 171 di ruolo con 103 precari (8 milioni 700mila euro)

A Trapani il bilancio del 2016 si è chiuso con un saldo negativo di circa 7 milioni e 800mila milioni di euro  con 5 milioni in meno incassate dalla tasse automobilistiche.  I dipendenti sono 454,  di cui 262 a tempo indeterminato, e 176 precari. La spesa complessiva è di 12 milioni e 500 mila euro.

Vuoi vedere che alla fine si scopre che le inutilissime ex Province a qualcosa servivano?

 

 

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