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Siracusa, Comitato Timoleonte: “Serve aiuto dopo morte del giovane nigeriano” | FOTO

venerdì 16 Luglio 2021

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Non possiamo che essere sollevati da quanto accaduto mercoledì, grazie alla polizia per aver preso il presunto accoltellatore del giovane nigeriano, morto in via Ierone II lunedì pomeriggio. Temiamo, però, che questa non sia altro che la prima di una lunga serie di azioni violente, sfociate nel peggiore dei modi, che attende i residenti della Borgata Santa Lucia che vivono, in particolare, in Corso Timoleonte e zone adiacenti” a dirlo è il Comitato Timoleonte che da marzo, formatosi a seguito di un esposto inviato a tutte le istituzioni locali, lotta in tutti i modi perché venga ripristinata la legalità. E’ sotto gli occhi di tutti che la presenza di presunte attività commerciali, in questa zona della città, hanno in realtà portato esponenti violenti, spacciatori tra le vie della Borgata che, quotidianamente, alterano la serenità dei residenti.

E’ di questi giorni, inoltre, la notizia più inquietante. E’ stata manomessa la pec da cui il Comitato Timoleonte ha inviato l’esposto, a metà marzo, alle varie caselle email delle istituzioni locali.

“In realtà ci siamo chiesti – aggiunge un esponente del Comitato – come mai non sia mai arrivato ad alcuni l’esposto, firmato da più di sessanta residenti. Il Corso Timoleonte è il luogo tra i più sacri della città che da via degli Orti di San Giorgio conduce direttamente al Santuario della Madonne delle Lacrime e percorso, mensilmente, da devoti alla Madonnina. Il covid, purtroppo, e il divieto delle processioni, sembra che abbiano cancellato la memoria di questo luogo sacro. Da agosto scorso – conclude – stiamo lottando perché il Corso Timoleonte e le strade adiacenti, dove appunto si è consumato il delitto, non continuino ad essere più bivacco a tutte le ore, sede di spaccio di ogni tipo di sostanza e luogo dove si raduna il peggio della città. La nostra è una battaglia che vede accanto, puntualmente, alcuni esponenti delle Forze dell’Ordine locale, che ringraziamo, ma ci rendiamo conto che c’è ancora molta strada da fare e, per questo, chiediamo una azione più forte e risolutiva”.

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