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Finanziaria all’Ars: percorso a ostacoli e maggioranza alla prova

venerdì 20 Aprile 2018
ars

Non proprio una buona notizia, nè un indicatore di particolare compattezza: le  norme contenute inizialmente e poi stralciate non rientreranno nella legge finanziaria.

Il disegno di legge collegato arriverà in aula assieme alla Finanziaria e sarà esaminato dal Parlamento regionale nell’ambito della stessa sessione di bilancio. È  toccato al presidente  della commissione Bilancio Riccardo Savona, che ha avuto un peso non indifferente nel farsi esecutore di una volontà condivisa da molti, dover comunicare la novità ieri, al termine di un’altra giornata complicata: “Il disegno di legge n.231 Stralcio I è trasmesso alle Commissioni di merito per il parere di competenza che dovrà arrivare entro la mattina di lunedì 23 aprile al fine di consentire alla commissione Bilancio di concludere l’esame e di esitare il testo per l’Aula entro martedì 24 aprile”.

Le norme permangono dunque nel “collegato”, ma quest’ultimo dovrà essere esaminato insieme alla legge di stabilità e bilancio. Il clima non si era del tutto rasserenato prima di questa nuova frattura, ma adesso torna a essere pesante. Come più volte si è ribadito in questi giorni l’esecutivo ha provato a forzare un po’ la mano su alcuni punti ritenuti fondante, tra cui il soggetto unico finanziario che doveva mettere insieme Crias ed Ircac e sull’agenzia per la casa, spinta con forza dal deputato e assessore forzista Marco Falcone.

Aumentato intanto il fondo dei disabili che passa da 122 a 152 milioni di euro e via libera all’uso delle economie dell’anno precedente. In arrivo risorse supplementari anche per l’abbattimento delle barriere architettoniche. È stato approvato un emendamento, proposto dal deputato Cateno De Luca, che stanzia 10 milioni per l’adeguamento di locali pubblici e privati alle normative sull’accessibilità.

Intanto non accenna a diminuire l’attenzione intorno alla vicenda di portaborse, collaboratori e stabilizzati all’Ars. L’ipotesi alla quale stanno lavorando gli uffici dell’Ars come emerso a margine del Consiglio di presidenza ieri, a proposito del personale dei gruppi parlamentari e che potrebbe essere formalizzata attraverso un emendamento alla finanziaria in discussione all’Ars prevede lo stop agli attuali contratti «D6»,  con ogni deputato che avrà a disposizione un budget (la cifra dovrebbe aggirarsi attorno ai 6000 euro al mese) per contrattualizzare a tempo determinato, nel corso della legislatura, un collaboratore ed un portaborse.

I deputati di Sala d’Ercole avranno a loro disposizione un budget di circa seimila euro per contrattualizzare a tempo determinato, nel corso della legislatura, un collaboratore e un portaborse che dovranno rispondere a requisiti di professionalità. La metà dei 58mila euro annui assegnati ad ogni deputato per i D6 andranno ad integrare il fondo per i portaborse che da 3150 euro mensili passerà a 6mila euro.

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