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L’eredità non riscossa di An e la scommessa di Fratelli d’Italia

lunedì 12 Febbraio 2018

La destra che vuole tornare a fare la destra in Sicilia, Fratelli d’Italia, cerca l’affermazione elettorale che manca da un po’, rilanciando così anche la propria presenza all’interno della compagine di governo regionale guidata da Nello Musumeci.

Il dato di cui chiede conferma al voto del prossimo 4 marzo, è il radicamento nei territori dell’Isola, dopo che, quasi a sorpresa, FdI ha raggiunto la soglia necessaria per superare lo sbarramento, anche se all’Ars, a Palermo per esempio, è entrato Tony Rizzotto, in quota Noi con Salvini, in occasione del voto delle elezioni regionali.

In attesa di capire quale dimensione, e soprattutto, quale ruolo Nello Musumeci voglia dare al suo movimento #diventerabellissima, Fratelli d’Italia può giocare una partita importante, se cresce il contenitore dei consensi. Il baricentro della coalizione in Sicilia è infatti ancorato oggi tra Forza Italia e il centro post-democristiano, che tende a consolidare, dopo l’affermazione di novembre, numeri, postazioni, anche di sottogoverno, e posizionamenti nello scenario regionale.

Tenere il campo e piazzare deputati, anche nel complicato gioco degli incastri con la miglior percentuale di quoziente sull’intero territorio nazionale, a quorum del 3% superato, potrebbe essere un biglietto da visita importante.

C’è anche in Sicilia una fascia di elettorato di destra, che non ha mai votato per Forza Italia, che dopo la fine di An, dieci anni fa, è rimasta disorientata e non ha più trovato una via stabile nella tendenza di voto e nella partecipazione. Una militanza sfilacciata che ha disperso voti e identità e che ha trovato casa spesso, nell’adesione, a volte anche discontinua e occasionale nel Movimento 5 stelle. Oggi, la proposta politica del centrodestra rinnovato, in parte anche rigenerato dall’affermazione di qualche mese fa, potrebbe recuperare spazio, dando indirettamente una mano ai rapporti di equilibrio della coalizione in Sicilia.

Musumeci intende tenere distinta l’azione di governo del suo esecutivo da una prospettiva intimamente legata a una visione politica. Almeno in questo momento, e non volendo lavorare, oggi, all’ipotesi di un secondo mandato, tra quattro anni. Questo non significa però che rinuncerà con facilità a mantenere ferme alcune posizioni politiche, sia nei rapporti con lo schieramento che lo sostiene, sia con l’area di destra. Sarà utile a quel punto capire anche che destino avrà #diventeràbellissima come soggetto politico.

Fratelli d’Italia, che in giunta vanta la presenza dell’assessore Sandro Pappalardo con delega al Turismo, ha candidato alle Politiche due dei volti del passato di Alleanza Nazionale, Giampiero Cannella e Raoul Russo. Il primo  è stato deputato nazionale, vice-sindaco di Palermo e assessore provinciale. Il secondo, consigliere comunale e assessore a Palermo. Tra i candidati anche Dario Falzone, ex deputato regionale e presidente del Consiglio provinciale di Palermo. Diventerà Bellissima schiera invece capolista a Palermo, sempre con Fratelli d’Italia, Tania Pontrelli, militante anni fa del Fronte della Gioventù, la storica organizzazione giovanile missina.

Nella Sicilia orientale l’outsider è Manlio Messina a Catania, a lungo in procinto di  entrare in giunta e poi rimasto alla fine fuori. Il voto di marzo dovrà dire cosa farà da grande la destra siciliana e con che rapporti di forza nella coalizione.

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