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Libri: “Un femminile per Bene”, l’incontro di Vincenza Di Vita e l’opera di Carmelo Bene

mercoledì 26 Febbraio 2020
Carmelo Bene

Si presenta come un gioco di parole il libro di Vicenza Di Vita, ricercatrice, studiosa e critica teatrale, dal titolo “Un femminile per Bene – Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso“, in libreria da qualche mese edito da Mimesis Edizioni.

L’obiettivo di questa monografia è quello di scandagliare il lavoro di colui che viene considerato un “mostro sacro” del teatro del ‘900, da un punto di vista diverso.

Un femminile per Bene

E, citando lo stesso Bene, poiché “non è vero che la forma sia il contenuto” è pur vero che “la forma è l’urgenza che viene prima del contenuto“: ecco perché questo volume appare interessante nel suo approfondire la peculiare interazione con il mondo femminile.

Entrando in punta di piedi nell’esperienza beniana, tra cinema e teatro, viene fuori che “la creazione di artifici e artefatti mimici – scrive la Di Vita nel testo – è costruita attraverso l’imitazione di figure paradigmatiche come Eleonora Duse, Totò ma anche San Giuseppe da Copertino e le donne che appaiono dalle riviste di cronaca rosa, sfogliate da una santa che, annoiata, fuma una sigaretta con aria distratta, a cui ciondoli in testa una finta aureola“.

Perdutamente innamorata di lui sin dall’animosa adolescenza, come dichiara la Di Vita, l’incontro dell’autrice con Bene è un incontro di inchiostro e sensi che si nutre da diversi anni, tra incontri, doni di opere del Maestro e approfondimenti che hanno portato alla maturazione di “Un femminile per Bene“.

Esso assume la forma di una scrittura scenica, anche in luoghi inconsueti, attraversa una esasperata negazione della Storia – si legge nella seconda di copertina – L’apparizione alla Madonna e il volo, quasi fosse un mitologico Mercurio ma in abito talare di santo, e di un santo monaco per giunta, vengono trasfigurati in una dimensione terrena e femminea da cui ha origine l’indagine dell’autrice.

Ogni capitolo, infine, reca una citazione attinta da Notre-Dame-des-Fleurs, il romanzo d’esordio di Jean Genet, mentre è evidente che ad essere privilegiata, nella stesura del testo, è la dimensione attoriale e autorale di Carmelo Bene, attraverso la riflessione che incrocia la biografia e la poeticadel Maestro, sotto la lente d’ingrandimento del sacro.

 

 

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