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Le riforme che non possono attendere, dall’Esa agli Iacp. Il governo ci riprova

giovedì 16 Agosto 2018
musumeci-falcone

 

Ha dissimulato senza fare particolari sconti alla maggioranza che non l’ha supportato, lasciando intendere che le riforme le vuole fare comunque. Nello Musumeci non l’ha presa benissimo quando qualche mese fa i meccanismi del centrodestra all’Ars si incepparono, ma finanziaria prima e collegato poi incombevano.

E così, sia per la riforma (abolizione) dell’Ente sviluppo agricolo, e per quella degli Iacp (Istituti autonomi case popolari) rimane in campo una partita che non è ancora chiusa e che si potrà riaprire a settembre.

La nuova road map infatti del governatore siciliano verrà presentata dopo la pausa estiva alla coalizione che ne  supporta l’azione di governo con un elenco chiaro e specifico delle priorità da rispettare. Chi tesse la trama degli equilibri necessari senza rinunciare altresì a questa idea in tempi mediamente reattivi è l’assessore a Infrastrutture e mobilità del governo regionale.

Per  Marco Falcone la maggioranza potrà dare corso a uno schema di intervento solido in futuro, a patto che ci siano premesse chiare e un clima di ritrovata serenità: “Il presidente Musumeci non ha parlato di un’agenzia unica per la casa senza una ragione. Ha una visione e la propone con un soggetto unitario che metta in campo politiche omogenee anche se la realtà di Catania non coincide con quella di Agrigento. L’esigenza dello sbaraccamento che si è verificata a Messina non esiste in nessuna delle altre città siciliane”.

Nella sua analisi per territori Falcone, che parte dalla premessa originaria evidenziata da Musumeci nei mesi scorsi di 40mila alloggi come ulteriore dotazione necessaria in Sicilia, si sofferma sulla vicenda del capoluogo peloritano dove l’emergenza-casa certifica un bisogno di 2300 alloggi: “A Messina con delle economie  della legge 10 del’90, daremo un contributo di 40 milioni di euro-assicura l’assessore- e metteremo il territorio nelle condizioni di poter dare una prima risposta”.

Dopo l’ordinanza di sgombero di alcuni giorni fa da parte del sindaco di Messina Cateno De Luca si è svolto un incontro operativo con i vertici dell’assessorato di via Leonardo Da Vinci. Tra le ipotesi prese in considerazione, nelle more della costruzione dei nuovi alloggi, quella di una robusta politica di affitti a supporto dell’edilizia popolare messinese: “In pochi mesi si potrà intervenire su alcune centinaia di immobili a Messina-commenta Falcone, ma serve una soluzione strutturale che andrà spalmata nel tempo”.

La Regione nei mesi scorsi ha autorizzato con una norma contenuta nella finanziaria regionale ad utilizzare temporaneamente risorse del fondo investimenti per pagare i debiti. Lo Iacp di Palermo per esempio sta completando la transazione con l’Amap, municipalizzata che si occupa del servizio idrico integrato arrivando a 11 milioni di euro rispetto al debito originario di 16 milioni.

Non mancherà dunque, alla ripresa, la carne al fuoco per le riforme di settore portate avanti dal governo. Se ci saranno le condizioni, la volontà e per realizzarle. Sarebbe un importante fatto nuovo.

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