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L’ossidiana di Lipari e Pantelleria esportata già nella preistoria in tutto il Mediterraneo

sabato 5 Ottobre 2019
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La Sicilia, come è noto, possiede una ricchezza geomorfologica che poche altre aree terrestri possono vantare, una terra, si potrebbe dire, baciata dalla fortuna in quanto la natura è stata molto generosa con essa. Tra le tante risorse, l’Isola può vantare l’ossidiana, una roccia silicea eruttiva, chimicamente acida. Si tratta, in sostanza, di un vetro vulcanico utilizzato in tutte le epoche e in ogni parte del mondo, materiale usato, addirittura prima dell’età dei metalli, per la realizzazione di utensili e ornamenti. Questo vetro vulcanico, cioè l’ossidiana, è molto apprezzato specialmente per la sua lucentezza e durezza, per cui, anche per questi motivi, fu uno dei primi materiali ad essere commerciato pure a media e lunga distanza.

In diverse parti del mondo sono stati individuati fonti di ossidiana il cui sfruttamento risale all’età preistorica. Nel Mediterraneo essa si trova in alcune isole dell’Egeo (come Melos), a Lipari, a Pantelleria, a Palmarola e in Sardegna, presso il monte Arci. Per quanto riguarda il Mediterraneo centrale, le isole di Pantelleria e Liparihanno avuto un ruolo essenziale nella diffusione di questa roccia silicea vulcanica e Lipari ha avuto un peso più importante rispetto Pantelleria, sia per la qualità sia per la quantità dell’ossidiana, estratta da ben sei colate localizzate nella parte orientale dell’Isola.

È sbalorditivo pensare che già con il neolitico, nel V millennio a. C. a Lipari, l’ossidiana venisse estratta, lavorata e commercializzata. È verosimile che l’occupazione dell’Isola sia stata determinata anche dalla scoperta del pregiato vetro vulcanico. Nel corso del IV millennio a. C., si raggiunsero importantissimi livelli di estrazione ed esportazione e si può dedurre che Lipari, in questo periodo, avesse raggiunto,a livello mediterraneo, un ruolo di primissimo piano nei commerci della preziosa roccia eruttiva. Infatti, non è un caso che i prodotti liparesi siano stati rinvenuti in Sicilia, in Italia meridionale, centrale, settentrionale e in Francia meridionale. Una diffusione così rilevante, considerando anche l’epoca, è legata alla qualità del prodotto liparese ma anche alla fortunata collocazione geografica dell’Isola, infine, è anche da considerare il dinamismo e la ricchezza raggiunti dal sito di Diana, ai piedi dell’acropoli di Lipari.

Invece, l’ossidiana di Pantelleria, anche se qualitativamente inferiore rispetto a quella liparese, è fortemente presente nel Mediterraneo centro- occidentale, in Sicilia, a Malta, a Lampedusa, in Nord Africa e anche se in misura minore, pure in Italia, già nel neolitico. L’ossidiana pantesca più utilizzata è situata nella costa meridionale dell’isola, nel territorio compreso tra Balata dei Turchi e Salto la Vecchia.

L’importanza dell’ossidiana, cioè del vetro vulcanico, è dovuta non soltanto in quanto permetteva la realizzazione di oggetti di raffinata fattura dando impulso agli scambi commerciali e quindi ai collegamenti di medio e lungo raggio ma è anche determinata dal fatto che essa fu molla del popolamento di molte isole del Mediterraneo a partire dal VI millennio a. C., non soltanto di Lipari e di Pantelleria. Bisogna notare che nei luoghi in cui l’ossidiana veniva consumata, quindi lontana dai siti estrattivi, sono state ritrovate pochissime tracce che facciano pensare ad un’attività di lavorazione del vetro vulcanico, segno, che l’ossidiana veniva lavorata nei luoghi d’estrazione, per cui veniva esportato il prodotto già finito o da rifinire. In tal modo veniva eliminato il problema legato alle difficoltà di trasportare un materiale così pesante sulle imbarcazioni.

Nell’area mediterranea l’ossidiana scomparve a partire dal II millennio a. C. per ritornare in auge soltanto in epoca romana. Capire i motivi della sua scomparsa ancora oggi non è possibile. Infatti, correlare strettamente in un nesso di causalità la repentina e perentoria flessione dell’ossidiana, fino al suo completo inutilizzo e l’affermarsi della metallurgia non sembra essere la strada giusta da percorrere poiché tale processo, la scomparsa dell’ossidiana, avvenne prima dell’affermazione del rame, quindi non c’è nesso tra i due fenomeni.

Abbiamo percorso, se pur brevemente, una storia particolare che ci ha portati molto indietro nel tempo, a circa 7000 anni fa. Una storia affascinante perché ci parla di scambi e contatti commerciali tra popoli mediterranei in un periodo talmente remoto che spesso sfugge alla nostra percezione, cioè l’età preistorica.

In questo scenario, due isole siciliane, Lipari e Pantelleria, riuscirono a giocare un ruolo da protagoniste, specialmente nel Mediterraneo centrale, esportando i propri prodotti dalla Francia meridionale all’Africa settentrionale. In tale contesto, l’ossidiana, la vera protagonista, materiale prezioso e pregiato, tanto per le sue proprietà tanto per la sua rarità, contribuì e contribuisce a rendere la Sicilia bellissima e feconda.

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