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Mafia e Dc, Mannino contro la trasmissione Atlantide: “Trama predisposta da pennivendoli”

giovedì 28 Maggio 2020
Calogero Mannino

L’ex ministro della Democrazia Cristiana Calogero Mannino interviene su facebook con un durissimo post contro la puntata della trasmissione Atlantide, andata in onda su La 7 ieri 27 maggio, per difendere il suo partito, sul quale, a suo parere, è stato fatta un’operazione di falsificazione storica riguardo ai rapporti con la mafia. A rappresentare la Dc era ospite Paolo Cirino Pomicino, componente della corrente andreottiana della ‘Balena Bianca’.

E proprio da Cirino Pomicino parte il discorso di Mannino: “Ieri sera Paolo Cirino Pomicino con un vigore ed una lucidità straordinaria – è l’inizio del post di Mannino – è intervenuto nel corso della trasmissione Atlantide,che Andrea Purgatori conduceva per la II^ puntata con una trama, palesemente predisposta da un qualche pennivendolo che continua a sostenere la tesi della compromissione della Democrazia Cristiana con la mafia sin dallo sbarco degli Americani in Sicilia. Il concetto è stato precisato in termini certamente astorici al limite del grottesco. Gli Americani per  sbarcare in Sicilia hanno fatto un patto con la mafia e poi hanno consegnato alla mafia la Democrazia Cristiana per fermare i comunisti ed alla Democrazia Cristiana la mafia per vincere le elezioni”.

Decisa la presa di posizione di Mannino dalla ricostruzione fatta durante la trasmissione di La7: “Non meriterebbe commento una tale falsificazione della storia – taglia corto l’e ministro – Il voto della Democrazia Cristiana per le dimensioni raggiunte fino alle ultime elezioni del 92, il cui risultato da allora non è stato quasi mai raggiunto dalle forze che si sono disputate e disputano il Governo del Paese è stato un voto popolare di difesa della Democrazia e della Libertà. Un voto di popolo, per una concezione politica popolare che ha realizzato la ricostruzione e lo sviluppo moderno dell’Italia. Cirino Pomicino, faticando per tenere la parola con un conduttore cosi visibilmente maldisposto – scrive Mannino di Purgatori – sino a manifestarsi fazioso e partigiano, ha potuto dimostrare che gli atti fondamentali sul piano politico e le stesse premesse politiche date dall’azione e dalle scelte della DC,in particolare quella siciliana guidata negli anni ’80 da Mannino e da Mattarella, hanno consentito la realizzazione del Maxi Processo, indicato come la più grande operazione nella storia contro la criminalità. Cirino Pomicino – afferma ancora Mannino – ha dimostrato che alcune scelte operative proprio del Governo Andreotti hanno realizzato il maggiore sostegno alla strategia giudiziaria del dott.Giovanni Falcone. Ha anche ricordato che proprio sui provvedimenti predisposti dal dott.Falcone, come Direttore Generale degli Affari Penali del Ministero della Giustizia, nominato su proposta del Ministro della Giustizia, prima Vassalli, poi Martelli, dal Consiglio dei Ministri presieduto dall’on.Andreotti,c’èstata la singolare opposizione di una parte della Magistratura e del Partito Comunista.

Mannino parla anche di Giulio Andreotti, e del processo che vide l’ex primo ministro imputato: “Nella confusione che Purgatori, con le sue interruzioni, ha creato ha richiamato Andreotti con i processi che ha subito. Ma non ha detto che Andreotti è stato assolto. L’espediente della delimitazione al 1980,di alcuni episodi che sono stati considerati prescritti, si avvale della testimonianza del pentito Marino Mannoia, le cui dichiarazioni contro Lima ed Andreotti vengono utilizzate e ritenute valide. Altre dichiarazioni dello stesso pentito vengono coperte ed obliate”. Successivamente Mannino interviene su ciò che, invece, lo ha riguardato in prima persona nelle aule dei Tribunali: “Per quello che mi riguarda  – scrive – Paolo Cirino Pomicino ha ricordato che per il forzato e presunto coinvolgimento nella trattativa sono stato assolto sia in primo grado che in secondo grado con una sentenza della Corte di Appello, che sarà opportuno pubblicare. Però basti ricordare almeno queste acquisizioni in Sentenza : 1 – Mannino era inavvicinabile da cosa nostra, da sempre, e questi lo sapevano tutti. 2 – Mannino era minacciato perché lottava la mafia. A taluni magistrati piegati a logiche di fazione – dice Mannino – questo boccone non va giù. Ma sono costretti a trangugiare: le Sentenze sono di di Giudici – gli unici che possono dare sentenze, altri imbastiscono montature che poi vengono smentite proprio dalle Sentenze. Paolo Cirino Pomicino ha dato un esempio: bisogna contrastare il consolidamento di narrazioni false e strumentali con le quali hanno voluto colpendo la DC fermare l’Italia nel 92. Le stragi fecero delle Vittime che onorano la storia d’Italia e la cui memoria va venerata. Ma le stragi fecero una vittima politica : i democristiani che non si piegavano, né alla mafia, né alle pretese politiche di chi, fallito della storia – conclude l’ex ministro -, pensava di conquistare il Governo del Paese”.

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