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Mafia, le intercettazioni che incastrano il sindaco di Torretta: “Se perde lui, perdiamo tutti”

mercoledì 17 Luglio 2019
Foto di Riccardo Campolo/Palermotoday

Intercettazioni tra capimafia e una cerimonia sono stati fatali per il Sindaco di Torretta, Salvatore Gambino, che oggi è finito in carcere durante l’operazione della squadra mobile messa a segno con l’FbI e coordinata dalla Procura di Palermo. Il sindaco deve rispondere ai pubblici ministeri, di concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo gli inquirenti, il sindaco avrebbe contribuito al raggiungimento degli scopi di Cosa nostra, mediante comportamenti inequivocabili: “Nella qualità di esponente politico di rilievo di Torretta (in quanto già sindaco del medesimo comune dal mese di giugno 2013 e poi candidato per la riconferma alla stessa carica alle elezioni amministrative del giugno 2018, a seguito delle quali veniva rieletto) contribuiva, mediante le condotte di seguito specificate, a rafforzare le capacità operative della famiglia mafiosa di Torretta e di altre articolazioni territoriali di “cosa nostra “, tra le quali le famiglie mafiose di Passo di Rigano e di Uditore, ed al raggiungimento degli scopi criminali di “cosa nostra”, onde commettere delitti, acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, impedire od ostacolare, il libero esercizio del voto o procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali”.

Il giovane politico sarebbe stato pizzicato al battesimo del figlio di Calogero Cristian Zito, anche lui in manette durante l’operazione che ha sgominato il clan di Passo di Rigano attraverso vari esponenti dell’asse statunitense e del paese di Torretta. “…La figura del sindaco di Torretta, Salvatore Gambino, appare rilevante nel dare atto della sua partecipazione al battesimo del figlio di Calogero Cristian Zito, tenutosi presso il ristorante […] di Torretta, in data 8 aprile 2018, al quale erano presenti i congiunti di numerosi pregiudicati mafiosi di spicco di quel territorio e di altri territori limitrofi, nonché l’odierno indagato Giuseppe Spatola, oltre, ovviamente, allo stesso Zito Calogero Christian ed di lui padre Zito Simone. Era anche presente il pregiudicato Badalamenti Calogero detto Varbazza”.

Proprio Calogero Christian Zito sarebbe stato il volto oscuro della politica, attuato durante la campagna elettorale del sindaco di Torretta. Sembrerebbe essere stato lui ad aver nominato, attraverso il sindaco Gambino, il presidente del consiglio comunale di Torretta, il vicesindaco e alcuni assessori. “…Va, in primo luogo, osservato come sia emerso un rapporto perfettamente simbiotico tra il sindaco Salvatore Gambino e Calogero Christian Zito, nelle scelte relative alle alleanze, alle tattiche politiche, ai soggetti da inserire in lista quali candidati alla carica di consigliere comunale ed alla nomina degli assessori. In alcune occasioni, poi, il Gambino è apparso essere interlocutore subalterno dello stesso Zito. Tra le numerose conversazioni intercettate, quelle che di seguito saranno riportate ben rappresentano e dimostrano quanto appena affermato. È il caso della conversazione registrata in data 3 maggio 2018, allorché Calogero Zito e Salvatore Gambino discutevano degli impegni della campagna elettorale e degli accordi presi da quest’ultimo”.

Ma lo Zito non sarebbe stato il solo a cercare di accaparrarsi i voti durante la campagna elettorale di Salvo Gambino. Anche Calogero Badalamenti si sarebbe operato a favore del primo cittadino di Torretta. “…Calogero Badalamenti chiamava Simone Zito, il quale si trovava negli Stati Uniti, e non esitava a chiedergli di adoperarsi, pur essendo lontano, al fine di procurare voti in favore di quello che definiva suo figlioccio…Va osservato come la conversazione tra i due offriva, invece, spunti rilevanti quando, dialogando con toni ironici come usuale tra i due, a fronte dell’insinuazione avanzata da Simone Zito sul possibile insuccesso elettorale di Salvatore Gambino, Badalamenti non esitava ad affermare: se ha perso lui, ho perso io, ha perso tuo figlio, hanno perso tutti, abbiamo perso tutti, hai perso tu hai perso pure tu“.

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