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Massoneria, Gran Maestro a Rosy Bindi: “Siamo stufi di attacchi immotivati, faccia i nomi dei mafiosi”

martedì 26 Settembre 2017
stefano bisi
Stefano Bisi

La presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi “ci dica i nomi, dica chiaramente a quale Obbedienza o a quali Obbedienze si riferisce quando parla genericamente dell’esistenza di alcuni condannati al 416 bis negli elenchi di massoni sequestrati. Noi vogliamo e pretendiamo, in questo preoccupante clima politico preelettorale di tutti contro tutti, che si faccia chiarezza nella massima trasparenza. Siamo stufi di strumentalizzazioni e di subire attacchi immotivati”. A dirlo è il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi), Stefano Bisi, dopo la trasmissione di ieri sera “Presadiretta”.

“Si faccia chiarezza, quindi, e si precisi anche quando temporalmente gli eventuali nomi di cui la presidente parla e che sarebbero negli elenchi sequestrati a tutti sono stati affiliati. Affermo questo perché ci possono essere dei clamorosi casi di omonimia e anche di persone che sono state espulse e che non hanno più rapporti con la Massoneria ufficiale. La stessa cosa è avvenuta ed avviene per quanto riguarda partiti politici ed altre associazioni. Anche lì ci sono stati condannati e indagati. Non si possono lanciare proclami generici attraverso la TV di Stato e i media al termine di un’inchiesta violenta, aggressiva e discriminatoria, quella della Commissione Antimafia, che è stata portata avanti, a nostro giudizio, con palese violazione di leggi”.

Ieri sera, nel corso della puntata intitolata “I Mammasantissima” su Rai 3, Bindi, parlando dei primi risultati del lavoro della commissione Antimafia da lei presieduta sui rapporti tra mafia e massoneria, ha detto: “Non siamo ancora alle conclusioni definitive, ma i primi risultati del nostro lavoro dimostrano che tra i nominativi degli iscritti alle logge massoniche della Calabria e della Sicilia, ci sono alcuni condannati per 416 bis, quindi per associazione mafiosa, e un numero considerevole di situazioni giudiziarie in itinere, imputati, rinviati a giudizio, sia di reati di mafia che di quelli che comunemente chiamiamo i reati spia di comportamenti mafiosi o comunque di collusione con la mafia”.

“Noi – ha puntualizzato Bindi – non stiamo facendo un’inchiesta sulla massoneria, stiamo facendo un’inchiesta sui mafiosi massoni. Per noi è molto importante questa inchiesta soprattutto perché si parla di una sorta di nuova organizzazione delle mafie che vede insieme pezzi delle mafie, pezzi della massoneria, dello Stato, delle classi dirigenti del nostro Paese”.

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