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Maxi truffa ad Enna sulla pasta biologica: percepivano fondi pubblici ma non la producevano | VIDEO

martedì 21 Luglio 2020

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Una maxi-truffa è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Enna, che ha sequestrato conti correnti ed immobili per complessivi 500.000 euro a imprenditori della provincia di Enna e di Messina che ad Agira (En) avrebbero dovuto produrre pasta biologica dai migliori grani siciliani ma il cui scopo invece sarebbe stato ottenere indebitamente fondi pubblici.

L’operazione è stata denominata ‘Fatti di grano’. I quattro sono stati denunciati a vario titolo per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e privato. tra di essi il responsabile di una società con sede legale a Montagnareale (Me) e stabilimento ad Agira, considerato dagli investigatori il dominus della vicenda.

Per realizzare il progetto una start up innovativa messinese ha avuto accesso nel 2018 a un finanziamento per 500 mila euro quasi integralmente garantito dallo Stato per la ristrutturazione e la messa in funzione di un pastificio chiuso da tempo. Le indagini hanno accertato che l’amministratore unico dell’azienda, in concorso con altri imprenditori e professionisti, era riuscito a farsi finanziare utilizzando documenti falsi e una società di comodo un mutuo di 500.000 euro garantito da Mediocredito Centrale destinato ad incentivare l’iniziativa industriale in verità mai partita.

Le persone coinvolte. dopo aver incassato l’intero finanziamento, hanno abbandonato l’opificio. Le indagini hanno interessato anche il profilo erariale, con la segnalazione alla Procura regionale della Corte dei Conti delle gravi responsabilità rilevate a carico degli indagati.

“I soldi? Uno aspetta…”, dice uno degli indagati intercettatu. “Aspetta? La Finanza di solito mica si ferma solo a guardare”, risponde uno dei funzionari regionali dell’Ipa intercettati. “La Finanza va a guardare anche nella compagine societarie di Meatech e General Tec. “Io aspetto una settimana, dopo di che le voci che ci saranno qua dentro non ne avete idea”, risponde il primo. “Se non c’ero io là dentro non saremmo arrivati a questo punto – risponde il funzionario intercettato -Io non posso continuare ad andare avanti così, che i soldi me li deve dare quando gli conviene a lui”.

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