Ormai vicino alla scadenza del suo mandato, il Csm torna a dividersi sulle nomine piu’ importanti. Se cinque anni fa Federico Cafiero De Raho era stato indicato all’unanimita’ procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, stavolta la scelta del suo successore passa a maggioranza.
A tagliare il traguardo e’ il procuratore di Napoli ed ex capo di gabinetto del ministro Andrea Orlando quando era alla guida di via Arenula, Giovanni Melillo, 61 anni, che batte il suo diretto concorrente, il capo dei pm di Catanzaro Nicola Gratteri.
Mentre le correnti delle toghe si dividono a Palazzo dei marescialli, si ricompattano invece all’Anm dove la giunta unitariamente stabilisce la data del 16 maggio come giorno dello sciopero dei magistrati proprio contro la riforma del Csm. Quella di Melillo non e’ comunque una vittoria di misura, come ci si attendeva alla vigilia del voto.
Il procuratore di Napoli passa alla prima votazione, senza bisogno di ballottaggio che in tanti invece davano per scontato: 13 i si’ , contro i 7 che vanno a Gratteri e i 5 a Giovanni Russo, aggiunto e attuale reggente della procura di via Giulia.
A far pendere il piatto della bilancia dalla parte del procuratore di Napoli e’ l’appoggio del primo presidente Pietro Curzio e del Pg della Cassazione Giovanni Salvi e del gruppo di Unicost che in Commissione si era astenuto. I loro voti si uniscono a quelli dei cinque togati di Area – il gruppo delle toghe progressiste nel quale ‘milita’ Melillo – e dei laici Michele Cerabona (Fi), Alberto Maria Benedetti e Filippo Donati (M5s) . Gratteri lo propone Fulvio Gigliotti (M5S) e lo sostengono gli ‘indipendenti’ Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita, il gruppo di Autonomia e Indipendenza e i due laici della Lega. Mentre a Russo va il supporto dei togati di Magistratura Indipendente e del laico Alessio Lanzi (Fi).
Determinanti per la prevalenza di Melillo sui concorrenti sono per la maggioranza la sua esperienza alla guida della procura di Napoli, la piu’ grande d’Italia con 9 Aggiunti e 102 Sostituti , ma anche i nove anni trascorsi alla Procura nazionale antimafia , nei quali si e’ occupato anche delle stragi del 1993, come ricordano tra gli altri i vertici della Cassazione.
“Melillo conosce bene e dall’interno l’ufficio che ora andra’ a dirigere” sintetizza Curzio. Ragioni che non convincono lo schieramento a favore di Gratteri, ritenuto invece il magistrato “piu’ idoneo a ridare slancio alla procura nazionale” (Di Matteo) e “il simbolo dei magistrati che non hanno collegamenti con la politica e fanno carriera senza far parte delle correnti” (Giuseppe Marra).
Non affidare a lui il timone della procura di via Giulia, avverte prima del voto Ardita, “sarebbe non solo la bocciatura del suo impegno antimafia, ma un segnale devastante al movimento culturale antimafia”. E “agli occhi dei mafiosi risulterebbe come una presa di distanza istituzionale da un magistrato cosi’ esposto”, ammonisce Di Matteo. A Melillo, che gia’ domani dovrebbe intervenire nel suo nuovo ruolo alla conferenza nazionale dei procuratori generali del Consiglio d’Europa a Palermo, arrivano intanto le congratulazioni della Guardasigilli Marta Cartabia ,con l’invito a portare avanti “le idee innovatrici di Giovanni Falcone“, e della ministra per il Sud Mara Carfagna. Auguri anche dalla responsabile Giustizia del Pd Anna Rossomando e dai parlamentari 5s della Commissione Antimafia, con l’auspicio che il nuovo capo della procura antimafia faccia squadra con Gratteri, il cui lavoro va “valorizzato e protetto“. Sul futuro del procuratore di Catanzaro qualcuno gia’ si interroga.
E se viene ritenuta per ora poco probabile una sua candidatura al vertice della procura di Napoli, tra le tante voci che circolano a Palazzo dei marescialli c’e’ anche quella di una sua discesa in campo per le prossime elezioni del Csm.