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Melinda Miceli, scrittrice, critico d’arte e saggista | INTERVISTA

sabato 24 Aprile 2021
Melinda Miceli

«I veri artisti hanno bisogno di essere interpretati perché molto spesso il loro è un documento visivo che non riescono a comprendere del tutto perché non hanno gli strumenti espressivi e conoscitivi del critico d’arte.» (Melinda Miceli)

Melinda Miceli

Ciao Melinda, benvenuta e grazie per avere accettato il nostro invito. Se ti dovessi presentare ai nostri lettori, cosa racconteresti di te quale scrittrice, critico d’arte, saggista e amante della cultura e della bellezza?

Buongiorno Andrea, sono innanzitutto una grande esteta, lettrice, una cultrice dell’Umanesimo, delle letture classiche e dei viaggi. Riguardo la mia professione un tempo insegnavo nei master post laurea italiano, storia e arte, poi il fato quasi non avessi scelto io, ha voluto che scrivessi in quanto sono stati sempre gli editori a trovare me e quando io fuggivo attraverso i miei viaggi cercando nuove mete, spunti e nuovi stimoli, mi hanno richiamata al mio ruolo di scrittrice, critico artistico e letterario attraverso premi e incarichi onorifici.

… chi è invece Melinda Donna nella sua quotidianità? Cosa ci racconti della tua vita al di là dell’arte e del lavoro?

Al di là dell’Arte come missione mi resta poco tempo perché io essendo un’amante dell’astrazione dedico tutta la mia vita all’erudizione, scrivendo romanzi, articoli su numerose riviste, saggi e libri di poesie a scopo divulgativo e non economico. Il tempo che mi resta lo dedico ai miei affetti, allo sport, ai miei viaggi, alle escursioni e alle terme. Sono un’amante delle cose belle, tra cui il vestiario e la cosmesi.

Qual è il tuo percorso accademico, formativo e professionale che hai seguito e che ti ha portato a fare quello che fai oggi nel vestire i panni del critico d’arte, della scrittrice e della saggista?

Il mio percorso di studi è molto classicista; ho frequentato il liceo classico Gorgia di Lentini e poi Lettere classiche, in seguito dei master post laurea sempre in letteratura storia e filosofia. Ho insegnato in master post laurea sulla storia della Sicilia e i beni culturali dell’isola. Inoltre in progetti europei Pon, sul barocco siciliano e sulla lingua italiana e la sua origine presso istituti scolastici superiori. Ho iniziato a fare il critico d’arte presso la nota Galleria Roma di Ortigia, Siracusa, che si riferiva a me per molti suoi eventi. Ero già una scrittrice nota e premiata e facevo il critico letterario per diverse case editrici; scrivevo prefazioni, recensioni sulle riviste e presentavo i libri anche presso la stessa Galleria Roma. Dopo fui chiamata a Palermo per la mostra del Dalai Lama, vinsi anche il Premio arte Pentafoglio e successivamente da artisti Vip, da Ars Magistris e diverse riviste che mi hanno fatto direttore artistico onorifico. Poi l’Enciclopedia d’arte italiana mi ha incluso nel suo comitato tecnico e successivamente riviste straniere come Arts direct e Luz Cultural, Spagna, Revista Orbe Messico, e portali d’arte come Pittart, forse vedendo il mio operato e la selezione degli Artisti che ho sempre ricercato di un target molto alto, lavorando soprattutto nel campo della divulgazione culturale di qualità, e non sul piano della remunerazione. Ciò che ti porta a diventare scrittore non è di certo il percorso accademico sebbene già al liceo avessi vinto diversi premi letterari nazionali, quanto la vita. Iniziai a pubblicare dei saggi avendo incontrato Angelo Parisi Editore alla selezione di un quiz televisivo in cui ero arrivata seconda e lui notandomi, mi chiese se scrivessi. Io citai due manoscritti in quanto facevo anche la guida turistica al lago di Lentini e iniziai dietro suo volere a pubblicare le varie edizioni del Lago di Lentini che fu subito premiato dall’Andit nella sezione saggistica.

Tu Melinda hai realizzato diverse opere letterarie, poetiche, di arti visive, insomma, sei un’artista poliedrica, oltre ad essere una persona di grande cultura. Ci parli un po’ delle tue opere e dei tuoi lavori? Quali quelle che vuoi ricordare in questa intervista e perché? Quali quelle che hanno riscosso più successo e apprezzamenti dai lettori e dai tuoi fan?

Ho fatto vincere con i miei scritti alle case editrici dei bandi Cee e ONU volti all’editoria educativa per ragazzi ed ho sviluppato opere didattiche per le scuole medie e superiori della provincia e in particolar modo di Siracusa. Tra i libri didattici “Attraversando la nostra storia” vincitore del bando europeo editoria educativa per bambini e “Tesori di Siracusa” adottato dalle scuole elementari e medie del Comune Capoluogo nel 2009, 2015 “Siracusa provincia d’Europa” 2015 Monieri Editore, “Tesori di Siracusa” e “Siracusa e le meraviglie dell’Unesco”.

“Attraversando Noto barocca e l’Eloro”, “Siracusa Noto Pantalica Akray” bilingue, per i quali approfondimenti medievali ottenni riconoscimenti a livello internazionale come diversi premi letterari e due lauree honoris causa conferite dalla prestigiosa Università di Cantherbury che mi segnalarono nel panorama editoriale come la maggiore autrice accreditata nel campo della saggistica del territorio. Le mie opere sono viaggi altamente culturali negli Art Book. Per il mio linguaggio scenografico e suggestivo definito di “standhaliana eleganza” in grado di svelare anche simbolismo ed esoterismo di ogni città con dettagli preziosi e inediti, sono stata nominata 2015 Premio Donna Siciliana dell’anno per la scrittura e l’arte, nel 2016 Premio Donna speciale per la letteratura grazie al romanzo colto ed esoterico “Primadonna in Sicilia”, Morrone Editore. Nel 2017 ancora Premio Donna Siciliana dell’anno come Critico letterario ed Artistico. Definita scrittrice colta e dannunziana anche in altre onorificenze: 2016 Venere del Mediterraneo per la letteratura, Premio Cultura Sicilia 2017, Premio Arte Pentafoglio 2017, 2016, Premio letteratura città di Acireale, Premio letteratura Aretusa 2017, Premio Valle dello Jato 2017, Premio Charme of art come Critico d’arte anche esoterico, Ippogrifo d’oro 2017 per le letteratura, Premio diva dell’anno 2019 per la letteratura, 2018 Attestato di merito istituzionale alla Carriera artistica Ars Magistris, Sigfrido d’oro alla carriera come direttore artistico onorifico di Ars Magistris; Premio Cultura Sicilia 2020. Come giornalista e Critico d’arte ma anche letterario ho scritto ben 3000 articoli e reportage sulla storia e l’arte del territorio spesso arricchiti da riferimenti simbolici ed esoterici per testate come, Notabilis, La Domenica, Il Ponte, Il Cammino, Informa Sicilia, Libertà, Globus, Ars Magistris, Informa Arte, Arte storica, Grande itinerario d’arte, Explorer of art, Ok arte, Enciclopedia d’arte italiana, Luz Cultural, Arts Direct, Artes Tv Web, Il corriere nazionale e borbonico, etc…

Gino de Dominicis, grandissimo genio artistico del secolo scorso, dei critici diceva … «…che hanno dei complessi di inferiorità rispetto agli artisti. Sono sempre invidiosi. È una cosa che è sempre successa. C’è poco da fare.» (Gino de Dominicis, intervista a Canale 5 del 1994-95). Da critico d’arte, cosa ne pensi di queste parole di de Dominicis? Cosa rappresentano oggi, secondo te, i critici d’arte e perché sono importanti nel mondo della cultura e delle arti in genere?

Certamente è una visione riduttiva. Un po’ come dire che a volte chi non sa fare insegna. Ci sono ottimi maestri e critici che sono giunti all’acme della propria carriera attraverso la carriera artistica e sono prima di tutto eccellenti artisti. Giorgio Vasari nel suo trattato “Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino à tempi nostri” per indicare un ciclo da lui individuato, che, parte da Giotto e prosegue con Masaccio, Donatello e Brunelleschi, conia il termine Rinascimento.

Ancora il Vasari riguardo il manierismo riprende il termine maniera dai trattati del XV e XVI secolo utilizzando questo termine per definire i diversi stili pittorici nelle varie epoche. Il Decadentismo nato come corrente letteraria, viene poi considerato una vera e propria forma di cultura e di civiltà artistico-letteraria. Il termine “Fauves” riferito al Favismo fu utilizzato per la prima volta nel 1905 dal critico francese Louis Vauxcelles, per sottolineare, in senso spregiativo, l’uso “selvaggio” del colore di alcuni pittori che esponevano in quell’anno le loro opere al Salon dè Automne, a Parigi. Nel 1886, lo scrittore Jean Moréas pubblica su “Le Figaro” il manifesto della poesia simbolista, indirizzato anche alla pittura ed alle altre forme d’arte. Fu il poeta ed editore Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 a dare inizio al Futurismo al quale il fascismo s’ispirerà nelle varie arti. Solo in seguito i pittori divisionisti Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini, firmarono il Manifesto Tecnico della pittura futurista. Non credo a questa teoria di De Dominicis e dal mio punto di vista non credo neanche che possa esistere una tale distorsione patologica nella personalità di chi come il critico d’arte si applica nella divulgazione e lettura di opere altrui. È un gesto nobile di un animo teso verso la contemplazione che agisce per suo diletto e per far evolvere un universo artistico in cui crede. Solo il letterato può far crescere l’artista figurativo inserendolo in cataloghi professionali, musei, mostre serie sia collettive che personali con istituzioni, con grandi riviste al fine che quel lavoro sia conteggiabile nel curriculum e non qualcosa che rimanga parola morta come le esposizioni dilettantistiche. Per lo stesso motivo le mostre serie dove si coltivano e si ricercano talenti curate da me per riviste in cui scrivo hanno un fine etico-divulgativo. Spesso sono presenziate dagli stessi artisti di lunga carriera o da artisti Vip e testimonial per cui i criteri di valutazione non sono quelli speculativi ma curriculari, tecnici e relativi al prestigio stesso. L’arte è qualcosa di universale una prospettiva sacra che da tempi arcani permette all’uomo di esprimersi e di dire la verità attraverso la finzione. Questo meccanismo così sofisticato che interessa tutta l’umanità fa sì che le opere d’arte siano simbolo dell’anima del suo autore come specchio del suo tempo e del suo sentire. Ovviamente esiste il bello oggettivo e gli unici esperti non possono essere solamente gli artisti in generale, ma i veri artisti che esclude la categoria degli pseudo artisti. I veri artisti hanno bisogno di essere interpretati perché molto spesso il loro è un documento visivo che non riescono a comprendere del tutto perché non hanno gli strumenti espressivi e conoscitivi del critico d’arte. Egli deve essere esperto d’arte nel possedere tutti gli strumenti di lettura e comprensione dell’arte, attraverso competenze acquisite in studi specifici e tecnici che gli permettono di comprendere se quell’artista ha talento e di riconoscere le opere d’arte e dell’ingegno umano sia contemporaneo che passato. Il critico deve riconoscere tutti gli stili pittorici e le loro influenze, sfumature e sovrapposizioni, i richiami e le tecniche figurative e coloristiche, la pittura tecnica dalla pittura degli autodidatti. Deve essere in contatto con realtà museali e riviste d’arte che permettono all’artista di esprimersi in un contesto professionale e serio e con il mondo della comunicazione per veicolare il senso dell’opera. Spesso il critico deve conoscere la simbologia e le discipline ermetiche per decifrare l’arte colta, pertanto il Critico d’arte deve avere un bagaglio culturale superiore a quello di un qualsiasi scrittore, pertanto spesso la sua provenienza è quella della saggistica storica e multidisciplinare. Questo almeno è stato il mio percorso, una ricerca continua della verità che non può estinguersi mai.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.

Intanto la letteratura classica greca e latina perché solo nei classici si trovano le radici del lessico. Un manuale di scrittura vera e propria è “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, “Prose di ricerca” di Gabriele D’annunzio, “Oriente e Occidente” di René Guénon, “Iside svelata” di Helena Blavatsky.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutata significativamente nella tua vita professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Prima di tutto significativamente mia madre che mi ha sempre sostenuto e tutte due i miei genitori, che mi hanno permesso di avere più tempo per la scrittura come missione essendo un retaggio storico familiare, poi ogni persona e viaggio che mi sono stati d’ispirazione nello stimolare quella parte di ciò che oggi sono.

Melinda Miceli

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Andrea Giostra
Andrea Giostra al mercato di Ballarò a Palermo
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