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Messina, altri 2 assessori per Sturniolo: Francesca Fusco e Gaetano Princiotta Cariddi

martedì 3 Maggio 2022

Al lavoro per completare la squadra anche Gino Sturniolo, candidato sindaco della sinistra. Dopo aver scelto Barbara Bisazza e Antonio Currò è arrivata la scelta sugli altri due assessori del candidato di Messina in Comune. Sono Francesca Fusco, sindacalista e da anni impegnata in numerose battaglie sul territorio e Gaetano Princiotta Cariddi che avrà la delega all’autogoverno.

«L’obiettivo, con questi due nomi, è quello di rendere ancora più palese la nostra discontinuità con la passata amministrazione: vogliamo tornare a vivere in una città dove cittadini e lavoratori hanno un ruolo da protagonisti assoluti- spiega Sturniolo- Francesca sa cosa sia il lavoro e sa come si difendono i lavoratori. In un territorio allo stremo, nel quale bisognerà avere la forza e il coraggio di ripartire mettendo al centro i bisogni, i diritti e i desideri dei più svantaggiati, c’è bisogno di chi quella forza e quel coraggio ha sempre dimostrato di avere. Gaetano, invece, incarnerà il nostro progetto di autogoverno. Sarà lui a costruire i luoghi della nuova decisionalità. Un grande progetto di partecipazione politica che darà vita ad uno spazio pubblico dentro il quale i cittadini non saranno più spettatori, ma protagonisti del rilancio della città».

A Gaetano Princiotta Cariddi quindi andrà l’ assessorato ai Beni Comuni e all’Autogoverno “ con  l’ambizione di ripensare non solo agli strumenti per favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e amministrative della città ma vuole rendere prassi quotidiana l’idea stessa che Messina appartiene a chi la abita e che le sue istituzioni non sono da intendere come forme immutabili, ma come strumenti che devono rispondere alle reali esigenze di tutte e tutti».

Pronta a mettere a disposizione il suo impegno appassionato anche Francesca Fusco: «Ciò che oggi mi ha spinta ad accettare la designazione di assessora è la possibilità, insieme a tutti i compagni d’avventura, di riscattare questa città da anni di mal governo e ghettizzazione del territori. Quello di “Messina In Comune” è un progetto ambizioso che ha l’obiettivo di risanare la città rendendo protagonisti i cittadini, che saranno diretti artefici del loro futuro, inseriti in un progetto d’insieme studiato per superare le logiche del capo assoluto che decide per tutti. Ringrazio i miei compagni per questa opportunità e spero di non deluderli».

Chi sono i due assessori designati?

Gaetano Princiotta Cariddi

Gaetano Princiotta Cariddi, classe 1983, è originario di Piraino (Me). è laureato in filosofia e ha conseguito un dottorato in filosofia del diritto. Dagli anni dell’Università vive a Messina e milita nei movimenti di lotta territoriale cittadini e regionali. É attualmente docente precario in un istituto superiore della città.

Francesca Fusco

44 anni, diplomata al liceo scientifico, ha frequentato la facoltà di Scienze Politiche e Giuridiche. Nasce nelle fila di Rifondazione Comunista: è stata la segretaria provinciale dei Giovani Comunisti di Messina e, successivamente, ha proseguito la militanza all’interno del partito. Parallelamente, ha vissuto l’esperienza di rappresentante sindacale in seno al sindacato di base ORSA: innescò la storica “Vertenza dello Stretto” che toccò il punto più alto con la manifestazione del febbraio 2015 “IL FERRIBOTTE NON SI TOCCA”, a difesa della continuità territoriale, dell’occupazione e della dignità dei lavoratori, rivendicando il superamento del precariato.

La militanza in ORSA è l’esperienza che più l’ha formata politicamente e personalmente: l’incarico le ha permesso di passare dalla fase teorica, programmatica e ideologica, che ha vissuto in Rifondazione, al confronto concreto sul campo di battaglia, al fianco dei lavoratori. In ORSA si è realizzata la sintesi perfetta tra ideologia e prassi: soddisfare i bisogni della gente.

Nel frattempo Gino Sturniolo continua il tour tra le diverse zone della città. Massima attenzione alla zona sud.

«Quali istituzioni si assumeranno la responsabilità se un giorno, malauguratamente, la vallata di Santo Stefano dovesse vivere una tragedia paragonabile a quella di Giampilieri e Scaletta Zanclea nella serata del 1° ottobre 2009? Perché questo è il rischio che corre quella vallata- ha dichiarato Gino Sturniolo- Non lo dicono solo gli abitanti, che ben conoscono il loro territorio e sono consapevoli dello stato di dissesto idrogeologico in cui versa l’alveo torrentizio e dell’assenza di vie di fuga. Lo ha scritto anche Angelo Borrelli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile». Il gruppo di Messina in Comune ha incontrato alcuni componenti del comitato che da anni chiede la realizzazione di una via di fuga. Sturniolo, insieme ad una delegazione della lista, ha ascoltato le loro rivendicazioni.

Il documento dell’Ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del 23 febbraio 2021 e firmato da Borrelli in risposta ad una dettagliata missiva inviata dal “Comitato per la rinascita di Messina”, evidenzia come ogni iniziativa volta alla gestione del territorio è attribuita “alla esclusiva competenza degli Enti e Amministrazioni locali”, e lo stesso Capo del Dipartimento della protezione civile invita a verificare la veridicità di quanto denunciato e a volere mettere in atto “gli interventi strutturali e non strutturali” necessari a mitigare le condizioni di pericolo e garantire l’incolumità degli abitanti.

Inutile dire che- commenta Sturniolo- nonostante la sollecitazione del Dipartimento nazionale di Protezione Civile e le promesse elettorali dell’ex sindaco Cateno De Luca, niente di significativo negli ultimi anni è stato fatto (né in termini di azioni, né in termini di progettazione) per ridurre i rischi cui perennemente i residenti sono sottoposti».

Il candidato sindaco della sinistra ha però evidenziato l’importanza del protagonismo civico degli abitanti della vallata di Santo Stefano, che si sono riuniti in Comitato per battersi per la propria sicurezza e la salvaguardia del territorio. Attraverso una mobilitazione fatta di iniziative e studi circostanziati, il Comitato ha evidenziato le opere necessarie a mettere in sicurezza il torrente, inserito nella categoria R4, che indica il rischio idrogeologico più elevato con probabilità di perdite di vite umane, lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale. Il Comitato ha rilevato che il torrente è diventato una vera e propria bomba pronta a esplodere a causa, ad esempio, del fatto che in alcuni punti l’area tra l’alveo e i ponti è completamente ostruita.

Per tale motivo il gruppo di cittadini sollecita da anni la realizzazione di una via di fuga, poiché l’unica strada che attualmente serve i paesi interessati in alcuni tratti è larga appena 4 o 5 metri e non presenta slarghi. Ne deriva un rischio elevatissimo nel caso in cui dovessero presentarsi situazioni d’emergenza che necessitino l’intervento di ambulanze. D’altronde, in caso di calamità naturale, l’assenza di una via di fuga causerebbe l’isolamento delle zone colpite.

«La condizione di rischio che gli abitanti dei villaggi di Santa Margherita, Santo Stefano Medio e Santo Stefano Briga vivono è simile a quello di altri villaggi adiacenti a torrenti che non ricevono da anni alcun tipo di manutenzione – conclude Sturniolo – Gli abitanti di quei villaggi hanno diritto a non dover “guardare ogni giorno se piove o c’è il sole per saper se domani si vive o si muore”. Noi ci siamo stati sempre nelle lotte in difesa dei territori. Noi saremo al loro fianco per imporre il diritto a vivere in sicurezza».

 

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