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Messina, Croce e il turismo che non c’è nella città… a vocazione turistica

mercoledì 1 Giugno 2022

Ogni giorno a Messina, non importa quanti siano i turisti che arrivano (o quale zona arrivino), si trovano smarriti alla ricerca di quel che c’è da vedere, quel che c’è da gustare, quel che c’è da fare (o non fare). E quel che è peggio è che non si sa neanche esattamente quanti siano i posti letto in totale, nè in quali tipologie di strutture. Il turismo che non c’è in una città che dovrebbe poter vivere di turismo è uno dei punti cardine del programma del candidato sindaco di centrodestra Maurizio Croce che ha spiegato come le proposte non manchino, ma si deve fare rete e programmare.

Due di queste proposte sono state presentate nel corso di una conferenza stampa singolare avvenuta in una camera d’albergo a un passo dal mare, dalla stazione e dal centro. Eleonora Urzi Mondo, candidata al consiglio comunale e Francesco De Pasquale (referente think tank Messène e imprenditore del comparto turistico) hanno presentato due filoni di proposte legate all’hospitality e il turismo.

L’iniziativa, partita provocatoriamente con un trolley lasciato incustodito e un foglio con indicazioni da seguire si è svolta simbolicamente con i due proponenti seduti sul letto.

Ci siamo chiesti cosa possano fare i turisti ma anche semplicemente chiunque arrivi a Messina e voglia godersi un giorno di relax, cultura e divertimento e in che modo possa scoprire cosa c’è da fare e da vivere in città- spiega Eleonora Urzì Mondo– Ebbene, le prime difficoltà sono già state nel sapere quanti posti letto ci sono complessivamente”.

Se il primo passo, quello di capire quanti sono effettivamente i posti letto e quindi la potenzialità recettiva e con quale tipologia, è difficile, visto che non si sa se è stato fatto un censimento delle strutture, il secondo è praticamente una missione impossibile. Ovvero fare rete.

Noi pensiamo che solo attraverso le sinergie, un consorzio-spiegano Fancresco De Pasquale ed Eleonora Urzì Mondo-sia possibile cambiare la situazione. Facendo rete si abbattono i costi e questo è importante per le piccole strutture, ma si fa anche promozione e immagine su vasta scala, si può partecipare insieme a fiere, eventi, iniziative”.

Se non si conosce la potenzialità reale dell’offerta diventa difficile proporla e averne dei frutti. Del resto senza conoscere la situazione non si può neanche ipotizzare su quale tipo di turismo puntare o in che modo diversificare. C’è il turista da crociera ma c’è anche quello “fai da te”, c’è quello congressuale e lavorativo, ci sono gli “emigranti” di ritorno che viaggiano insieme ai nuovi amici e alle famiglie, c’è il turismo religioso, quello enogastronomico, quello della terza età.

Il punto di partenza quindi, dopo il censimento e la mappatura, è quello di  mettere in rete le aziende locali (nano imprese e alberghi medi – in base al numero, per l’appunto, dei posti letto) per consentire a chi opera sul campo sia di abbattere costi legati a spese vive di prodotto e servizi, che di avere margini d’investimento corali per la promozione dell’offerta (si pensi alla partecipazione a fiere, cartelloni nazionali e internazionali ecc).

C’è poi la necessità di individuare itinerari turistici, far sì che si vada oltre la “visita di Messina e si arrivi al “vivere” Messina.

Turista e cittadino- spiegano Urzì Mondo e De Pasquale- ugualmente, possono e devono essere consapevoli di percorsi, offerta commerciale, e o gastronomica e dell’’infotainment. Per questo pensiamo ad un’app e ad un web site che segnino percorsi suddivisi per temi (enogastronomia, monumenti, natura, ecc) e lungo i quali siano segnalati inserimenti commerciali utili alla promozione delle imprese locali e funzionali a creare un fondo da reinvestire per ulteriori iniziative a corredo degli eventi di attrattiva stagionale”

Il Comune in tal senso potrebbe farsi promotore per la nascita del consorzio che possa consentire alle imprese di raccontare l’offerta. Inoltre basterebbe rovistare nei cassetti di Palazzo Zanca per scovare progetti interessanti, come AroundMe, attualizzandoli, digitalizzandoli e implementandoli.

Turismo non solo come mare e sole secondo la visione di Croce che evidenzia sempre l’importanza di “puntare sull’identità di Messina e non guardando soltanto alla zona falcata ma all’intero territorio. La zona falcata è altamente contaminata e occorrono anni per riportarla alla normalità. Accanto ai grandi progetti dobbiamo pensare anche a quelli più piccoli, a breve e medio termine”.

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