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Messina, il caso delle liste “di serie B”. Previti: “Nessun dato ufficiale. C’è un giudice a Berlino?”

martedì 12 Luglio 2022

Un mese dopo le elezioni ci sono “liste di serie A”, quelle che hanno certezze relativamente ai voti presi, alle preferenze ed agli eletti, e “liste di serie B”, quelle che non hanno superato la soglia del 5% e che sono all’oscuro di dati ufficiali, compresi quelli ad esempio su conteggi errati che avrebbero potuto far superare quella soglia.

A chiedersi se per tutti costoro esista un “giudice a Berlino” è Pippo Previti, ex presidente del consiglio comunale ed attualmente vice segretario della Dc Nuova a Messina e candidato nella lista per le amministrative.

Ad un mese esatto dalla data delle elezioni amministrative, rimangano insoluti, al netto della vittoria di Federico Basile, alcuni misteri- scrive Previti– E’ probabilmente la prima volta che capita nella nostra città, che i risultati elettorali, per le liste e per gli eletti, si conoscano dopo cosi tanto tempo. E non per tutti. Non si sa per quale ragioni i candidati nelle liste che non hanno raggiunto il 5% non debbano sapere quanti voti hanno ottenuto, perché si è deciso che per queste liste il controllo non serve, viene ritenuto superfluo e nella migliore delle ipotesi il tutto è rinviato chissà a quando (mese mai??)”.

Previti evidenzia come in questo modo vengano lesi diritti e come in passato già dal giorno dopo il voto erano note le preferenze dei singoli candidati. L’ex storico consigliere comunale chiede di conoscere i risultati ottenuti da tutti i candidati, a prescindere dalla percentuale della lista. Ma c’è di più.

Sezioni in cui sono scomparsi i voti dei sostenitori. Nel mio caso, per esempio, nella sezione 199 dove ha votato l’intera mia famiglia, compreso chi scrive, (4 persone) e non includo il vicinato, amici e parenti che hanno votato nella stessa sezione, lo scrutinio riporta voti ZERO. Stessa cosa su tantissime altre sezioni e per tanti altri candidati. Addirittura la candidata Zoccoli Desirè (Noi con l’Italia-Democrazia Cristiana) in una sola sezione prende 16 preferenze e complessivamente il risultato relativo a tutte le 253 sezioni risulta uguale a zero. Questo controllo assieme a quello delle oltre 5000 schede nulle potrebbe far raggiungere la percentuale necessaria a quelle liste che per pochissimo non hanno ottenuto il 5%”. Previti racconta poi quanto accaduto alla scuola Pascoli dove alle 22,45, non hanno consentito l’accesso agli elettori, dato che si poteva votare fino alle 23,00.

Colpa dei Presidenti dei seggi? Anche a causa delle moltissime rinunce, alla fine l’Amministrazione si è vista “costretta” a “raccattare” nelle chat e/o tra amici, parenti e conoscenti, persone anche prive di qualsiasi esperienza, non idonee a ricoprire tale delicato ruolo. Figurarsi se si era prevista un albo composta da almeno il triplo di quelli necessari, per non parlare della preventiva e necessaria formazione. Per tali motivi moltissime preferenze date alla mia collega di partito Cristina non sono state assegnate, perché nell’elenco non esisteva una con il cognome Cristina. Peccato che si era registrata come candidata – per evitare omonimia con un altro candidato – come Ponzio Cristina detta CRISTINA”.

Il fatto grave ricorda infine Previti è stata la modifica da parte dell’ufficio elettorale di numerose sezioni per centinaia di elettori, avvenuto “a loro insaputa”, nel senso che non è stato comunicato in tempo. Gli elettori lo hanno scoperto il giorno del voto. Il Comune ha provveduto, quando ormai era troppo tardi, ad attivare sette linee telefoniche per fornire informazioni, ma il caos non è stato evitabile.

Cosicché l’elettore, anche quello che per anni è andato a votare sempre nella stessa identica sezione, si è visto, dopo ore di attesa, comunicare che la sezione non era più quella ma era diversa rispetto a quella segnata nella tessera. Il malcapitato, pur di non sobbarcarsi un’altra lunga ed   estenuante attesa, ha preferito abbandonare, rinunciando – non per colpa sua – ad un suo sacrosanto diritto di cui si è visto privare. Questo elemento che priva l’elettore del suo diritto di voto meriterebbe un approfondimento anche delle autorità giudiziarie, se “c’è un giudice a Berlino”. “Bisogna saper perdere” cantavano nel 1967, i RoKes. Certo, ma con dignità e con onore, senza omissioni e/o inganni. Del caso Messina, stranamente, nessuna TV o giornale nazionale, ne ha parlato. Eppure c’erano tutti gli ingredienti del “giallo”. Anche questo avvolto in una spessa coltre di nebbia. Come quando la “lupa” avvolge lo stretto.

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