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Messina, il Tar su nuovo Comune Montemare: “Sì al Referendum”

giovedì 31 Marzo 2022

Il referendum per la nascita del Comune Montemare s’ha da fare. Il Tar di Catania ha infatti respinto il ricorso presentato dal Comune di Messina, contro la nomina del Commissario ad acta Vincenzo Reitano incaricato di avviare quelle procedure relative alla consultazione elettorale che l’amministrazione De Luca aveva stoppato.

Una vicenda ventennale che poco prima della pandemia sembrava essere arrivata alla fase referendaria ma ulteriormente aggrovigliatasi tra ricorsi, contro ricorsi, emergenza covid e polemiche.

La decisione del Tar peraltro alimenterà nuove discussioni sulla data del referendum (probabilmente in autunno) e sulle implicazioni che potrebbe avere sulle amministrative del 12 giugno a Messina.

Il Tar di Catania, dopo l’udienza dello scorso 9 marzo, ha dato torto al Comune di Messina che si era rifiutato di indire il referendum adducendo motivi legati alla pandemia. Il tribunale amministrativo ritiene non giustificabile l’inadempienza dell’amministrazione,”ciò in quanto non sussiste il potere di sospendere con decreto sindacale un decreto assessoriale e, conseguentemente, l’autorizzata consultazione referendaria, espressiva dell’esercizio del diritto costituzionalmente tutelato della partecipazione democratica alle consultazioni, sia pure per ragioni di emergenza epidemiologica da Covid 19″.

In sintesi, è da intendersi nullo il decreto sindacale che, per ragioni epidemiologiche, dispone la sospensione della consultazione referendaria che era stata autorizzata con decreto dell’assessore regionale.  Più volte nei mesi precedenti la Regione aveva sollecitato l’indizione del referendum consultivo per la costituzione del nuovo Comune, il Montemare, che secondo il Comitato proponente dovrebbe accorpare i villaggi della zona nord da decenni poco attenzionati dalle amministrazioni.

Ai continui rinvii della giunta De Luca, l’assessorato regionale alla fine ha risposto con la nomina del commissario ad acta. L’ex sindaco, tra gli ultimi atti prima delle dimissioni di febbraio, ha firmato il ricorso (l’ennesimo di una vicenda complessa).

I giudici amministrativi hanno rigettato il ricorso ribadendo che “è da intendersi nullo il decreto sindacale che, per ragioni epidemiologiche, dispone la sospensione della consultazione referendaria autorizzata con decreto dell’Assessore regionale per difetto assoluto di attribuzione, atteso che il Sindaco non dispone, ai termini di legge, di detto potere, spettante a plessi amministrativi diversi; trattandosi di questioni attinenti al riparto di poteri amministrativi tra enti diversi (Regione e Comune) e non tra organi dello stesso ente. Né sono meritevoli di accoglimento le censure con cui il Comune lamenta la violazione dei principi di leale collaborazione e di sussidiarietà nei rapporti tra amministrazione regionale ed enti locali territoriali, poiché con nota dell’1 settembre 2021, da una parte, è stata portata a conoscenza del Comune di Messina la nota dell’Assessore dell’11 marzo 2021 con cui si è indicato che i termini della consultazione elettorale avrebbero dovuto essere uniformati a quelli previsti dal d.l. n. 25 del 2021 e, dall’altra, sono state chieste informazioni al Sindaco sull’attivazione dell’iter di convocazione della consultazione referendaria, in considerazione dell’imminente scadenza della “finestra elettorale” di cui al citato d.l”.

Ma non è finita qui perché adesso inizia una nuova polemica, quella sulla data della consultazione referendaria a meno che il Commissario Santoro non decida di ricorrere al Cga. Qualora così non fosse il dibattito sarà su un percorso, quello ventennale del Referendum sul Comune Montemare che finirà con l’intrecciarsi con le amministrative del 12 giugno. Intreccio non da poco perché in gioco c’è la nascita di un nuovo Comune con la conseguente riduzione del Comune di Messina in termini di popolazione e territorio.

 

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