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Messina, risanamento: si dimette presidente ArisMe Scurria. Il sindaco Basile: “Risultati storici”

venerdì 1 Luglio 2022

E’ stato in un certo senso il “papà” di ArisMe (l’agenzia che gestisce il risanamento), ideata e proposta nel 2008 all’allora sindaco Buzzanca (che non la fece propria) per risolvere le problematiche delle baraccopoli, e sposata dieci anni dopo, nel 2018 dall’ex sindaco Cateno De Luca.

In meno di 4 anni ArisMe, guidata da Marcello Scurria, è diventata il braccio operativo della svolta storica sul risanamento avvenuta con la cosiddetta legge Carfagna che ha portato in riva allo Stretto 100 milioni di euro.

Adesso, a pochi giorni dal voto che ha portato all’elezione di Federico Basile, il presidente di ArisMe Marcello Scurria si dimette e spiega: “Torno a fare l’avvocato. C’è un tempo per ogni cosa. Non c’è alcuna dietrologia, ho preso questa decisione di lasciare l’incarico”.

Lo dice con gli occhi rossi per l’emozione, in una conferenza stampa a Palazzo Zanca, che vede accanto a lui non soltanto il sindaco Basile ma anche chi, come l’assessore Mondello e il cda, i revisori dei conti,  ha vissuto passo per passo gli anni del cambiamento, anzi, della rivoluzione di metodo sul risanamento. Perché ArisMe ha cambiato filosofia dell’operare, privilegiando non la costruzione di casermoni popolari ma l’acquisto e quindi la redistribuzione agli aventi diritto in graduatoria, di case già esistenti in città, appartenenti a privati che intendevano metterle in vendita (purchè rispondessero ad alcuni requisiti). Non più la “ghettizzazione” ma l’integrazione.

Oggi è stato quindi il tempo di dirsi addio, dopo un percorso che è stato fondamentale per l’amministrazione Cateno De Luca e che proprio sul risanamento ha scommesso le sue carte (vincendo). Un addio pieno di emozione, lacrime appena celate, senza strappi o malumori. Con stile come del resto è nel carattere dell’avvocato Scurria.

Per mia natura non dò mai il 10 a nessuno, ma per quanto ha fatto non ho dubbi che a Marcello Scurria assegno un 9 e mezzo- ha commentato, anche lui emozionato, Federico Basile– Ha preso in mano una realtà che non esisteva ed ha portato risultati importanti. Anzi, storici”.

In pochi anni è stato fatto quanto non si è raggiunto in mezzo secolo, nonostante i fondi della famosa legge 10 del 1990. Bastano i numeri: 350 case comprate e assegnate chiavi in mano e 4 favelas rase al suolo. E poi, per l’appunto, la legge Carfagna che va di pari passo con progetti, come quello denominato “Qualità dell’abitare”, primo in graduatoria tra tutti quelli nazionali che lascerà al passato l’immagine di città delle baracche.

Siamo andati persino oltre un rapporto intenso- ha detto l’assessore Salvatore Mondello-Possiamo dire davvero di conoscere baracca per baracca. Ricordo quando contrada Catanoso fu travolta dall’ondata di maltempo, siamo andati a spalare fango e chi abitava lì neanche sapeva chi fossimo. La verità è che abbiamo affrontato il problema non da dietro una scrivania ma sul campo. Dietro il reperimento di fondi c’è un enorme lavoro. Con ArisMe abbiamo innescato un circolo virtuoso storico”.

Non ha nascosto l’emozione neanche Marcello Scurria, nel lasciare quella “creatura” che era nella sua testa nel 2008 e solo grazie alla sinergia con l’allora deputato regionale Cateno De Luca, candidato sindaco prima e sindaco poi, è diventata lo strumento concreto dello sbaraccamento.

Non scorderò mai gli occhi e gli sguardi delle persone alle quali abbiamo consegnato le chiavi delle nuove case, anche in pandemia- ha detto Scurria- O il tour in bus insieme alle famiglie assegnatarie, nelle varie zone per scegliere gli appartamenti in base alle diverse tipologie. O la pagina che ci ha dedicato il New York Times, le canzoni dedicate al risanamento. Quando abbiamo iniziato c’era un tunnel, noi abbiamo visto la luce. La parola baracca era stata portata all’attenzione del Parlamento negli anni ‘60 dall’allora deputato Pancrazio De Pasquale. Noi siamo riusciti a riportare le favelas di Messina a Roma”.

La battaglia per la dichiarazione dello stato d’emergenza per le baracche (affondata dalla Protezione civile prima e dal governo giallorosso dopo), la mostra voluta e organizzata da ArisMe e Matilde Siracusano, con immagini che hanno fatto fermare (pietrificati) ministri e parlamentari, sono state le tappe fondamentali per arrivare alla svolta storica. Proprio Matilde Siracusano, con una nota, ha ringraziato Scurria: “Ha guidato ArisMe con dedizione e con grande senso del dovere. Tutta la città deve essere grata ad un professionista di qualità che con serietà e determinazione ha ottenuto importanti risultati contribuendo in modo decisivo all’vvio del percorso di risanamento dei quartieri interessati e di ricollocamento dei nuclei familiari coinvolti”

Mentre ArisMe procedeva con gli acquisti di alloggi già esistenti da destinare a chi era in graduatoria, a Roma continuava la mobilitazione di Matilde Siracusano, alla quale si sono aggiunti altri colleghi come Pietro Navarra e Francesco D’Uva ed infine, si è arrivati alla legge Carfagna. Nel mezzo il giro tra le baracche della ministra Maria Stella Gelmini, le immagini in primo piano su tutte le tv nazionali e non solo.

E ha ragione Mondello, solo uscendo dagli uffici, dalle sale dove si fanno leggi, solo togliendo dai cassetti norme inapplicate, solo aiutando a spalare fango là dove serve, si può capire cosa significhi disagio abitativo. ArisMe è stata in frontiera anche in era covid, portando soluzioni ad intere aeree dove è stata emergenza nell’emergenza. In attesa dell’avvio dell’iter per la nomina di un nuovo presidente a svolgere le funzioni sarà Alessia Giorgianni.

Spero di poter comunque esserci per festeggiare il giorno in cui diremo che è stata demolita l’ultima baracca- conclude Scurria-. C’è un tempo per tutto. Abbiamo acceso le luci, ora torno a fare l’avvocato”

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