“Mi ribello al trattamento riservato ai lavoratori che nelle ultime 48 ore hanno perso la vita nei cantieri di lavoro. Non possono esistere distinzioni, mi fa schifo la politica nazionale che cita solo le morti di Milano dimenticando Gianluca Caterini“. È il duro affondo di Ignazio Giudice, Segretario Generale CGIL sul mancato ricordo dell’operaio gelese di 28 anni, morto ad Ascoli Piceno due giorni fa, schiacciato da un grosso tubo di un metanodotto.
“I morti sul lavoro, i caduti nell’adempimento dei loro doveri – prosegue Giudice – non hanno città d’origine e vanno ricordati allo stesso modo. Non possono esserci disparità, come non dovrebbero esserci discriminazioni in vita. Mi appello alla libertà, alle indubbie competente dei giornalisti siciliani, al buon senso dell’opinione pubblica e, in ultimo, a tutti i gruppi parlamentari nazionali ed ai loro segretari di partito di riferimento affinché dimostrino con lealtà che non vi sono morti sul lavoro di seria A e B, i morti con l’accento del sud hanno pari valore e la memoria è utile anche a questo. Da meridionale va il mio cordoglio ai 3 morti sul lavoro a Milano, ma ritengo intollerabile non ricordare il gelese Gianluca Caterini. Vi ringrazio con tutto il mio cuore”.