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Museo Salinas, Samonà: “Amare beni culturali è rendere onore a Tusa”

giovedì 4 Novembre 2021

Il miglior modo per rendere onore a Sebastiano Tusa è amare i beni culturali e programmare – come stiamo facendo – l’azione di governo alla loro piena valorizzazione, ad una visione che li ponga al centro di un nuovo modello di sviluppo per la Sicilia, nel quale il nostro immenso patrimonio e la politica culturale fatta di quotidianità e di scelte, siano intimamente interconnessi. Tutto questo genera progettualità che si traduce in concrete azioni, destinate a lasciare il segno“.

Lo ha detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, aprendo, con un video messaggio, i lavori del convegno “Percorsi di archeologia nella Sicilia occidentale. Sebastiano Tusa in memoriam (1952-2019), in corso al Museo archeologico regionale Antonino Salinas.

La vita di Sebastiano Tusa – ha aggiunto – è stata talmente ricca di avvenimenti, scoperte, incarichi, lavori, ricerche e studi, che rischiano di passare in secondo piano quelle personali virtù che lo hanno contraddistinto. Ricordarlo non è facile, poiché la sua è stata una perdita immensa, come immensa è la sua eredità, non solo culturale, ma anche spirituale e umana: un intellettuale raffinato e uno studioso di caratura internazionale, amato per il suo tratto umano socievole e schietto“.

A lui mi lega – ha proseguito – la condivisione di una politica culturale orientata verso una stagione di profondo rinnovamento nel modo di intendere e vivere il patrimonio culturale. Un nuovo corso, caratterizzato, per entrambi, da instancabili pellegrinaggi attraverso la nostra Terra per avere contezza della condizione dei nostri beni culturali e per trasmettere fino in fondo il senso di responsabilità nella loro gestione. Per Sebastiano l’acqua è quella del Mediterraneo, dei suoi mari che frequentò come primo Soprintendente del Mare della Regione Siciliana. E non è un caso che il rapporto con il mare ha da sempre stimolato il suo pensiero, riuscendo a oltrepassare la tradizionale lettura storico-archeologica della Battaglia delle Egadi del 10 marzo del 241 a.C.“.

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