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Naspi e reddito di cittadinanza: Papatheu interroga il Governo sugli stagionali del turismo

giovedì 13 Dicembre 2018

Si infiamma lo scontro politico in sede parlamentare sugli stagionali del turismo, preoccupati dall’incerto destino della Naspi (che per molti sarà già terminata ad inizio febbraio) e la probabile impossibilità di accedere al redigendo reddito di cittadinanza. A portare la questione in discussione è stata la senatrice siciliana Urania Papatheu che ha depositato ieri un odg urgente per dare un atto di indirizzo nella legge di bilancio a salvaguardia dei lavoratori stagionali.

“Vogliamo sapere se il Governo intende abolire la Naspi – ha detto Papatheu – o se tale indennità rimarrà in vigore e con quali modalità, ritenendo in tal caso che la nuova assicurazione sociale per l’impiego necessiti di una riforma urgente con irrimandabili modifiche strutturali da inserire nella istituenda legge di bilancio per il 2019. Inoltre quali provvedimenti l’Esecutivo intende porre in essere a tutela dei lavoratori stagionali del turismo, con riferimento anche ai criteri del previsto reddito di cittadinanza, a proposito del quale si prospetterebbe l’eventuale impossibilità normativa e reddituale di accesso al sostegno per i lavoratori del comparto turistico-ricettivo nel periodo di non occupazione”.

“Il Governo – spiega la senatrice di Fi – intende introdurre, in sostituzione del Rei, a partire dall’anno 2019 il reddito di cittadinanza, erogazione monetaria mediante accreditamento mensile di una somma di denaro per il sostentamento ai cittadini privi di reddito o il cui reddito, da lavoro o pensione, non raggiunga quella che viene definita “soglia di povertà” (stabilita dall’Istat). L’attribuzione del reddito di cittadinanza prevede tra i criteri di valutazione ed assegnazione l’indicatore della situazione economica equivalente, il cui acronimo è Isee, strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie italiane. Tale indicatore tiene conto del reddito, del patrimonio (mobiliare e immobiliare) e delle caratteristiche di un nucleo familiare (per numerosità e tipologia). Gli elementi di cui l’Isee tiene conto sono, secondo il decreto: reddito, patrimonio mobiliare, patrimonio immobiliare, nucleo familiare, caratteristiche del nucleo familiare. Il reddito di cittadinanza, a quanto risulta, andrà a sostituire gradualmente le principali forme di previdenza attualmente in vigore, come il reddito di inclusione e l’indennità di disoccupazione. Stando alle ultime stime dei tecnici del Governo, da marzo 2019 chi percepiva il “Rei” avrà diritto di accesso alla nuova misura, con aggiornamento del requisito Isee (che nel Rei veniva stimato in 6.000 euro annui di Isee per nucleo familiare) non superiore a 9.360 euro e un contributo mensile pari a 780 euro”.

L’elargizione del reddito di cittadinanza – continua Papatheu – non risolverà in alcun modo i problemi occupazionali degli italiani ed appare ancor più preoccupante l’intendimento del Governo di sopprimere le altre forme di previdenza sinora in vigore, senza aver chiarito se tale azione comprenderà anche la Naspi ed in quale misura, con il conseguente rischio di un aggravio della situazione per alcune fasce sociali, come quella dei lavoratori stagionali del turismo. In diverse realtà territoriali italiane, specie al Sud ed in particolare in Sicilia, dove il turismo è la principale fonte di economia, e dove le condizioni climatiche, ambientali e strutturali favoriscono politiche principalmente finalizzate alla ricettività, in questi anni il periodo di impiego dei lavoratori del settore turismo si è ridotto a pochi mesi (in media ad 8 al massimo e per lo più a 6) e, in molti casi, i lavoratori non riescono nemmeno a maturare i requisiti contrattuali minimi, essenziali per percepire l’attuale indennità Naspi, unica fonte di sostentamento a decorrere dal momento in cui le aziende chiudono, per la maggior parte alla fine di ottobre, e riaprono poi l’anno successivo, in primavera. Molti lavoratori rischiano di finire in una condizione di povertà in un quadro sociale, nel quale l’attuale sistema di calcolo della Naspi ha già determinato dinamiche ulteriormente negative in ambito pensionistico. Ove non dovesse più essere elargita nemmeno la Naspi, migliaia di lavoratori stagionali del turismo sembrano destinati a non poter accedere nemmeno all’ipotizzato reddito di cittadinanza di 780 euro, poiché gli stessi non rientrerebbero nella soglia del limite di reddito Isee 2019 fissata a quota 9.360 euro, poiché nei mesi lavorativi in cui saranno contrattualizzati supereranno, come percepimento complessivo, tale quota. Inoltre, per chi detiene comunque una casa di proprietà, l’importo spettante agli aventi diritto del reddito di cittadinanza scenderebbe a 500 euro, poiché si prevede una detrazione di 280 euro di affitto ipotetico. Pertanto si rischia una grave condizione di assoluto disagio economico e sociale per tanti lavoratori stagionali, che potrebbero vedersi negata qualsiasi forma di accesso ad un sussidio per affrontare il periodo di disoccupazione involontaria”.

E a margine dell’odg conclude Papatheu: “Sarà soltanto una casualità ma oggi, nemmeno 24 ore dopo la presentazione di questo odg, sulla questione i grillini si stanno subito affrettando e affannando a rassicurare i lavoratori stagionali, sul fatto che il Governo starebbe ponendo in essere le misure necessarie a tutelare e preservare tale categoria. Ma quali sono questi provvedimenti? Tengono conto delle richieste dell’Unione Europea che ancora una volta è tornata ad imporre delle modifiche alla manovra di bilancio? Ci dicono esponenti del M5S che il Governo e la maggioranza non hanno nessuna intenzione di cancellare la Naspi. Vengano a chiarire in aula come stanno le cose, e a fare chiarezza in questo clima di confusione assoluta che hanno creato. Ma sia chiaro, sin d’ora, che gli italiani e soprattutto i siciliani non credono più alle loro favole e a tutte queste promesse da spergiuro”.

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