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No election day? Per la Regione è ‘colpa’ delle ex Province

mercoledì 6 Febbraio 2019

Da un lato le opposizioni al governo Musumeci, che puntano il dito contro la data scelta dall’esecutivo regionale per procedere alle elezioni amministrative in Sicilia. Dall’altro l’esecutivo regionale che prova a spiegare i perché di quella che l’assessore agli Enti locali Bernardette Grasso definisce una “scelta obbligata”.

Partiamo dalla fine, da quella che è stata l’argomentazione della scelta da parte della giunta di deliberare una data che non potesse contemplare il contemporaneo svolgimento delle elezioni Europee: “La data del 28 aprile, individuata dal Governo per le prossime elezioni amministrative nell’Isola, è stata una scelta obbligata“, ha affermato Grasso.

Nella legge regionale, che consentirà finalmente alle ex Province di tornare al voto – afferma Grasso –, dopo anni di continui commissariamenti, infatti, è stato previsto che il rinnovo dei sindaci e dei Consigli comunali fosse antecedente a questa consultazione. Visto che a fine maggio si voterà anche per il Parlamento europeo,  quindi, non c’erano altre possibilità“.

L’ipotesi di un ‘election day’ tra amministrative ed europee – ha proseguito l’assessore – non era praticabile perché avrebbe fatto slittare le elezioni di Città metropolitane e Liberi consorzi dei Comuni a dopo il 30 giugno, costringendoci all’ennesima norma di proroga dei commissari straordinari e quindi con ulteriori costi per gli Enti locali“. Insomma, se non ci sarà un election day sarà ‘colpa’ delle ex province.

Nell’opposizione al governo, però, c’è chi pensa ad altri motivi ‘meno nobili’ per i quali non si è stabilito di svolgere le elezioni amministrative nello stesso giorno delle Europee: “La mossa del presidente Musumeci di anticipare le elezioni amministrative in Sicilia al 28 aprile – affermano Igor Gelarda e Fabio Cantarella, leader siciliani della Lega-, è dettata dalla preoccupazione che la Lega possa fare il pieno di consensi alle urne sia di rappresentanti a Bruxelles, ormai questo è fuor di dubbio, sia di sindaci e consiglieri comunali nei quaranta comuni dell’Isola al voto“.

Attacchi al governo Musumeci arrivano anche dal Movimento 5 Stelle, per bocca del deputato europeo Ignazio Corrao: “Mentre la Sicilia arranca, la Regione Siciliana decide di buttare centinaia di migliaia di euro non accorpando le elezioni amministrative con le elezioni europee. Uno scherzetto che ci costerà quasi un milione di euro. Musumeci si vergogni – afferma Corrao – Quando deliberato dalla Regione Siciliana è uno scempio ed è illogico per qualsiasi persona dotata di senno. Se invece la logica è quella di abbassare il quorum per monitorare il voto delle amministrative e influenzare le successive elezioni europee allora la logica c’è eccome, ma è una logica assolutamente clientelare – conclude -, da stigmatizzare e che ha in ogni caso un costo bello pesante per i cittadini“.

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