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“Non fate chiudere il Centro Pio La Torre”. Appello dei docenti universitari a Musumeci

sabato 20 Gennaio 2018

“Non si faccia chiudere il Centro Pio La Torre. Non si spenga una delle voci piu’ indipendenti, autorevoli e ascoltate dell’antimafia autentica”. Docenti universitari ed esponenti della societa’ civile lanciano un appello al Presidente della Regione, all’Assessore regionale ai beni culturali e ambientali e all’identita’ siciliana, all’Assessore regionale all’economia, alla Giunta di governo tutta, all’Assemblea regionale siciliana, agli organi di informazione, ai cittadini affinche’ venga assicurata la continuita’ del lavoro ultratrentennale del Centro Studi Pio La Torre, messo seriamente a rischio dal profondo taglio dei contributi regionali.

L’appello e’ da oggi liberamente sottoscrivibile sulla piattaforma Change.org. “Qualche giorno fa – si legge nell’appello – si e’ saputo che un finanziamento regionale sul quale al Centro facevano molto affidamento, perche’ serve a coprire attivita’ gia’ effettuate (quindi spese sostenute o comunque debiti accesi), e’ stato pressoche’ azzerato. A fronte di una richiesta di 279,000 euro, l’ipotesi del governo precedente era di concederne 80000, mentre la decisione finale adottata da quello attualmente in carica attribuisce soltanto 16.800 euro“. Tale provvedimento aveva suscitato molte polemiche.

L’appello, lanciato dal docente della Luiss di Roma, Antonio La Spina, ha gia’ visto la sottoscrizione di numerosi docenti universitari ed esponenti della societa’ civile, tra i quali Maurizio Ambrosini, docente dell’Universita’ di Milano; Alessandro Bellavista e Vincenzo Militello dell’Universita’ di Palermo; Pina Lalli e Stefania Pellegrini, dell’Universita’ di Bologna; Ernesto Savona, docente dell’Unicat di Milano; Rocco Sciarrone, dell’Universita’ di Torino e Alberto Vannucci, docente dell’Universita’ di Pisa.

“Fermo restando che il Centro fara’ valere le proprie ragioni giuridicamente fondate su oggettivi criteri universalistici nelle sedi appropriate, noi sottoscritti – si legge ancora nell’appello – riteniamo essenziale non solo che esso non chiuda, ma anche che sia messo nelle condizioni di proseguire serenamente nel suo meritorio impegno”.

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